Una vita scandita da episodi che raccontandoli dopo diversi anni, delineano come talvolta la casualità e il destino giochino un ruolo nel percorso personale di ciascuno. «Era il 1° maggio 1972, data che non scordo», sottolinea Giulio Abbate. «Avevo appena concluso il servizio militare e in quella giornata mi accaddero due piccoli incidenti automobilistici con ragione. Quando andai all’agenzia Generali di piazza Savona ad Alba per denunciare l’accaduto, il cav. Germano dopo un po’ di domande sui tamponamenti avvenuti, mi propose di lavorare per la sua agenzia. Mi mandò ad un corso di formazione ad Asti e ricordo le difficoltà di quegli anni in cui suonavo i campanelli in zona Praia. Avevo 22 anni e caratterialmente ero timidissimo, ma sono sempre stato determinato. Tanto per rendere l’idea: cominciammo il corso in 14 e finimmo in 3… Questa esperienza mi è servita, mi ha permesso di rientrare ad Alba e seguire la carriera assicurativa classica. Poi, piano piano, i primi clienti con le polizze infortunio agli amici del bar con i quali giocavo a calcetto. Parallelamente l’agenzia di piazza Savona conobbe, dopo trent’anni di gestione del cav. Germano, cinque avvicendamenti societari, sino all’ultima del 1978 che per problemi di salute dell’allora titolare non garantì continuità».
E così lei è sceso in campo…
«Venni nominato “alter ego” e rimasi con questa qualifica sino al 1982 quando entrai in società con Franco Miglietta che è stato per trent’anni il mio maestro, un’amico schietto e leale dal quale ho davvero imparato moltissimo. Con lui ho lavorato sino al 2008 e poi ho continuato da solo sino al 2020».
In questo settore condurre un’agenzia da soli è una rarità e per guardare al futuro è certamente stato basilare anche un grande impegno…
«Esatto. Una dedizione scrupolosa, attenta e costante: quando sono partito l’agenzia aveva un portafoglio di 600 milioni di lire, oggi siamo oltre i 10 milioni di euro. C’è stato innegabilmente uno sviluppo, legato all’acquisizione delle migliori e più importanti aziende locali. Con Franco Miglietta siamo riusciti davvero a conquistare tanti clienti grazie alla preparazione e all’attenzione ai dettagli che in questa professione fanno davvero la differenza. E tra le tante soddisfazioni, quella di raggiungere tra i pochi in Italia gli obiettivi prefissati dalle Generali, ma soprattutto essere un’agenzia invidiata per coesione del team e velocità di risposta ai propri assicurati».
Poi l’incontro recente con Mario Marinaccio e Dario Bonetto…
«In verità con Mario la conoscenza è di lungo periodo. Lui è in compagnia da oltre trent’anni, è stato agente a Bra, poi a Mondovì… Qualche anno fa ci sfiorammo, accarezzammo l’idea di diventare soci: ora i tempi sono maturati, in virtù anche dell’avvicinamento alla mia pensione… Con Dario Bonetto invece, il rapporto è maturato più recentemente, ma subito si è instaurata una buona sinergia. Così mi sono convinto, dopo il loro avvicinamento il 27 maggio del 2020, nel periodo del Covid, e impegnato a dar vita ad una nuova formula d’appalto per l’agenzia di piazza Savona. Continuo la mia collaborazione leggermente meno in prima linea, ma si sa il rapporto con i clienti è così saldo e gratificante che è impossibile per me non pensare a questa attività e a Generali che è parte integrante della mia vita!».
A fianco della professione non sono mancate tante altre attività, o meglio passioni…
«In primis lo sport: sono stato giocatore, dirigente e poi presidente dello sferisterio Mermet di Alba per oltre trent’anni. La pallapugno per me è stato un amore grande, che mi ha concesso notorietà, offrendomi la possibilità di farmi conoscere anche alle aziende. Giocavo con Felice Bertola, anche lui un nostro collaboratore e promotore dei sani valori dell’attività agonistica… Poi nel 1999, un’altra passione coltivata per 10 anni: la politica che mi ha portato in Consiglio Comunale ad Alba, prima come consigliere allo sport, poi come vicesindaco ed infine come assessore allo sport e ai gemellaggi… Negli ultimi anni mi sono appassionato alla cucina, un hobby diventato realtà grazie all’apertura di un ristorante nel centro storico cittadino».
Ai più giovani un consiglio?
«Il lavoro è passione, ma è anche saper costruire autentici rapporti umani. In un momento storico in cui si parla per e-mail, messaggi vocali, pagamenti tramite bonifico, ritengo sia costruttivo consigliare alle nuove generazioni un approccio diverso, costellato di rapporti umani, di amicizia, di dialogo».
Cosa farà Giulio Abbate tra 10 anni?
«L’augurio è che la salute mi accompagni… Ho 74 anni ma l’entusiasmo e la voglia di lavorare di un ventenne… Però so che è il momento di lasciare spazio ai giovani… E io so di aver fatto la scelta giusta!».