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Le tre stagioni viste con gli occhi di una ragazzina

Sabrina Cinzia Sorìa torna nelle librerie con la storia di una giovane che vive nel Monferrato

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La scrittrice astigiana Sabrina Cinzia Sorìa torna in libreria con “Le tre stagioni”, romanzo edito dalla casa editrice La Torre dei Venti. Al centro dell’interessante narrazione – divisa in tre parti (estate, autunno e inverno), che corrispondono metaforicamente a tre fasi essenziali della vita della protagonista – vi è la storia una ragazzina di undici anni di un paese della provincia del Monferrato. La storia è ambientata all’inizio di un’estate sul finire degli anni Settanta. La protagonista, di cui nell’arco del racconto non viene rivelato il nome, gode di grande libertà po­ten­do muoversi in una casa con parecchi spazi.
Un giorno, nel nascondiglio di un vecchio armadio, trova due foto che ritraggono sua madre incinta, contrassegnate da date che le insinuano dei dubbi e la spingeranno a scoprire dei terribili segreti. Dopo il ritrovamento delle foto, infatti, la ragazzina co­mincia a prestare attenzione a gesti e discussioni dei suoi genitori e così capisce che i loro rapporti non sono così sereni come li ha visti finora il suo sguardo di bambina spensierata. Intanto la costruzione di una nuova casa nella sua strada le fa conoscere Marta. In autunno, a scuola, lei e Marta si ritrovano nella stessa classe, cementando così il loro rapporto di amicizia. Con la tensione dei suoi in sottofondo, la protagonista si dedica alla scoperta del mondo che la circonda: fantastica sul primo amore, guarda con attesa e invidia i tratti femminili delle sue compagne che in lei e Marta tardano a manifestarsi. Nel frattempo, capisce che i litigi dei suoi genitori ruotano intorno alla volontà di sua madre di avere un altro figlio e alla ferma contrarietà del padre. Scopre che avrebbe dovuto avere una sorella minore morta prima ancora di nascere, a causa di un incidente durante un litigio di cui suo padre è in parte responsabile. L’inverno inizia con le vacanze di Natale che la dividono dall’amica: Marta va in montagna, mentre lei è a casa, impegnata nei suoi riti di fede in chiesa.
Quando si rivede con l’amica, capisce che tra di loro qualcosa è cambiato. Dopo pochi giorni viene a mancare il nonno e Marta le annuncia che cambierà scuola. Verso la fine dell’inverno, si accorge poi che sua madre piange di nascosto, pianti che durano per giorni interi. Il motivo, che le sente raccontare a un’amica, è un aborto, insieme alla certezza che quel vecchio incidente le ha tolto per sempre la possibilità di avere altri figli.
Dopo aver trovato rifugio e conforto nella lettura, la protagonista si appresta a vivere un viaggio organizzato dal padre che dovrebbe riportare le cose alla normalità, conducendola a superare l’ostacolo più difficile: quello di diventare grande.
Con un linguaggio immediato e pulito, permeato di un disincanto infantile mai risibile, il procedere di brevi capitoli conduce in un viaggio metaforico, che accompagna l’ingresso di una ragazza comune nel mondo degli adulti, attraverso scoperte, piccole avventure, incontri e un pizzico di nostalgia.
L’autrice, Sabrina Cinzia Sorìa, nata ad Asti nel 1965, ha frequentato i corsi di scrittura Fondamenta Over 30 presso la Scuola Holden di Torino. Alcuni suoi racconti sono stati inclusi in antologie. Il suo romanzo d’esordio, “Il destino non c’entra”, incluso nella collana “Biblioteca degli Scrittori Piemontesi” per Baima Ronchetti Editore, ha ottenuto numerosi riconoscimenti. È risultato terzo classificato al concorso “La Quercia del Myr” 2018, secondo classificato “Premio Rèis En­creu­se-Libro che cammina” 2018, secondo classificato XVIII Con­corso “Vittorio Alfieri”, finalista nel 2018 al “Premio Giovane Holden” e al “Pre­mio Augusto Monti”.

BaNNER
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