Anche a 80 anni Roger Waters è in prima linea

Battaglie ideologiche e musica straordinaria: il fondatore dei Pink Floyd non si arrende mai

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Anche adesso che ha appena compiuto 80 anni, si può dire che Roger Waters non sia mai cambiato. È sempre stato un uomo controcorrente, orgogliosamente anarchico (musicalmente e non solo), eccessivo, beffardo, fuori dalle righe e dagli schemi. Spinto da un’inesauribile ambizione oltre che da valori ben chiari, profondi, umanitari. La stessa ambizione che, fin dall’inizio, lo ha portato a immaginare e poi a creare i Pink Floyd, gruppo che fin da subito si è posto obiettivi alti, altissimi, ricevendo un successo immediato e poi una crisi prematura, legata proprio al carattere sensibile del suo leader. Ma che in quel caso, seppe interpretare al meglio mantenendo saldamente il ruolo. E il gruppo ha poi scritto pagine storiche, anzi mitiche.
Uno con un carattere così non poteva che essere stato autodidatta. Il che non gli ha impedito di suonare il basso con uno stile straordinario, quello alla base della magia dei Pink Floyd, amatissimi in tutta Italia e nel mondo. All’interno delle dinamiche e degli equilibri della band, solo David Gilmour – arrivato in un secondo momento, al posto del “poeta maledetto” Syd Barrett – poteva insidiare Waters nella leadership, ma alla fine il vero regista è rimasto sempre lui contribuendo, come tale, in maniera so­stanziale anche ai testi del­le canzoni, guidando ufficialmente il gruppo a partire dall’iconico “The dark side of the moon”.
Orfano di guerra (il padre morì durante lo sbarco al­leato di Anzio), figlio di una madre impegnata politicamente, ha sempre avuto una visione concettuale distante da quella degli altri componenti della band, specie Wright che infatti verrà allontanato mentre con Mason e Gilmour la convivenza è andata avanti pur se con diffuse difficoltà. Questa situazione però non poteva che portare alla se­parazione, a percorsi diversi. O meglio, all’uscita dello stesso Waters dal gruppo (parliamo di una quarantina di anni fa): lui aveva immaginato un punto di non ritorno (componendo infatti “The final cut”), ma fu Gilmour a non adeguarsi a quell’idea e così a quel punto i Pink Floyd sopravvivono per altri due album senza particolare talento, mentre l’ex leader intraprende una carriera da solista che produce alcuni gioielli (“Amused to Death” del 1992 è stato quello che ha ottenuto il successo maggiore) e sempre più assume connotati politici a favore della pace e della giustizia sociale, contro i potenti e le sopraffazioni, contro la disparità sociale.
Sempre in battaglia, sempre in prima linea. Anche adesso a 80 anni. Non a caso ha appena pubblicato nientemeno che una versione aggiornata e rinnovata di “The dark side of the moon”, in chiave “redux” e in uscita il giorno 6 ottobre. Roger non si arrende mai. A proposito di spirito combattivo e di suo padre, morto in Italia, va detto che era un fiero pacifista ma si arruolò nell’esercito per combattere contro nazisti e fascisti proprio in Italia. Quando fu ucciso in guerra, Roger aveva solo 5 mesi. Un evento che avrebbe inciso profondamente sulla sua ispirazione artistica, lasciando al tempo stesso una sorta di eredità spirituale.
Prima dei Pink Floyd, il futuro leader aveva già fondato i Sigma Six al fianco degli amici Nick Mason e Richard Wright, presto raggiunti da Syd Barrett. La musica era rhythm’n’blues, nulla a che vedere con lo sviluppo successivo e le sonorità psichedeliche dettate però da una visione punk. La stessa che, in fondo, ha sempre spinto Waters sulla strada di un’ostinata traiettoria professionale, libera e senza schemi. E sempre più corrosiva.
Un aneddoto: due anni fa Waters partecipò a un evento organizzato in favore di Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks che ancora oggi è incarcerato per aver diffuso notizie che il sistema avrebbe voluto tenere nascoste. Un tema questo, censurato sui social di Zuckerberg. E siccome poco prima proprio il proprietario di Facebook aveva chiesto al frontman dei PF l’autorizzazione a utilizzare “Another brick in the wall” offrendo molto denaro, sul palco del convegno lui tirò fuori da una cartellina un foglio con una scritta eloquente: «Fuck you! No fucking way!». Duro, ostinato e incorruttibile. Waters continua a vivere di questa grande energia.