Coltivare il valore della comunità e adottare uno spirito collaborativo sono tra i segreti che hanno consentito la crescita della provincia Granda. Uno sviluppo importante, sostenuto da un’imprenditoria attenta e generosa, che può raggiungere vette ancora più alte, sfruttando le infrastrutture e riscoprendo le competenze. È la posizione di Giovanni Quaglia, storico presidente provinciale dal 1988 al 2004 e attuale presidente della società Asti-Cuneo. Partendo proprio dai recenti sviluppi sul completamento dell’autostrada (nel box i dettagli), noi di IDEA lo abbiamo ascoltato a 360 gradi sul futuro del Cuneese.
Presidente, da qualche giorno è stato centrato l’ultimo passaggio per il completamento dell’Asti-Cuneo. Quali sono ora i prossimi step?
«Con la conclusione della Conferenza dei Servizi sulla localizzazione e l’approvazione del progetto da parte del Ministero finalmente si potranno iniziare i lavori dell’ultimo lotto. Ci auguriamo possa essere concluso in anticipo rispetto ai termini fissati. Se non ci saranno intoppi imprevedibili, entro il 2024 l’infrastruttura dovrebbe essere completata».
Qual è la sua importanza?
«Quando l’abbiamo immaginata – trent’anni fa, all’epoca ero presidente della Provincia – la pensavamo come un’infrastruttura al servizio del territorio, per favorire l’accessibilità ma anche per collegare la Granda a tutto il Nord-Ovest e all’Europa intera».
A livello generale, quanto contano le infrastrutture per lo sviluppo del territorio?
«Sono certamente un elemento indispensabile per la crescita. Anche se, dobbiamo riconoscerlo, la provincia di Cuneo ha saputo svilupparsi in modo “endogeno”, con un’imprenditoria molto legata al territorio e alle comunità. Gli imprenditori si sono rivelati parecchio attenti – oltre che a quello economico – anche alla creazione di valore sociale. Storicamente le imprese del Cuneese hanno operato con questo tipo di impostazione. Per le nostre aziende, che sono rivolte molto all’esportazione, un collegamento veloce con la Pianura Padana è sicuramente un elemento essenziale e atteso da tempo».
La crescita del territorio passa anche attraverso la cultura. Qual è la sua valenza?
«Un elemento essenziale per lo sviluppo del territorio è la qualità della vita. Essa comprende la bellezza del paesaggio, che è un aspetto culturale forte, la cultura intrinseca e i valori di riferimento che costituiscono l’“esprit du lieu”, come dicono i francesi. Negli anni, la provincia di Cuneo ha elaborato una cultura attenta a due elementi fondamentali».
Ce ne parli.
«La centralità della persona e il valore della comunità. È stata realizzata una forma di personalismo comunitario: attenzione alla persona, non come singolo individuo, ma in quanto inserita in un contesto sociale. Ciò ha attutito i conflitti e ha creato opportunità di collaborazione, per cui si è riusciti a fare rete anche con le pubbliche amministrazioni. Il mondo produttivo, quelli dell’associazionismo e del lavoro e il Terzo Settore hanno così creato un sistema di forte intesa con le istituzioni».
Faceva riferimento al valore della comunità. Quali sono le esigenze dei centri più piccoli?
«Intanto i piccoli comuni costituiscono una risorsa: sono un presidio del territorio, espressione di democrazia ed elemento fondamentale per le aree più fragili. Tale ricchezza va pertanto salvaguardata e aiutata. Probabilmente il ruolo che la Provincia può ritornare ad avere – in questa rinascita auspicata, come già successo in passato – è quello di supporto e dialogo con tutti i comuni, in particolare con quelli meno strutturati».
Dal suo punto di vista, quali dovrebbero essere le altre mansioni e le competenze della Provincia?
«Per la loro rinascita, di cui si è anche parlato di recente con il ministro Calderoli, le Province devono tornare ad avere certezze di competenze. Penso ad esempio alla viabilità, all’ambiente – la più grande opera pubblica realizzata nel dopoguerra è stata l’Acquedotto delle Langhe, costruito proprio dalla Provincia -, alla difesa idrogeologica, all’edilizia scolastica, ma anche al mondo del lavoro e dell’associazionismo. Accanto a queste competenze c’è poi bisogno di risorse, in particolare quelle umane».
Da dove si parte?
«Bisogna ricreare un livello di professionalità, con forti motivazioni, simile a quello che avevamo prima che le Province fossero ridimensionate. Avevamo ad esempio un eccellente Ufficio Tecnico, che ha dimostrato la sua valenza nella ricostruzione post-alluvione. Per i progetti finanziati dal Pnrr, se avessero avuto l’aiuto delle strutture tecniche provinciali, probabilmente i piccoli comuni avrebbero fatto meno fatica».
A livello personale, quali sono i suoi progetti futuri?
«Ho avuto la fortuna nella vita di avere più di quanto meritassi, per cui ho cercato di fare del mio meglio. Ritengo di poter guardare al futuro mettendo la mia esperienza a disposizione per quanto possa ancora servire, convinto che tutti siamo utili e nessuno indispensabile. Non chiudersi in sé stessi e rimanere a disposizione è fondamentale. L’importante – lo è stato nella mia vita e lo è per le istituzioni – è lavorare insieme. Lo dico sempre: da soli si può anche correre, ma solo insieme si può andare lontano».
Asti-Cuneo, ok definitivo per l’ultimo lotto: Regione e comune di Alba soddisfatti
Centrato anche l’ultimo passaggio per il completamento dell’autostrada Asti-Cuneo. Negli scorsi giorni, il Ministero della Cultura ha diffuso una nota nella quale ha certificato che tutte le prescrizioni che erano state indicate relativamente al progetto definitivo dell’ultimo lotto 2.6a, “Verduno-Cherasco”, sono state ottemperate. La Giunta regionale può ora quindi procedere con la delibera che approva la localizzazione, la conformità urbanistica e l’autorizzazione paesaggistica dell’opera di cui possono partire i cantieri. «Ci siamo insediati nel giugno 2019, ereditando un cantiere senza copertura finanziaria e senza autorizzazione. Ci siamo messi da subito al lavoro, abbiamo sbloccato le procedure amministrative, le risorse e i lavori e ora possiamo dire che l’opera si concluderà entro il 2024 mantenendo l’impegno che questo territorio attende da troppi anni», ha spiegato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. «La determinazione della nostra Amministrazione regionale e di un Governo attento al territorio ci porta oggi ad avere la certezza che l’opera procederà senza intoppi», ha aggiunto, ringraziando tutta la struttura regionale per l’obiettivo raggiunto, l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi. Soddisfatto pure il sindaco di Alba, Carlo Bo: «Ringraziamo la Regione per aver contribuito a sbloccare anche l’ultimo tassello. La battaglia di Alba e del territorio, però, non è ancora finita visto che resta da chiarire la questione delle opere complementari, fondamentali per migliorare la viabilità locale».