«L’esempio di cui potrete leggere ogni mattina entrando a scuola sia per voi stimolo e fonte di ispirazione per tendere a una comunità unita e onesta». È l’invito che il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni ha rivolto ai liceali presenti alla posa della targa per ricordare dove è nato in città, il 27 settembre 1920, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il cui ricordo era stato tracciato un anno fa, in un’intervista a Rivista IDEA, dalla figlia Rita. La cerimonia si è tenuta lo scorso 11 ottobre di fronte alla sede del Liceo Scientifico “Bodoni”, dove 103 anni fa sorgeva la caserma dei Carabinieri reali e all’interno della quale era in servizio e viveva Romano, il papà del prefetto martire della mafia, insieme con la moglie, e mamma di Carlo Alberto, Maria Laura Bergonzi. «Oggi – ha aggiunto Calderoni – lanciamo uno stimolo importante alle nuove generazioni. Ringrazio la signora Bruna Biella che ci ha proposto questa idea, ringrazio il preside del liceo Davide Laratore e Luca Robaldo, presidente della Provincia, proprietaria della scuola, per aver subito accolto l’iniziativa e, per la presenza, anche Anna Petiti, con le nipoti Alessia e Yasmin, che fanno parte della famiglia della balia del piccolo Carlo Alberto». «È significativo sistemare qui la targa – ha concluso – perché questo segna un passaggio fisico della memoria collettiva di questo saluzzese illustre che ha sempre portato avanti battaglie fondamentali per l’Italia, intesa come Stato e come comunità di persone, prima come partigiano, poi contro il terrorismo e infine contro la mafia». Per i Carabinieri – presenti anche il capitano Davide Basso, al vertice della compagnia di Saluzzo, e il luogotenente Fabrizio Giordano, che guida la stazione cittadina – è intervenuto il comandante provinciale, colonnello Giuseppe Carubia: «Per noi dell’Arma è sempre emozionante celebrare il generale Dalla Chiesa che ci ha lasciato un patrimonio etico, valoriale e anche operativo, visto che ancora oggi utilizziamo procedure che lui per primo ha messo in atto». Il vescovo, monsignor Cristiano Bodo, ha invece ricordato il lavoro del Generale per la pace e per la costruzione di una società migliore e più giusta.
«È bello pensare che, da oggi in poi, chiunque entrerà qui potrà ricordare la figura di Dalla Chiesa», ha concluso il dirigente scolastico del “Bodoni”, Davide Laratore.
A cura di Domenico Abbondandolo