Gli obiettivi sono “nobili”, ma a immobilizzare il sistema pare esserci un problema tecnico e fisico

0
1
Mauro Calderoni (Foto da Facebook)

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione su alcune difficoltà della transizione ecologica del sindaco di Saluzzo, Mauro Calderoni.

Le linee di indirizzo nazionali ed europee ci spingono a contribuire alla crescita sostenibile del Paese, alla decarbonizzazione ed al perseguimento della resilienza energetica, riducendo le emissioni di gas serra ed aumentando il ricorso alle fonti rinnovabili

Ci stanno lavorando le amministrazioni pubbliche, i privati cittadini, le attività artigianali, industriali ed agricole. Insieme, ma spesso senza coordinamento alcuno, hanno intrapreso negli ultimi anni un percorso virtuoso mirato alla realizzazione di impianti di energia rinnovabile, in particolare quella proveniente dal fotovoltaico.

Anche il Pnrr, ad esempio, punta molto sull’aumento della dotazione solare: ci sono linee di finanziamento destinate alle amministrazioni pubbliche per la realizzazione di edifici Nzeb, che per essere tali hanno la necessità di fornire energia pulita tramite il fotovoltaico sui tetti; oppure i recenti bandi sull’agrisolare che prevedono di destinare importanti risorse pubbliche alla realizzazione di impianti fotovoltaici.

Il Comune di Saluzzo lavora per avere 12 grandi impianti solari: cinque già realizzati, sette tra quelli progettati o, addirittura, già appaltati. Saranno in grado di fornire 1152 Kw totali, cioè l’energia che serve per 384 famiglie (si calcolano 3 kWh per nucleo), cioè un paese delle dimensioni di Martiniana o Rifreddo.

Il quadro che ne emerge è di un lavoro di rete, da parte di “attori” diversi, per perseguire un’unica strategia. Ma, purtroppo, i fatti non supportano questa ipotesi: sta emergendo, infatti, un grande problema pratico e logistico, cioè la difficoltà ad allacciare gli impianti alla rete elettrica nazionale, unico modo per poterli attivare e sfruttare.

Infatti, le cabine primarie di E-distribuzione a cui si dovrebbero collegare tutti gli impianti, sia quelli realizzati dal pubblico sia quelli dai privati, sono sature, quindi non è possibile poter immettere in rete l’energia prodotta dai pannelli solari piazzati negli ultimi tempi e quelli che si vorrebbe realizzare poichè pare che buona parte del Piemonte meridionale sia nella stessa situazione. 

Ci hanno sempre assicurato che la rete e le infrastrutture di distribuzione elettrica sarebbero state in grado di gestire la realizzazione dei fotovoltaici, ma a quanto pare nel nostro territorio non è così. La situazione pare non si risolverà a breve, potrebbe durare anni, e in questo modo si vedrebbeero le aziende locali tagliate fuori dalle possibilità di ottenere i finanziamenti Pnrr che hanno tempistiche molto stringenti. 

Mauro Calderoni