È cuneese, e rappresentato dal 20enne di Margarita Lorenzo Mellano, uno dei cinque progetti vincitori della “call for ideas” dal titolo “I giovani costruiscono il futuro delle regioni”. Promossa dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nell’ambito della seconda edizione de “L’Italia delle Regioni”, svoltasi nei giorni scorsi a Torino, è stata ideata con l’obiettivo di far conoscere e ascoltare il punto di vista dei ragazzi tra i 18 e i 28 anni e far emergere una proposta concreta che tenga conto di alcuni indicatori come la fattibilità, la sostenibilità, l’impatto sul territorio, l’innovazione e la digitalizzazione.
Mellano, rappresentante dell’Its Agroalimentare del Piemonte, indirizzo Agricoltura di Precisione, con sede a Fossano, ha avuto l’opportunità di presentare la sua proposta al tavolo di lavoro sulla difesa del territorio, che si è tenuto alla presenza, tra gli altri, del ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci. Gli altri quattro progetti premiati sono: “Italnovazione” di Matteo Pierucci (Macerata, classe 2003); “Igea – Centro Diurno Psichiatrico” di Alessia Simone (Milano, 1999); “Centri di aggregazione e socializzazione tra giovanissimi ed anziani” di Enrico Piciulin (Gorizia, 1997); “La rete dei FabLab regionali per l’attrazione dei talenti” di Angelo Vito Graziano (Bari, 1994). Noi della Rivista IDEA abbiamo colloquiato con lo studente cuneese.
Mellano, il vostro progetto che è stato premiato si intitola “Orto Lunare”. Com’è nata l’idea?
«Il progetto è stato realizzato a scuola con i miei compagni, per la fiera “We make future” di Rimini. Lo abbiamo presentato per il Festival delle Regioni e ci siamo ritrovati tra i vincitori: ne siamo molto soddisfatti e questo ci riempie d’orgoglio. Non pensavamo di arrivare così in alto, anche se ci abbiamo sempre creduto. È stata poi una grande emozione parlare al “Tavolo per la difesa del territorio”, un compito molto difficile, ma siamo fieri di averlo proposto ai ministri e ai rappresentanti delle Regioni».
Qual è la filosofia che sta alla base del vostro progetto?
«Il nostro progetto propone un ecosistema agricolo intelligente che utilizza la tecnologia di precisione per garantire raccolti sicuri e di alta qualità, riducendo al contempo l’impatto ambientale».
Come funziona in concreto?
«Il nostro Orto Lunare utilizza il metodo idroponico (una tecnica di coltivazione fuori suolo), che elimina la necessità di terreno e diminuisce in maniera drastica l’uso di acqua e altre risorse. Grazie al sistema di ricircolo, è possibile ridurre fino al 90% il consumo d’acqua utilizzata per irrigare le piante; acqua che viene raccolta, filtrata e riutilizzata, creando un ciclo virtuoso che minimizza gli sprechi. Realizzando il progetto abbiamo compreso alla perfezione i concetti di economia circolare e sostenibilità».
Dove si può riprodurre questo sistema?
«L’Orto Lunare è progettato per adattarsi a usi e spazi domestici, anche limitati, così come può essere replicato anche a livello industriale. Ed è equipaggiato con sensori che costantemente misurano e ottimizzano i parametri vitali delle piante, come l’ossigeno, la Co2 e la temperatura. Grazie alla sua scaffalatura mobile l’orto può essere posizionato ovunque, sia in spazi interni che in esterni, e grazie al suo design è predisposto per massimizzare l’utilizzo di luce solare se posto in maniera corretta negli spazi chiusi».
Esiste già l’Orto Lunare?
«Sì, abbiamo realizzato un prototipo, nei laboratori della scuola. Per costruirlo abbiamo impiegato dei sensori pre-impostati che misurano temperatura dell’acqua, dell’aria, umidità e conducibilità elettrica, dopodiché li abbiamo messi negli impianti e li abbiamo collegati insieme, realizzando in parallelo un software per pc capace di rilevarne i parametri».
Qual è ora l’obiettivo?
«Speriamo di poterlo sviluppare ulteriormente a scuola e, magari, di trovare enti esterni che possano finanziarlo. Per questo continueremo a presentarlo. E se poi riuscissimo a portarlo sulla luna…».
L’idea è nata nei laboratori di Fossano dell’Its agroalimentare
Il progetto premiato da “L’Italia delle Regioni” è stato sviluppato nei laboratori fossanesi dell’Its Agroalimentare del Piemonte. IDEA ha interpellato il direttore operativo della scuola, il professor Mario Antonaci: «Visto che gli americani contano di tornare sulla luna per creare delle basi permanenti – ha spiegato Antonaci -, abbiamo pensato di sviluppare un orto che necessitasse di poche risorse per essere produttivo. Il che significa, di fatto, progettare un qualcosa di sostenibile e caratterizzato da meccanismi di economia circolare. Alla luce di tutto ciò, siamo riusciti a creare un orto capace di soddisfare il sesto del fabbisogno annuo di un essere umano. E l’idea può essere ulteriormente sviluppata e affinata. Speriamo di reperire un finanziamento che ci possa permettere di esportare il nostro orto anche in altre scuole. Intanto, c’è un ristorante di Torino che ha creato un piatto che usa le barbabietole cresciute nell’Orto Lunare». La vittoria della scuola piemontese è stata salutata con grande soddisfazione dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Ecco le sue parole: «Siamo molto orgogliosi della vittoria di un progetto piemontese che testimonia l’attenzione di questo territorio nei confronti dell’agricoltura sostenibile, del rispetto delle risorse naturali, a partire dall’acqua, di cui in questi anni abbiamo imparato ad avere particolare cura». «L’innovazione in ambito agricolo – ha proseguito il governatore Cirio – è una delle grandi sfide della nostra epoca, sulla quale, come Piemonte, siamo impegnati per sostenere le aziende che decidono di fare investimenti in questa direzione, per rendere la nostra agricoltura sempre più innovativa e competitiva».