Borgo dei Brichèt, una storia e ben 14 vittorie

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Il Borgo dei Brichèt si è aggiudicato per la quattordicesima volta, domenica 1° ottobre il drappo del Palio della 93esima edizione della Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba
dipinto dall’artista albese Eugenio Tibaldi intitolato “Simposio n.5”.

«È stata una netta affermazione quella del fantino Gianluca Zahand», sottolinea il presidente Fabrizio Campigotto, «già evidente nella prima batteria e confermata al termine di una finale condotta in testa dall’inizio alla fine. Una nuova ed entusiasmante vittoria che ci ha regalato forte emozioni e tante soddisfazioni».

Torniamo agli aspetti storici: questo borgo nel quartiere di San Giovanni è riconoscibile grazie ad uno stemma a forma di scudi inquadrato, sormontato da una corona comitale e ornato con rami di alloro e quercia che simboleggiano onore e forza. Nei quattro quarti sono raffigurati torri e monticelli, e su tutto si sovrappone lo stemma di Alba. Gli smalti sono il rosa, il turchese e l’argento.

Il fotoservizio è a cura di Mauro Gallo

Il borgo conserva intatti monumenti storici significati per Alba: antiche architetture medievali che coronano l’antica piazza Elvia o piazza Nova; il palazzo Marro (casa Graziano), definita il Castellaccio e la casa Riva, entrambi interessanti per la loro struttura di casa-torre conservatosi pressoché integra. Il borgo ingloba ancora nel suo perimetro i più bei simboli architettonici inseriti tra il Medioevo e il Rinascimento. Tra questi emerge il palazzo Belli, sede della Famija Albèisa.

Al periodo Medievale appartengono invece le torri delle antiche famiglie di Alba: quella detta Sineo e poi quelle di casa Paruzza e Astesiano che si affacciano su via Cavour.
Questa via, dedicata un tempo a San Francesco e meglio conosciuta come contrada del Tanaro, è definita nel primo tratto, verso piazza Risorgimento, dalla facciata del palazzo medievale noto come casa Sacco, ma che anni addietro era detta Casa Giuliano e Loggia dei Mercanti.
Il palazzo, oltre che per i suoi fregi in cotto, è interessante per i suoi portici, un tempo molto ampi e forse usati per il mercato delle granaglie, che nella nostra zona era sempre fatto al coperto.

Al lato opposto della strada, la casa Paruzza che ingloba la torre medievale, oggi sede di Banca d’Alba, si presenta con una facciata rimodellata da un bel decoro ottocentesco.
Un tempo in quest’area, la contrada era abbellita dalla chiesa gotica di San Francesco che fu demolita nel 1813, durante il periodo Napoleonico per ingrandire la piazza.

I monticelli che hanno dato il nome al borgo (piccoli monti, cumuli di terra, ossia brichèt) delimitavano probabilmente il lato orientale della piazza antistante la Chiesa di San Giovanni alla quale nel 1834 venne rifatta la facciata e nel 1876 i fratelli Vittino di Centallo posarono un nuovo organo sulla tribuna. Nel 1884 il canonico Nicolao Strumia rialzò la chiesa di circa quattro metri e su disegno dell’ingegner Fantazzini di Torino costruì una nuova facciata e il soffitto a cassettoni ancor oggi presente. Oggi sono numerose e di grande pregio le opere d’arte antiche in esso conservate.

Nell’albo d’oro della corsa il Borgo dei Brichet allunga con 14 vittorie (1971, 1972, 1974, 19777, ’78, ’81, ’86, 2000, 2003, 2006, 2009, 2017, 2022 e ora 2023, più una revocata nel 1987).