I prezzi dell’ortofrutta lievitano dal campo alla tavola, con pesche vendute sugli scaffali a non meno di 2 €/Kg, albicocche che non si trovano a meno di 3,50 €/Kg, susine a 3 €/Kg e oltre, mentre gli ortofrutticoltori, essendo gli ultimi ad essere remunerati, incassano le briciole scontando tutte le inefficienze e gli errori di chi sta a valle della filiera. A rischio è la tenuta di uno dei comparti più rappresentativi dell’agroalimentare Made in Cuneo, l’ortofrutticoltura, che vale oltre 400 milioni di euro. È quanto evidenzia Coldiretti Cuneo alla vigilia della 94esima Mostra Regionale Ortofrutticola “Città di Cuneo” in programma da domani, venerdì 8 settembre, a domenica 10 settembre a San Rocco Castagnaretta, dedicata alle eccellenze ortofrutticole dell’annata.
Un’annata in chiaroscuro con produzioni di buona qualità ma mediamente inferiori rispetto alla media, a causa dell’alternanza produttiva e del clima: hanno inciso il caldo eccessivo e la siccità delle ultime campagne produttive, le gelate primaverili a macchia di leopardo e gli episodi grandinigeni localizzati, contenuti nei danni dagli impianti antigrandine diffusi sul territorio.
In linea generale le quotazioni risultano interessanti anche se – ricorda Coldiretti Cuneo – la stragrande maggioranza dell’ortofrutta Made in Cuneo è ceduta a conferimento e per i produttori sia la contestazione della qualità commerciale che la liquidazione avverranno molti mesi dopo la raccolta; oltretutto, negli ultimi anni il pagamento a saldo delle partite è stato ulteriormente ritardato.
Ad esempio, per la frutta raccolta nel 2022 le liquidazioni ai produttori sono arrivate nella maggioranza dei casi fra la primavera e l’estate di quest’anno, anche se non sono rari i casi in cui i produttori sono ancora in attesa, e sono risultate così basse da non coprire neppure i costi di produzione. È accaduto per le susine, per le pere, per le mele, mentre le remunerazioni di pesche e albicocche hanno almeno coperto i costi assestandosi su valori comunque più bassi della media delle quotazioni di altre regioni italiane.
Si crea così una forbice esagerata tra il prezzo, ridotto ai minimi termini, riconosciuto agli agricoltori e il prezzo altissimo pagato dai consumatori, come emerge dai dati ISTAT sull’andamento dell’inflazione ad agosto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con i prezzi al dettaglio aumentati del +20,2% per la verdura e del +9,4% per la frutta.
“Una situazione insostenibile – denuncia Paolo Quaranta, Presidente Coldiretti di Zona Cuneo – che danneggia tanto i consumatori quanto gli agricoltori, prime vittime della speculazione. Infatti, essendo gli ultimi ad essere remunerati, gli ortofrutticoltori incassano le briciole, pagando tutte le inefficienze e gli errori di chi sta a valle della filiera. Tutto ciò si aggiunge ai cronici ritardi del Decreto Flussi per il reperimento della manodopera stagionale e ai ritardi nei rimborsi dei premi delle polizze per la gestione del rischio, ai sensi della Misura 17 del PSRN”.
“Nonostante sia in vigore il Decreto sulle pratiche commerciali sleali, le speculazioni lungo la filiera ortofrutticola restano più vive che mai, mettendo in grave difficoltà i produttori, già alle prese con i pesanti rincari dell’ultimo anno e mezzo, dai carburanti ai fertilizzanti, dalle macchine agli imballaggi fino alla logistica” evidenzia Enrico Nada, Presidente provinciale di Coldiretti Cuneo.
“Ribadiamo l’urgenza di dare piena applicazione alla norma sulle pratiche sleali, strumento che abbiamo fortemente voluto per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera agricola e alimentare, difendere il potere contrattuale degli agricoltori dallo strapotere delle grandi catene distributive ed evitare, ad esempio, che il massiccio ricorso alle offerte promozionali venga poi scaricato sulle imprese agricole” conclude il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.