Il Centro Incontri di Rittana inaugurerà sabato 29 aprile 2023 alle ore 17,30 la mostra di un insieme omogeneo e originale di opere di dimensioni variabili, realizzate a olio e collage di fotografie su tela o su tavola, dell’artista doglianese Claudio Durando, in parte già presentate nella Collettiva allestita nella Cappella del Ritiro della Sacra Famiglia di Dogliani Castello tra ottobre e novembre 2022, nell’ambito della rassegna intitolata Help di grandArte 2022. Dopo la lusinghiera accoglienza ricevuta dal pubblico affluito in buon numero, si è pensato di riproporre all’attenzione dei visitatori una nuova esposizione degli esiti pittorici di una riflessione in continua evoluzione che Durando sta conducendo da alcuni anni sul tema delle ‘sedie vuote’ inserite in specifici spazi aperti. A questa mostra si vuole collegare un laboratorio creativo destinato ai bambini, che si terrà il prossimo sabato 17 giugno e che si chiamerà appunto Cadreg’art, nel quale ogni partecipante dipingerà liberamente una propria sedia che si potrà poi portare a casa.
Tutto è cominciato dall’ideazione di un progetto di Flash Mob realizzato a Dogliani nel 2018 come una vera e propria performance collettiva all’aperto, che è consistita nell’inscenare una forma di comunicazione interpersonale, ottenuta disponendo in modo alternato tutta una serie di sedie di foggia e materiali diversi, che sono state occupate da più di seicento persone, invogliate così a comunicare tra loro. In questi suoi dipinti, però, Durando ci mostra la sola teoria delle singole sedie variamente riprodotte e del tutto svincolate dai loro occupanti. Qui si assiste a una sorta di rappresentazione di figure oggettuali dell’attesa: non conta più la presenza umana o, al massimo, il dialogo e le relazioni sono sospese o solo auspicate; domina, piuttosto, una vera e propria poetica dell’assenza, in base alla quale gli individui umani non costituiscono più un valore etico di riferimento. Gli oggetti, quindi, ovvero le sedie, perlopiù di fattura standardizzata, conquistano la ribalta, acquisendo uno status di protagonisti con la loro ‘aura’ protettiva (come ha ben colto lo studioso del paesaggio Michael Jacob nel caso affine e più denso di significati della ‘panchina’ all’interno dei giardini). L’osservatore può cogliere con lo sguardo l’importanza dei contesti naturali o urbani che circondano le sedie isolate e riconnettere tra loro tutte le tessere di un mosaico visivo in forma di piccole o grandi finestre aperte su luoghi
geografici ben determinati. A cominciare dalla terra di Langa tanto amata, Durando ci pone di fronte allo spettacolo della bellezza di uno scorcio naturalistico, fissato con pennellate veloci e costruttive, stese al disopra del collage fotografico, o ci introduce in una prospettiva di architetture storiche, dove, insomma, a prevalere, a prendere il sopravvento è la manifestazione dell’esistenza autonoma di quelle sedie solitarie, del tutto liberata dall’ingerenza umana al tempo dell’Antropocene, capace di oltrepassare l’umile condizione di elementi di design utilitaristico e di imporre una nuova dimensione scenica, sospesa in atmosfere dominate da colori e luci contrastanti e da un senso piacevole di calma e serenità.