Il Consiglio comunale rifreddese ha approvato nei giorni scorsi un ordine del giorno contro l’aumento dei costi per i comuni dovuti alle Leggi dello Stato. Più in dettaglio gli amministratori del piccolo comune della Valle Po vogliono sensibilizzare il Parlamento nazionale sul fatto che spesso e volentieri le norme che lo stesso approva hanno delle ricadute sui bilanci degli enti locali e per questa via anche sulle tasche dei cittadini.
“Purtroppo – ha spiegato il primo cittadino Cesare Cavallo – in questi anni abbiamo assistito da parte del Parlamento e dei vari Governi che si sono succeduti ad una duplice manovra nei confronti degli enti locali ed in particolare dei comuni. Infatti da un lato sono stati tagliati pesantemente i traferimenti erariali ai nostri paesi e, dall’altro, li si è caricati di un sacco di nuove attività da svolgere senza prevedere quasi nessuna risorsa per questi nuovi compiti. Rendendo più semplice in ragionamento lo Stato ha spesso fatto bella figura lasciando poi ad altri il lavoro da svolgere. Per esempio una nuova legge ha stabilito, in alcuni casi, la possibilità di separazione tra conuigi in Comune, un altra la possibilità di fare presso gli uffici comunali l’atto per la vendita degli autoveicoli, ultimamente si è deciso di dare la possibilità di depositare in comune la volontà sui trattamenti sanitari in caso di incapacità: il cosidetto “testamento biologico”. Tutte norme utili e condivisibili ma che i Comuni hanno dovuto svolgere impiegando il loro personale e le loro strutture senza avere praticamente nulla in cambio. Non parliamo poi delle circolari sulla sicurezza dove con una Legge si sono aumentati i costi delle manifestazioni più piccole all’inverosimile, della nuova contabilità economico-patrimoniale che tra programmi informatici a riclassificazioni si è mangiata sicuramente l’asfaltatura di qualche strada, oppure dell’aver trasformato i comuni in esattori delle tasse per conto di Roma con l’Imu. Tre capolavori cui si potrebbero aggiungere parecchi altri casi che non sto qui ad elencare ma che ci fanno dire che così non si può più continuare e che quando lo Stato fa una norma deve prevedere anche la copertura dei costi che questa può generare per gli altri enti.” Per queste ragioni il Consiglio rifreddese chiede alla Comera dei Deputati al Senato della Repubblica ed al Governo di “inserire in tutte le Leggi e gli atti dello Sato una norma che preveda la copertura dei costi andranno a gravare sugli enti locali in virtù dei provvedimenti dallo stesso emanati”.
Una richiesta che non si sa se troverà risposta ma che sicuramente solleva un problema di rapporti tra le varie componenti dello Stato e che a Rifreddo si augurano possa almeno smuovere qualcosa come è avvenuto con le ripetute prese di posizione sulle circolari Gabrielli.