È stato presentato nei giorni scorsi il Bilancio 2022 di Banca d’Alba. Ad illustrare le novità e i traguardi raggiunti, Tino Cornaglia, Pierpaolo Stra e Riccardo Corino, rispettivamente presidente, vicepresidente e direttore generale di Banca d’Alba. «Segnalo immediatamente», ha rimarcato il presidente Cornaglia, «che torneremo alle origini, festeggiando in presenza e numerosi, con la nostra Assemblea che si svolgerà ad Alba, domenica 7 maggio, in piazza Medford. Nell’edizione 2023 che certifica il nostro compleanno e attesta i nostri 25 anni di storia non mancherà il pranzo della domenica, consuetudine gastronomica attenta alle tipicità del territorio. Festeggeremo anche il giorno precedente con i nostri collaboratori, al Teatro Sociale di Alba, con i quali ci incontriamo, dopo gli anni in cui il Covid ci ha allontanato. Nel corso dell’Assemblea aperta ai nostri 62.000 soci parteciperanno anche il Direttore Generale del Gruppo Iccrea e il presidente di Federcasse».
Ed ha aggiunto: «La banche del Credito Cooperativo godono di buona salute in quanto il sistema è ben patrimonializzato, fortemente radicato sui nostri territori con quote di mercato sempre rilevanti, soprattutto nei ruoli che sono fondamentali nella nostra economia: agricoltura, artigianato e turismo. Godere di buona salute in un momento come quello attuale significa porre attenzione a diversi aspetti, ma soprattutto essere capaci di “schermarsi dai virus”, da rischi potenziali e riflessi negativi. In questi anni non facili per l’economia Banca d’Alba ha continuato a servire le esigenze finanziarie del territorio, quelle reali, ed è stata resiliente con le aziende che sono state capaci di resistere. Non abbiamo mai avuto flessioni sulle remunerazioni delle raccolte, né sui crediti e questo rappresenta certamente un bel segnale anche per il territorio. Banca d’Alba è senza dubbio una banca di comunità, reinvestiamo nei nostri territori e riversiamo nell’economia reale. Un’attitudine conforme al modello virtuoso di economia circolare. La Banca d’Alba è da sempre vicina ai territori, all’economia di quest’area che sta ottenendo risultati positivi ben visibili, anche se in alcuni settori i costi dell’energia, delle materie prime hanno, e continuano ad avere, un peso significativo. In prospettiva futura continueremo ad essere vicini alle necessità delle nostre aree, sviluppando il tema, ormai imprescindibile, della trasformazione energetica, della sostenibilità e della difesa dell’ambiente. Argomenti che sono motivo di sviluppo, ma anche una forma etica rispettosa per la comunità. Viviamo come Banca un momento felice, chiudiamo il 2022 con un bilancio straordinario: un utile di 80 milioni di euro. Nel 2021 i numeri facevano riferimento a 26 milioni: i dati attuali quindi confermano il valore delle nostre scelte e ci permettono di guardare con serenità e tranquillità ai prossimi anni con una certa fiducia, nella consapevolezza che questi numeri sono frutto di un momento particolare. Ribadisco ancora che la nostra Banca non distribuisce utili, per cui il 70% va a patrimonio permettendoci di raggiungere gli oltre 450 milioni di mezzi propri, ossia quasi 500 milioni di patrimonio generale. Nel 2016 questa Banca aveva 270 milioni, oggi dopo 6 anni siamo a 450 milioni. Questi valori sono una forza, o meglio ci danno la consapevolezza di poter sostenere con vigore il territorio e le sue importanti aziende. E tra i numeri mi permetto di segnalare anche gli indici di bilancio che ci mettono in sicurezza: il nostro Tier -1 (la quantità di capitale che consente di assorbire le perdite senza dover intaccare gli interessi dei depositanti; valore che determina quindi la capacità di operare in condizioni di solvibilità, nrd) è pari a 20,5».
