Per ora non si sa molto, ma quel poco che è stato reso noto basta e avanza per aspettare con ansia l’uscita nelle sale cinematografiche di “Trifole”, il nuovo film del giovane regista Gabriele Fabbro che mette al centro della narrazione un’avventura ambientata nel mondo del tartufo.
Nonostante il titolo fortemente “local” (“Tartufi”, in italiano) sarà una drama-adventure di respiro internazionale in lingua inglese (sottotitolato anche in italiano), ambientato nelle Langhe sullo sfondo del mondo del tartufo bianco d’Alba. Racconterà la storia di un ricongiungimento familiare e della riscoperta delle proprie radici che vede come protagonisti un nonno-cercatore di tartufi (Umberto Orsini) e il suo cagnolino Birba, la sua giovane nipote (Ydalie Turk) che vive a Londra e viene mandata da sua madre (Margherita Buy) ad aiutare il nonno che si trova in difficoltà economiche e di salute.
Un cast di primissimo piano che si è presentato al gran completo nella conferenza organizzata al Castello di Grinzane Cavour, a ridosso proprio del periodo dedicato alle riprese, in corso in questo momento tra le colline che circondano Alba.
Dopo l’introduzione del direttore di Film Commission Torino Piemonte, Paolo Manera, del produttore Massimo Fabbro (che ha ringraziato i tanti partner che sostengono il progetto, tra cui le imprenditrici albesi Sandra Vezza ed Elena Miroglio) e del presidente dell’Enoteca Regionale Piemontese Cavour Roberto Bodrito, la parola è passata al regista: dopo la sua opera prima “The Grand Bolero” (pluripremiata negli Usa e distribuita da Prime Video), Gabriele Fabbro vuole ancora stupire partendo proprio dallo stupore che lui stesso ha provato scoprendo le Langhe e il tartufo. «Come regista e sceneggiatore il mio scopo è portare nell’industria cinematografica piccole storie originali di persone “ai margini”, di comunità e tradizioni italiane che stanno scomparendo e presentarle allo spettatore internazionale in modo magico per indurlo ad appassionarsi a questi mondi – ha spiegato Gabriele Fabbro -. Voglio raccontare un’avventura visivamente dinamica e dal tono unico per rimarcare l’importanza assoluta per tutti noi di conservare e rispettare la natura, del valore della famiglia e delle proprie radici. Questa storia è in primis una lettera d’amore a mio nonno, alla mia eredità e alla mia terra, l’Italia, che ho spesso dato per scontata».
Ecco, quindi, spiegato il motivo per cui la narrazione di “Trifole” ha come elementi imprescindibili da una parte la natura, il clima e l’ambiente, rappresentati dalla preservazione di un territorio tanto intenso nella sua bellezza quanto fragile, e dall’altra l’aspetto etico-sociale collegato alla riscoperta delle tradizioni e al ponte generazionale fra i giovani e antiche saggezze. I temi della storia saranno infatti l’amore familiare, l’incontro tra tradizione e modernità e la cura del territorio e della natura. Il film, con questa sua ambientazione-sfondo profondamente legata al territorio, per la portata degli attori, per la storia e il taglio di regia internazionale, vuole essere una sorta di manifesto per il sistema culturale e turistico delle Langhe e dell’Italia.
Per questo la produzione ha cercato e trovato fin dall’inizio una serie di sinergie con il territorio su vari fronti e “Trifole” conta su un pieno supporto per la comunicazione, il lancio e la promozione in Italia e negli Stati Uniti da parte di alcune istituzioni chiave delle colline Unesco: Film Commission Torino Piemonte, i Comuni di Alba e di Somano, l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, l’Ente Fiera di Alba, il Centro Nazionale Studi Tartufo, l’Associazione Commercianti Albesi, il Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe Dogliani, l’Enoteca Regionale Piemontese Cavour e la Fondazione Radici. La produzione ha inoltre ringraziato il resort “Casa di Langa” e il relais “Le Due Matote”.
Il film dovrebbe esordire nelle sale tra il 2024 e il 2025.
«Tartufo sempre più protagonista culturale»
Tra i partner c’è anche l’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba. Spiega la presidente, Liliana Allena (foto): «La forza del territorio è quella di saper giocare in squadra; ecco perché la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba ha aderito da subito con entusiasmo al progetto di Gabriele Fabbro, regista e sceneggiatore giovane e di talento, per far sì che “Trifole” potesse diventare realtà. Insieme all’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, al Centro Nazionale Studi Tartufo, all’Enoteca Regionale Piemontese Cavour e a imprenditori privati che hanno creduto nel film, abbiamo offerto il nostro supporto. Gli ingredienti per un’operazione vincente ci sono tutti: un cast prestigioso con attori di fama come Margherita Buy e Umberto Orsini e di ottime prospettive come la bellissima Ydalie Turk, unitamente a una produzione internazionale supportata anche da Film Commission Torino Piemonte. Sono le premesse per offrire un palcoscenico a livello globale al tartufo bianco d’Alba, che al film dà il nome e che insieme alla cagnolina Birba è il vero protagonista della storia. Il nostro obiettivo è, da sempre, quello di attrarre un pubblico sempre più ampio e internazionale, facendo conoscere e apprezzare il “tuber magnatum Pico” non solo come prodotto della terra, né come eccellente ingrediente enogastronomico, ma per il ruolo da protagonista che ricopre a livello culturale, attraverso le pratiche tradizionali di cerca e cavatura, e in virtù della sua funzione di indicatore naturale del cambiamento climatico in atto. E il cinema è un media potentissimo nell’aiutarci a trasmettere il messaggio che, con la speranza di chi guarda all’Alba del futuro, vogliamo raggiunga tutto il pianeta attraverso il grande schermo, prima, e le piattaforme di intrattenimento poi».