Il Comitato di quartiere Cuneo Centro lunedì 15 maggio ha invitato nella sua sede in Via Silvio Pellico il Dottor Coppola, Direttore del SERD (Servizi per le Dipendenze Patologiche) dell’ASL CN 1, per aggiornare la cittadinanza sulla situazione del consumo di droga nella nostra città e conoscere meglio il servizio pubblico che si occupa di contrastarne le dipendenze. Insieme a lui è stata invitata la Dott.ssa Elisa Gondolo della cooperativa Momo che ha condiviso elementi sul contesto di chi vive in grave marginalità, ovvero in condizioni ad alto rischio di sviluppare una dipendenza perché privo di rete sociale.
Il primo dato allarmante illustrato è l’età degli utenti del SERD, che negli ultimi anni è calata vertiginosamente: si rivolgono al servizio ragazzi e ragazze molto giovani, anche minorenni, accompagnati dalle famiglie di solito dopo un fenomeno psicotico dovuto all’uso di sostanze.
Con queste parole il Dottor Coppola ha aperto l’incontro a cui hanno partecipato una trentina di persone tra cui molti residenti del quartiere: “Il consumo di droga è aumentato nel mondo in modo disastroso e internet ne permette l’acquisto 24 ore su 24. Inoltre è cambiata la qualità e il tipo di sostanze, rispetto a 15-20 anni fa. Oggi distinguere tra droghe leggere e pesanti è irragionevole e poco utile perché, considerando ad esempio la cannabis, la quantità di delta-9-THC, il suo principio attivo, è aumentata da farla somigliare più ad uno stimolante come la cocaina. Poco invece si riesce a sapere delle 1000 sostanze nuove che non riusciamo a rintracciare e che non si possono sequestrare in quanto sostanze non tabellate. Oggi, più del 16% della popolazione mondiale consuma sostanze psicotrope, e la percentuale duplica tra i giovani. Tra le più potenti, la cocaina e il suo derivato, il crack, si sono diffusi ampiamente nei vari paesi del mondo, inclusa la provincia Granda. Infatti, oggi i giovani li trovano più facilmente che non la cannabis. Questo vuol dire che tra 10 anni i Servizi di salute mentale saranno pieni di pazienti con disturbi indotti perché queste sostanze compromettono il neurosviluppo.”
La voglia di sapere qualcosa in più sul fenomeno è emersa dalle domande dei partecipanti, che hanno sottolineato come nel dibattito pubblico ci sia una forte attenzione all’offerta – ossia chi vende – mentre poche volte ci si concentra nel vedere chi compra. Se il mercato è in crescita è in gran parte dovuto al fatto che la clientela non manca. Come fare per capire quali sono i motivi che portano le persone, in particolare i giovani, ad avvicinarsi sempre più alle sostanze?
“Nelle grandi città si è più abituati alla droga e la si vede di meno rispetto ad una città piccola come Cuneo, soprattutto se lo spaccio e il consumo visibile (pochissima parte rispetto a quello che avviene porta a porta) si concentra in un quartiere centrale come questo. Infatti, dove ci sono diversi disagi – povertà economica e abitativa, marginalità sociale, immigrazione irregolare- le sostanze fanno da padrone perché diventano un modo per non pensare, per guadagnare dei soldi e per speculare su chi non ha altro per vivere. La questione si complica quando gli effetti delle sostanze non si limitano a favorire la socializzazione, ma contribuiscono a determinare episodi psicotici, aggressività, violenza, e poco senso del limite.
Nei nostri interventi facciamo più fatica con i giovani, che non hanno il senso del limite e si percepiscono come “immortali”. E in un tossicodipendente, quando manca la motivazione per uscirne, è tutto più complicato se non impossibile. Per farvi capire che cos’è la dipendenza pensate al senso di piacere che vi danno la cosa o la persona più cara che avete su questa terra: moltiplicatela per un milione. Trovare qualcosa che dia motivo di abbandonare quel comportamento, è difficile”.
Con quali strumenti interviene il SERD?