«La nostra crescita», ha continuato, «è merito anche dei nostri collaboratori, una squadra straordinaria che negli ultimi sei anni si è arricchita di oltre 100 nuove forze, tutti sotto i trent’anni e che quest’anno avranno la possibilità di ampliare le loro conoscenze con un nuovo corso di formazione. Siamo una Banca attiva che vuole rimane accanto ai bisogni dei suoi soci e clienti: daremo perciò vita, alla luce delle difficoltà economiche del momento, ad una iniziativa di microcredito che viaggerà a se, evitando quelle burocrazie che possono rallentare gli eventuali aiuti. E poi avvieremo una seconda iniziativa che coinvolge il settore medico. Banca d’Alba ha cinque centri medici e uno a Vische nel Canavese: lo stiamo ristrutturando e lo trasformeremo in una “piccola casa della salute” con l’apporto dei medici del territorio, e con annessa area ambulatoriale e di riabilitazione, grazie proprio al supporto della nostra Cooperativa Sociale».
Pierpaolo Stra, vicepresidente Banca d’Alba e vicepresidente vicario del Gruppo Iccrea, holding a cui fa capo anche Banca d’Alba, ha rimarcato: «La finalità con cui si è mossa l’azione di Banca d’Alba e del Gruppo Bancario Iccrea è quella di rendere il movimento del Credito Cooperativo sempre più un supporto vero alle economie delle nostre comunità. Si tratta non solo di una dichiarazione di intenti, ma di una necessità confermata dai fatti: dove c’è un credito cooperativo forte le comunità locali hanno un’economia caratterizzata da un benessere maggiormente diffuso, trasversale. A conferma ci sono diversi indicatori: dalla crescita allo sviluppo delle piccole imprese sino ad un reddito pro-capite più omogeneo. Uno studio dell’Università Cattolica di Milano evidenzia che il Credito Cooperativo che detiene circa il 9% del mercato bancario, sia sul fronte del deposito della clientela, sia per quanto riguarda finanziamenti alle famiglie e imprese, è salito dal 2016 al 2022 dall’8,62 al 9,59. Se guardiamo invece i finanziamenti fatti dal sistema bancario alle micro imprese notiamo che la quota del Credito Cooperativo sale al 20%: un dato che prova la sensibilità attenta alle esigenze delle piccole e medie imprese. Questo testimonia quanto le Banche del Credito Cooperativo siano vero supporto ai territori e alle comunità locali. Alla luce di ciò il modello delle Banche Cooperative regge e conferma una solidità attestata da una raccolta media di depositi, per il 66% dei suoi clienti, inferiore ai 100 mila euro, che è la somma garantita al 100%, in caso di default, dai fondi di garanzia nazionale. E poi, nel caso di Banca d’Alba anche gli indicatori di liquidità sono nettamente superiori rispetto alla media nazionale».
In conclusione, il direttore generale Riccardo Corino, ripercorrendo i suoi 13 anni al vertice di Banca d’Alba, ha ribadito: «A partire dal quel 1998 quando dalla fusione delle storiche casse rurali e artigiane di Diano d’Alba, Grinzane Cavour e Vezza d’Alba, nacque la Banca d’Alba molti sono stati i passi percorsi». «Con l’Assemblea di maggio 2023 si chiude la mia esperienza come direttore generale di Banca d’Alba in pieno accordo con Presidenza e Consiglio d’Amministrazione. È il momento giusto perché Banca d’Alba è nella ottimale posizione di solidità, liquidità e reputazione; ha raggiunto obiettivi intermedi ed ha anche le risorse umane, patrimoniali e la Governace opportuni per raggiungere nuovi e più ambiziosi risultati. Il percorso di questi anni ci ha permesso di consolidare dalle 19 filiali prettamente in area albese, 73 filiali, una presenza in otto province del Piemonte e della Liguria, con un’apertura anche a Torino, nel Canavese e recentemente anche a Genova. A riprova che Banca d’Alba è in grado di portare i semi del credito cooperativo anche in altre zone. Inoltre, a settembre Banca d’Alba aprirà una nuova filiale a Verbania. Adesso sono molto concentrato sul lavoro e convinto che il modello Banca d’Alba abbia successo perché capace di dialogare con il territorio e tutte le sue necessità».
Banca d’Alba, il bilancio conferma attenzione ai bisogni del territorio
Cornaglia: «25 anni di storia e un nuovo record: utili da 26 a 80 milioni e un patrimonio che sfiora quota 500 milioni»