Futuro sostenibile: la fiera del tartufo indica la strada

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Un mondo più so­stenibile è possibile. Bisogna pe­rò iniziare a co­struirlo, partendo dall’oggi. La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, anche in occasione della 93esima edizione, ha lanciato un forte messaggio che guarda al futuro del nostro pianeta. E lo ha fatto sabato e domenica scorsi, al Teatro Sociale di Alba, con la terza edizione del ciclo di incontri denominato “So­ste­­nibilità incrociate”.
L’evento si è aperto venerdì con “E così vorresti fare lo chef?”, evento curato dal narratore gastronomico Paolo Vizzari e dedicato ai giovani degli istituti alberghieri del territorio e nazionali. Prota­go­nista dell’appuntamento è stato lo chef stellato Matias Perdomo, del ristorante “Con­traste” di Milano. Sem­pre relativamente ai giovani, gli alunni degli istituti alberghieri del Piemonte sono stati coinvolti anche nell’iniziativa “Eccellenza nelle scuole”, sviluppato in sinergia con l’As­ses­sorato al Turismo della Regione Piemonte, Visit Pie­monte e le Atl piemontesi.
La tre giorni di approfondimento, co-prodotta da Class Editori, ha visto calcare il palco del “Busca”, dialogando tra loro, personalità del mon­do dell’alta finanza, dell’innovazione digitale, dell’alta moda, dell’arte, della musica, del design, della cultura e, ovviamente, della cucina d’autore. Sabato, nella prima tavola rotonda, dal titolo “La geniale ribellione del custodire”, accompagnati dalle riflessioni della presidente del­l’Ente Fiera Internazio­nale del Tartufo Bianco d’Alba, Liliana Allena, dell’assessore a Tu­rismo e Città Creative Unesco del Comune di Alba, Ema­nuele Bolla, e del presidente dell’Ente Turismo Lmr Mariano Rabino, sono intervenuti, oltre a Paolo Vizzari e Matias Perdomo, Simon Press (ristorante “Contraste” di Milano) e Renza Veglio, storica oste de “La terrazza da Renza” di Castiglione Fal­let­to. Poi è stata la volta di “Arte e musica, il futuro è digitale e sostenibile”, che ha visto confrontarsi Federica Tremolada (managing director Spotify), Enrica Passalacqua (Gallery Climate Change), Luca Renzi (direttore generale della start-up Cinello) e Diego Passoni (speaker di Radio Deejay).
È seguito l’incontro “Ai e fi­nanza, una rivoluzione sostenibile?”, animato dal presidente della Fondazione Com­pagnia di San Paolo, Fran­cesco Profumo, dal direttore commerciale di Credem Eu­ro­mobiliare Private Ban­king, Simone Taddei, dal cofondatore e presidente di Banca AideXa, Roberto Nica­stro. A chiudere la prima giornata di lavori è stato il panel “So­stenibili da generazioni”, che ha fatto incontrare Federica Boffa (Cantina Pio Cesare), Anto­nella Nonino (Grappe Noni­no) e Chiara Migliorati (Cavia­le Calvisius).
Il ciclo di incontri è ripartito la domenica con “Tecnologia green, quali sviluppi possibili?” nell’ambito del quale han­no dialogato Paola Scarpa (managing director e partner Bcg), Luba Manolova (direttore della divisione Microsoft 365), Tommaso Pozzi (Ceo e responsabile delle Alleanze Strategiche dello Sviluppo del Business e dei Processi di Innovazione in Porini) e Fabio Moioli (consulente nella Practice Technology, Media, Telec­comuni­catio­ns­&Ser­vices di Spencer Stuart). Successivamente si è discusso de “Il made in Italy tra cultura e sostenibilità”. Al centro del confronto le riflessioni portate dall’autore e brand strategist Andrea Ba­tilla e da Axel Iberti, head of Product di Gufram.
Considerazioni particolarmente significative sono emerse pure dal panel che ha concluso la rassegna: “Event and destination management sostenibile”, dove a prendere la parola sono stati il direttore dell’Ente Fiera Stefano Mo­sca, il direttore del No Bor­ders Music Festival Clau­dio Tognoni, il narratore ga­stronomico Paolo Vizzari e l’amministratore delegato e direttore generale di Rcs Sport Paolo Bellino.

«Le scelte che faremo saranno decisive»

Nel fine settimana dedicato alla sostenibilità, non poteva mancare un approfondimento sulla pianta tar­tufigena e sulla tartuficoltura. Il momento di con­fronto è stato organizzato dall’Associazione Pianta Tartufigena di Qualità, presso la sala conferenze di Palazzo Mostre Congressi, ad Alba. Moderati da Edmondo Bonelli, si sono confrontati Mattia Ben­ci­venga (Associazione Pianta Tartu­figena di Qualità), Domizia Donnini (produzione e certificazione piante tartufigene), Pierfilippo Negro (vivaistica piante tartufigene in Piemonte), Leonardo Baciarelli Falini (La tartuficoltura in Italia), Simonetta Ricci (esperienza di coltivazione del tartufo estivo), Francesco Casini (esperienza di coltivazione del tartufo nero pregiato), Andrea Bertone (esperienza di coltivazione del tartufo estivo), Riccardo Bonando (esperienza di coltivazione del tartufo estivo) ed Antonio Degiacomi (foto), presidente del Centro Nazionale Studi Tartufo che si è concentrato sulle attività promozionali e di tutela del tartufo in Piemonte. «Una scossa – ha affermato Degiacomi – potranno forse darla l’allarme per il meteo delle ultime stagioni e i cambiamenti climatici, sempre che siano seguiti da sperimentazioni e iniziative». «Il futuro – ha proseguito il Presidente del Centro Studi Tartufo – non è già scritto, ci sono tanti futuri possibili a seconda dei comportamenti che adotteremo. E il discorso vale anche per il tartufo, marcatore degli aspetti climatici e di sostenibilità». «A questo punto – ha concluso – dobbiamo apprendere dall’esperienza, condividere le conoscenze e tradurre le conoscenze in competenze. Ma, prima di tutto, ci sono le piante tartufigene. E qui mi affido a un proverbio africano che si adatta bene: “il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa, il secondo momento migliore è adesso”».