Una chiamata su WhatsApp, numero sconosciuto, la scelta di rispondere contro ogni abitudine. Annalena Benini va sul balcone per sentire meglio e rimane senza parole, orgogliosa e sorpresa: «Era Silvio Viale, presidente dell’Associazione Torino Città del Libro – racconta -, con lui c’erano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. Mi hanno proposto la direzione del Salone del Libro». È sabato primo aprile, s’insinua perfino il sospetto di uno scherzo, invece è tutto vero, le chiedono di riflettere e decidere: «Ci ho pensato per ventiquattr’ore, ma sarebbe stato folle dire no. Non riuscivo a crederci, ho provato terrore ma ho avuto coraggio: era un’occasione magnifica. Mi hanno garantito che sarò libera, è la condizione di partenza». Punto fondamentale, quest’ultimo, che scaccia ombre e dubbi, poiché lo scrittore Paolo Giordano, a lungo ritenuto il favorito nella corsa alla direzione, in tandem con Elena Loewenthal, scrittrice e traduttrice, poi confermata alla guida della Fondazione Circolo dei lettori, si era ritirato dalla corsa parlando di «ingerenze della politica» nella scelta del direttore.
Annalena è stata individuata da Cirio, Lo Russo e Viale, ma la nomina mette d’accordo tutti, accolta con soddisfazione bipartisan e commentata positivamente dal ministro della Cultura, Sangiuliano: «Ottima scelta, è una persona colta e di valore: saprà certamente fare bene». Giovane e competente: le chiavi della scelta. Donna, la prima volta nella storia. Seconda in verità, ma Giulia Cagoli, designata otto anni fa, si dimise di fatto prima di cominciare. Ferrarese di nascita e romana d’adozione, giornalista e scrittrice, lavora al Foglio dal 2001 occupandosi di cultura, ne dirige il magazine Review, cura la rubrica di libri “Lettere rubate” e l’inserto “Il Figlio” che è anche un podcast. Ha pubblicato per Rizzoli “La scrittura o la vita. Dieci incontri dentro la letteratura” (2018), mentre per Einaudi ha curato l’antologia “I racconti delle donne” (2019) e ha appena pubblicato “Annalena”. È stata inoltre autrice e conduttrice dei programmi tv “Romanzo italiano” e “Pietre d’inciampo”.
Curriculum impeccabile, da recitare a complottisti e invidiosi che tirano fuori, allusivi, parentele importanti, come se fosse una colpa essere nipote di Daria Bignardi, moglie di Mattia Feltri e nuora di Vittorio. Sembra una digressione, invece è giusto denunciare il malvezzo che tende a sminuire ogni successo senza aver mai letto un’intervista, un racconto, una recensione. La nomina, che riguarda il triennio 2024-2026, è sorprendente quindi solo perché giunta alla vigilia della conferenza stampa sulla prossima edizione, in programma al Lingotto dal 18 al 22 maggio, sigillo su un lungo periodo di polemiche legate alla scelta del successore di Lagioia. «Posso cominciare osservando il lavoro magnifico che ha compiuto, è uno scrittore che ammiro tantissimo – dice Benini -. Sono felice e onorata, emozionata e stupita per questo incarico inaspettato: per me il Salone è sempre stata la manifestazione più importante, un posto fondamentale in cui andare, a cui pensare. Una cosa bellissima. Prometto che farò il meglio che posso».
Scelta a sorpresa
Annalena Benini, giornalista e scrittrice, è la nuova direttrice del Salone Internazionale del libro. Curriculum perfetto, ma nemmeno lei s’aspettava la nomina. E quando ha saputo, il primo aprile, per un momento ha pensato a uno scherzo: «Dire no sarebbe stato folle. Occasione magnifica, mi hanno garantito che sarò libera»