Conterno, Cia: «Per i vigneti un’annata 2023 da tenere sotto controllo con molta attenzione»

Le riflessioni del vitivinicoltore di Monforte d’Alba e presidente provinciale dell’organizzazione agricola: «La pioggia ha portato benefici, ma urgono progettazioni su invasi, micro-invasi e irrigazione di soccorso. Al momento ci sono parecchi grappoli appesi ai tralci, anche se i conti si faranno solo dopo la vendemmia»

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Claudio Conterno, presidente provinciale di Cia Cuneo, dal 1982 è titolare, insieme a Guido Fantino, di un’azienda vitivinicola, con certificazione biologica, a Monforte d’Alba. Una persona del mestiere di lungo corso alla quale chiediamo di spiegarci quali sono le prospettive per la campagna 2023.

Afferma Conterno: «Se non avesse piovuto avremmo avuto parecchi problemi da gestire in questa stagione, ma anche in quelle successive. Le viti sono piante eccezionali, con un apparato radicale molto sviluppato. Quindi, riescono a sfruttare al meglio la risorsa idrica disponibile. Però, se un anno ne togli loro una parte, l’anno dopo un’altra e così via, come è accaduto negli ultimi periodi per la siccità, di acqua accumulata nel terreno non rimane più traccia. E allora anche la vite si ferma. Invece, le precipitazioni hanno ripristinato in buona parte le falde acquifere».

Portando, però, qualche problema?
«L’agricoltura si deve adeguare al clima. Nel mese di maggio e a inizio giugno quasi tutti i giorni ha piovuto. Se tutto ciò – ripeto – è servito a tamponare, per il momento, la questione siccità, e se non pioveva la situazione era decisamente più critica, adesso dobbiamo correre nelle lavorazioni sui vigneti, perché c’è meno tempo per effettuare gli interventi necessari durante questo periodo. Infatti, dopo l’acqua e con l’arrivo del caldo bisogna contrastare il maggiore sviluppo delle patologie fungine – peronospora, oidio e botrite – e tenere puliti e in ordine i terreni dal germoglio a velocità impressionante delle erbe spontanee. Come in passato, però, riusciremo a fare tutto».

L’acqua caduta è sufficiente?
«L’agricoltura di oggi non può più continuare ad affidarsi alla pioggia che viene dal cielo per “salvare” la stagione. Anche perché spesso cade in forme e quantità devastanti, come è avvenuto in Emila Romagna. Di conseguenza rimane stringente l’appello alle Istituzioni di iniziare la pianificazione di invasi e micro-invasi per raccogliere l’acqua da poter usare, poi, nei periodi siccitosi. A cui si deve aggiungere un progetto per l’irrigazione di soccorso. Perché senza acqua non produci qualità».

La questione dei costi energetici?
«Si stanno assestando, ma sono sempre alti. L’unica strada da percorrere è quella di installare il fotovoltaico sulle strutture aziendali, come previsto dal bando incentivi “Parco Agrisolare”. Dobbiamo renderci il più possibile autonomi nel fabbisogno. Dalle ultime informazioni che abbiamo potrebbe essere superata la norma con la quale si consentiva di accedere ai finanziamenti solo la produzione di energia era destinata all’autoconsumo. E questo va bene. Certo, poi, chi costruisce un impianto che immette energia in rete, riceverà un contributo minore».

In conclusione, come vede lo sviluppo della stagione 2023?
«Da tenere attentamente sotto controllo, perché avremo problemi di peronospora e oidio. Come le annate 1996, 2002 e 2014. Al momento ci sono molti grappoli appesi ai tralci, quindi la raccolta dovrebbe essere buona. Anche se i conti si faranno solo dopo la vendemmia».