Roberto Cerrato: passione, entusiasmo e competenza, al servizio (anche) del Centro Culturale San Giuseppe e dell’Istituto Italiano per la Salvaguardia del Paesaggio Culturale Vitivinicolo (in entrambi i casi ricopre il ruolo di presidente). Ecco la chiacchierata che abbiamo fatto con lui, per la Rivista IDEA.
Partiamo dal Premio San Giuseppe.
«Un’edizione 2023 molto particolare, la 24esima, che si terrà domenica 17 dicembre alle 16,30 nella Chiesa di San Giuseppe ad Alba. Premieremo la Fondazione Ospedale Alba-Bra, presieduta da Bruno Ceretto e diretta da Luciano Scalise. Progetto strategico, a beneficio del nostro territorio. Assistenza e professionalità, con un’operatività incredibile. Mi auguro che possa essere presente tra il pubblico anche la signora Maria Franca Ferrero. Dal 2008 la Fondazione Cagnasso, con il suo presidente Renato Cagnasso, elargisce decine di migliaia di euro di contributi per le associazioni di volontariato dell’Albese e del Cuneese. Con noi, la Fondazione ha voluto fare un percorso importante. Daremo anche un riconoscimento a Renato Vai, dell’associazione “Beato padre Giuseppe Girotti”».
Nell’edizione 2022, il nostro editore Carlo Borsalino è stato tra i protagonisti.
«Sì, ricevendo il piatto d’argento. Una bellissima premiazione per la sua carriera, il suo stile elegante di fare informazione. E non lo dico da amico. Un personaggio serio, che ha sempre seminato etica e che ancora raccoglie frutti concreti. Il vostro giornale arriva ogni settimana negli uffici più importanti e nelle case dei lettori. E poter comparire sulle vostre pagine, per me è un grande onore. Lui è un cuneese arrivato ad Alba che ha creato lavoro e benessere. Ancora oggi si spende assieme ai figli per portare avanti tutti i progetti editoriali».
Come sta adesso, presidente Cerrato?
«Sto meglio e la ringrazio per questa domanda. Ho subito un primo intervento e ne subirò un altro in primavera, per risolvere un problema di deambulazione. Ci tengo tantissimo a tornare in pista, sono stato necessariamente fermo da fine settembre».
C’è un altro premio che ha molto a cuore.
«Sì, il Premio Nazionale “Terre, lavoro, paesaggio, sport”. La prima parte si terrà a Roma, il 13 dicembre alle 11,30 nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. Lo conferiremo a Gianni Letta, presidente dell’associazione culturale Civita. Un premio alla carriera a un uomo che ha dato e fatto davvero molto. Un grazie al senatore Giorgio Maria Bergesio, con il quale consegneremo il premio e grazie al quale avremo a disposizione la sala più prestigiosa del Senato. Interverrà anche il direttore del Centro Studi sul Paesaggio Culturale di Langhe Roero Monferrato, Luigi Cabutto. La seconda parte la vivremo a Castagnole Lanze il 16 dicembre, dove premieremo il campione del mondo di arrampicata 2023 Matteo Zurloni, che parteciperà alle Olimpiadi 2024 di Parigi».
Come interpreta la sua doppia presidenza?
«Una soddisfazione che è arrivata grazie anche a un’indicazione del Ministero della Cultura. Ho aiutato in tanti anni non solo per la candidatura delle nostre terre, ma per altre candidature. Rapporti costanti con i siti Unesco del patrimonio vitivinicolo, il Comitato mondiale di Parigi. Una presidenza gratuita, ma che fa capire i frutti del lavoro, delle sinergie, del volere solo il meglio per il nostro territorio».
Il riconoscimento Unesco quanto ha cambiato Langhe, Roero e Monferrato?
«Ha fatto cambiare pelle, ma occorre prestare attenzione. Quando si cambia pelle, quella nuova è più delicata. Oggi siamo molto delicati per un cambiamento climatico pazzesco. Il turismo sta andando nella direzione della qualità, ma deve essere anche sostenibilità. Le Langhe hanno uno sviluppo eccezionale, il Roero sta risalendo notevolmente, così come il Monferrato. Il nostro è un patrimonio da trasferire alle prossime generazioni. Mi permetta di ringraziare il Cda dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato: la presidente Giovanna Quaglia, il vice Giuseppe Rossetto, i consiglieri Gianfranco Comaschi, Gianfranco Baldi e Roberto Passone».
Le sue prossime sfide?
«Rimettermi in salute. E lavorando per il territorio con il progetto collegato al Centro Studi sul Paesaggio Culturale di Langhe Roero e Monferrato, in stretta collaborazione con il Ministero della Cultura e la Regione Piemonte. Sempre nel solco dell’eccellenza del riconoscimento Unesco».