Per la cocaina non esiste una terapia farmacologica specifica, come per la dipendenza da oppiacei. Dobbiamo reinventarci e adattarci caso per caso. Qui a Cuneo ad esempio, abbiamo in progetto di avviare un centro per la stimolazione magnetica transcranica in modo da avere uno strumento in più per intervenire sulla dipendenza da cocaina. Purtroppo però, i nostri servizi funzionano a malapena: c’è una carenza di personale, non si presentano medici ai concorsi. L’ASL CN 1 aveva 9 sedi e ora solo più 4. Siamo in grave difficoltà perché ci sono pochi soldi e molti utenti. Inoltre le comunità per percorsi di disintossicazione hanno liste d’attesa lunghe e scarseggiano le possibilità di seguire percorsi di reinserimento per chi vuole realmente uscirne. Senza quell’ultimo tassello è difficile che la persona si riabiliti davvero. Le comunità sono contesti estraniati dal mondo. Le persone devono imparare ad affrontare le difficoltà nel mondo reale, supportati in percorsi di semi autonomia. E’come voler allontanare l’inverno spazzando la neve fuori dalla porta. Ma non è la neve che porta l’inverno, ma esattamente il contrario. Se non si può dare un’alternativa, molto probabilmente chi consuma torna indietro. La dipendenza è questa.
Spesso invece, ci sono persone a cui non importa niente di guarire, smettere, ma vengono per far piacere alle famiglie o per problemi giudiziari. In quel caso, facciamo riduzione del danno: ci limitiamo solo ad allungare la loro vita il più possibile. E qui è importante ricordare che i morti per dipendenza da sostanze sono 200-300 all’anno in Italia e 300 mila nel mondo. Mentre per dipendenza da alcool sono 20 mila all’anno in Italia e 3 milioni e mezzo nel mondo. Una sostanza legale, ma pericolosissima.
Cosa si può fare?
La legalizzazione ha i suoi pro e i suoi contro. Quello che sicuramente si deve fare è lavorare sulle famiglie e con i Servizi territoriali, sia per migliorare il contesto sociale, sia per prevenire il consumo. Questo vale ancor di più per chi è solo o irregolare e necessità di un tessuto sociale di prossimità.
Su questo tema il Comitato di Quartiere chiede, da 4 anni, interventi di prossimità con équipe multidisciplinari per attività educative, di mediazione culturale e di accompagnamento sanitario e psicologico, mutuando esperienze avviate in altri contesti urbani, raccolte e divulgate alla cittadinanza. Per questo motivo si è lasciato spazio alla condivisione del progetto “Avviso 4”, uno strumento di presa in carico abitativa e di accompagnamento in strada a persone in grave marginalità coordinato dal Consorzio Socio-Assistenziale del Cuneese e in partenariato con cooperative sociali. L’attività si avvicina alle richieste del Comitato, poiché prevede équipe di professionisti diversi e opera su una tipologia di soggetti che spesso interessano l’area della zona stazione. Tuttavia, il servizio opererà due ore a settimana, per cui il Comitato chiede di poter concentrare l’attività nel quadrilatero della stazione e si rivolge agli enti competenti, all’amministrazione comunale e tramite essa alle istituzionali delle politiche sociali, affinché recuperino altre risorse per implementare significativamente il servizio. Avviso 4 segue precedenti interventi sulla marginalità sociale, che a Cuneo è caratterizzata da persone conosciute senza fissa dimora insieme a migranti in condizione di emarginazione, sia per problemi con la giustizia sia a causa del quadro normativo reso sempre meno efficace per una piena integrazione.
Chiudendo sulla tossicodipendente, il dott. Coppola rimarca “Noi come SERD siamo molto presenti, ma il problema è che non sappiamo quale sia lo strumento più adatto per la prevenzione. I ragazzi sono cambiati: accettano solo informazioni che viaggiano veloci. Stiamo cercando di usare la tecnologia per far vivere certe esperienze in modo da renderli consapevoli dei rischi, ma il confine tra ciò che può dissuaderli da un certo comportamento e ciò che può invece affascinarli e invogliarli, è molto sottile. Ci sono molti modelli operativi validati a livello Europeo e l’innovazione in questo settore è in continua evoluzione. Quello che quasi sempre porta dei risultati è umanizzare il più possibile il Servizio e l’assistenza: presentarci come persone che accolgono persone. Questo ci permette di avvicinarci più intimamente a certe situazioni difficili, per poter poi provare ad intervenire. Sicuramente parlare di certi temi non può che facilitare la comprensione del fenomeno e motivare a trovare soluzioni.”
Il Serd di Cuneo si trova in Corso Francia 10. Per contatti telefonici: 0171450128. email: [email protected]
Il Comitato di quartiere Cuneo Centro si può contattare per mail a [email protected], o tramite la pagina facebook “Cittadini Attivi del Quartiere Cuneo Centro”.