L’approfondimento che vi proponiamo questa settimana da Bra è un racconto che va ben oltre i confini della città della Zizzola: si tratta di un entusiasmante giro d’Italia; un giro che, però, non ha niente a che fare con la corsa a pedali che ha colorato Bra di rosa lo scorso 18 maggio, ma che riguarda l’inconfondibile rumore della Vespa. A parlarcene è Giovenale Beltramo, per tutti “Lino gas”. Ex vicepresidente del Vespa Club Bra “La Zizzola”, ad aprile, assieme ad altri tre amici, è stato protagonista del “tour italiano in Vespa”.
Beltramo, com’è nata l’idea del tour per l’Italia?
«La paternità è dell’amico Dario Di Dio. Ci aveva proposto, una volta in pensione, di salire in sella e di fare un giro per l’Italia in Vespa. Tra ottobre e novembre dello scorso anno ne abbiamo parlato ed è stato abbozzato il progetto, con l’ipotesi di partire ad aprile 2023. L’idea era quella di toccare tutte le regioni italiane, ad eccezione della Sardegna. E così è stato, dall’11 al 25 aprile scorsi. Partiti da Bra, abbiamo fatto tappa a Pisa, Roma, Matera, Tropea, fino a raggiungere la Sicilia e percorrerla tutta. Abbiamo guidato su strade statali, provinciali e qualche tratto di autostrada. Al ritorno, abbiamo viaggiato sul litorale adriatico dopo aver attraversato Calabria e Puglia. Siamo passati vicino al Friuli, a Riva del Garda e ad Aosta; poi il ritorno a Bra. Pranzo al sacco, cena nei luoghi dove ci fermavamo per pernottare. Ci siamo sempre organizzati tappa dopo tappa, chiedendo suggerimenti alle persone del posto. Ovviamente, i menù erano rigorosamente a base di piatti tipici della zona. In tutto, l’avventura, affrontata con tre Vespe e uno Scooter 350, è durata 4.880 chilometri!».
Non abbiamo ancora svelato i nomi degli altri due protagonisti del viaggio…
«Oltre al sottoscritto e a Dario Di Dio, hanno compiuto il tour Michele Bernocco e Piero Fogliato. Quattro amici che si conoscono da una vita e condividono la passione dei viaggi, unitamente a quella dei motori. Ad aprile abbiamo incrociato parecchio freddo e tanta pioggia, ma non ci siamo scoraggiati. Nel Centro-Sud Italia, abbiamo trovato gente squisita e ospitale. Ma in generale, in tutto il tragitto, ci siamo imbattuti in realtà splendide e in persone di cuore. In tanti, si sono sorpresi della nostra avventura e quasi non credevano ai chilometri che avevamo percorso e che ancora dovevamo fare. Con due o tre telefonate al massimo abbiamo sempre trovato un posto dove mangiare e dormire. Ci siamo divertiti un mondo: lo rifarei domani, anzi già oggi».
Il percorso era stato pianificato a tavolino?
«Fino a un certo punto. Avevamo definito le regioni e le città da raggiungere, ma non le singole tappe. Decidere “step by step” è stato molto bello. Ci siamo sempre affidati al navigatore dei nostri telefoni. Abbiamo pure trovato il tempo per parcheggiare i nostri mezzi di trasporto e visitare, a piedi, chiese, basiliche, musei e altri luoghi d’interesse. Abbiamo documentato il viaggio con foto panoramiche e foto ricordo».
Cosa resta dell’impresa?
«Spesso si sale sull’aereo per andare in posti all’estero, lontani. Per carità, in giro per il mondo ci sono luoghi che lasciano a bocca aperta. In tutta onestà, posso dire di aver toccato con mano l’estremo fascino del nostro Paese. Quindici giorni però sono pochi, forse non basterebbe un anno intero. L’Italia è spettacolare e la maggior parte degli italiani altrettanto. E poi è stata la prima volta in assoluto di noi quattro da soli insieme. Con i Vespa Club, invece, avevamo già fatto viaggi e raduni».
Il prossimo viaggio?
«Vorremmo fare il tour della Sardegna, esclusa, per ragioni logistiche, dal viaggio appena concluso. Ci organizzeremo per il 2024».
C’è un’immagine che non scorderà mai più?
«A Pisa ci siamo dati appuntamento con il Vespa Club e abbiamo cenato insieme. In Sicilia, invece, ci siamo incontrati con un nostro caro amico. E poi abbiamo fatto amicizia con il Vespa Club di Villa San Giovanni. Insomma, non c’è un’immagine sola: i ricordi indelebili sono tanti».