Bene il decreto Flussi integrativo, ma non tempestivo per molte raccolte nei frutteti cuneesi

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La raccolta dei mirtilli è una delle prime ad inaugurare la stagione frutticola nel Cuneese

Dopo averne fatto il tema di discussione centrale della propria assemblea annuale a Caramagna Piemonte lo scorso 6 luglio ed aver ribadito, proprio in quella sede, tutte le impellenti necessità e le numerose criticità del settore agricolo relative al tema del lavoro, Confagricoltura Cuneo con il suo presidente Enrico Allasia torna su questi temi e, in particolare, sul nuovo decreto Flussi che prevede l’ingresso di ulteriori 40.000 lavoratori e lavoratrici non comunitari per motivi di lavoro stagionale, a valere sulle domande già presentate lo scorso marzo.

“Prendiamo atto dell’attenzione del Governo che, resosi conto delle criticità del comparto primario, ha prontamente emanato il Dpcm con la “Programmazione dei flussi d’ingresso legale in Italia dei lavori stranieri per il triennio 2023-2025”, fortemente voluto da Confagricoltura – dice Enrico Allasia -. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di questo decreto Flussi integrativo, tuttavia, è avvenuta solo il 14 agosto con molte campagne di raccolta ormai in pieno svolgimento in provincia di Cuneo. Numerose aziende, specie nel distretto frutticolo del Saluzzese, infatti, si sono dovute organizzare diversamente, ormai da settimane, per far fronte alle varie operazioni. Auspichiamo invece che il provvedimento possa essere utile per le raccolte delle varietà autunnali e nei vigneti”.

La difficoltà a reperire manodopera disponibile e adeguatamente qualificata da impiegare in agricoltura è ormai endemica, ricorda Confagricoltura, che fa notare come la componente di lavoratori stranieri nel comparto presenta un’incidenza superiore a tutti gli altri settori produttivi. Nelle campagne italiane quasi un terzo dei lavoratori è straniero e rappresenta il 32% del totale degli operai agricoli in Italia. Continua a cambiare anche la geografia di provenienza: aumentano gli extracomunitari, in particolare indiani, albanesi e marocchini. “Siamo soddisfatti dell’attenzione del Governo al tema, ma occorrono iter più snelli per adattarsi meglio ai tempi delle aziende agricole che, inevitabilmente, sono da sempre legati a quelli della natura”, conclude Allasia.