Sono stati inaugurati, domenica 21 maggio, ad Alba, nel 29esimo anniversario della scomparsa, i giardini dedicati a Giovanni Goria in corso Europa, tra via Padre Girotti e via San Pio V, di fronte alla scuola primaria “Montessori” e a fianco all’area dove si svolge il mercato rionale del venerdì.
Con l’incarico di presidente del Consiglio, Giovanni Goria, inaugurò nel 1987 la Fiera del Tartufo Bianco d’Alba e la rinnovata biblioteca civica, un evento storico che la Rivista IDEA celebrò dedicando al presidente Goria la propria copertina e un’intervista esclusiva.
Goria, astigiano, fu testimone e attore importante nella storia politica ed economica dell’Italia e dell’Europa.
Alla cerimonia albese erano presenti, tra gli altri, la famiglia, la moglie Eugenia, i figli Paola e Marco, attuale presidente della Fondazione che porta il nome del padre, la storica collaboratrice Giovanna Margiaria e diversi politici locali che lo hanno incontrato e conosciuto durante il suo percorso politico. Margiaria, in particolare, assieme a Marco Perosino, anch’esso presente all’inaugurazione, e a Giacomo Oddero, si impegnò fortemente per l’istituzione del Centro Studi Marcora.
Tornando all’inaugurazione, sono intervenuti inoltre il sindaco di Alba Carlo Bo e l’assessore comunale al Turismo Emanuele Bolla, oltre a numerose autorità civili, religiose – a partire dal vescovo mons. Marco Brunetti -e militari. Poi lo hanno ricordato l’onorevole Marcello Coppo di Asti e gli ex parlamentari Tomaso Zanoletti ed Ettore Paganelli, unitamente al già citato Marco Perosino.
Marco Goria, dal canto suo, ha voluto sottolineare come Alba sia la prima città fuori dalla provincia di Asti ad aver intitolato uno spazio al padre.
Ha raccontato poi il lavoro della Fondazione Giovanni Goria che cerca di portare avanti le sue idee e le sue passioni al servizio del territorio, ricordando in particolare le oltre novecento borse di studio erogate.
Il primo cittadino albese Carlo Bo e l’assessore comunale Emanuele Bolla hanno dichiarato: «Goria è stato tra i più giovani Presidenti del Consiglio, nominato a soli 44 anni, ed è purtroppo scomparso troppo presto. Un politico lungimirante che si è battuto per tematiche ancora attuali, come la riduzione del debito pubblico, l’ammodernamento delle infrastrutture, la riduzione dell’assistenzialismo dello Stato, e che ha sempre cercato di investire sui giovani, anche svecchiando la politica. Lo ricordiamo tutti per il risultato elettorale straordinario in Europa, con oltre 640mila preferenze e, qui ad Alba, per l’importante riforma delle Doc nel 1992».
Nell’importante occasione, vale la pena soffermarsi sulla figura di Giovanni Goria, nato ad Asti il 30 luglio 1943. Figlio di un impiegato comunale e di una commerciante, rivela molto presto la sua vocazione politica iscrivendosi alla Democrazia Cristiana nel 1960, a soli 17 anni. Consegue il diploma di Ragioniere e la laurea in Economia e Commercio. Nel 1975, dopo essere stato a capo del movimento giovanile della Dc, diventa segretario regionale. La svolta nella carriera politica avviene nel 1976 quando Giovanni Goria, pur non avendo mai fatto parte delle amministrazioni locali, viene candidato alle elezioni politiche del 20 giugno 1976 ed eletto alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Cuneo-Alessandria-Asti. Rieletto deputato il 3 giugno 1979 è Sottosegretario al Bilancio e alla Programmazione nel primo Governo Spadolini (1981-1982), incarico dal quale si dimette nel giugno 1982 per assumere quello di responsabile del Dipartimento Economico della Democrazia Cristiana. Nel dicembre 1982 è per la prima volta Ministro del Tesoro nel quinto Governo Fanfani. È il più giovane a ricoprire tale incarico nell’Italia repubblicana. Negli anni seguenti Giovanni Goria mantiene l’incarico di Ministro del Tesoro: durante i due Governi Craxi (1983-1986, 1986-1987) e il sesto Governo Fanfani (1987), in cui detiene, ad interim, l’incarico di Ministro del Bilancio e della Programmazione Economica. Dalle consultazioni elettorali del 14 giugno 1987 sia la Dc che il Psi risultano rafforzati, il che contribuisce a mantenere uno stato di tensione, rendendo improponibile la candidatura del segretario della Dc De Mita alla guida del Governo. Si ricorre dunque a un governo di transizione e Giovanni Goria riceve dal presidente della Repubblica Cossiga l’incarico di formare l’Esecutivo. Dal luglio 1987 presiede il primo Governo della decima legislatura, assumendo ad interim anche il Ministero per gli Interventi Straordinari nel Mezzogiorno. Travagliato da una serie di successive crisi il Governo si scioglie nel marzo 1988. A giugno del 1989 partecipa alle elezioni europee, risultando il più votato della circoscrizione Nord-Ovest con 640.403 preferenze. L’attività di Giovanni Goria si sposta, dunque, dal 1989 al 1991, nel Parlamento Europeo, dove ricopre la carica di presidente della Commissione Affari Esteri. Nell’aprile 1991 si dimette per assumere l’incarico di Ministro dell’Agricoltura del Governo Andreotti. Rieletto per la quinta volta nel 1991, entra a far parte del Governo Amato come Ministro delle Finanze. Il 19 febbraio 1993, si dimette. Muore ad Asti il 21 maggio 1994.
Giovanni Goria il commosso omaggio di Alba
La capitale delle Langhe ha intitolato un’area verde all’indimenticato premier nativo di Asti