“24 maggio 1915. Spuntava l’alba di guerra e nel cielo limpido e sereno ronzavano 4 aeroplani austriaci sulle nostre postazioni che cercavano, giravano ed esploravano il territorio per trovare le truppe nostre. Si camminava sempre avanti attraversando sobborghi e frazioni… faceva un caldo da morire, la bocca sempre arsa dalla gran sete, ma non si guardava più nulla, tanto era la gioia, il piacere, di varcare la frontiera… Le granate cadevano vicino a noi che facevano spavento a vedere… eravamo tra due fuochi… Che giorni e che notti lunghe e brutte. I poveri fanti di trincea non li conosci più se sono soldati o cosa siano… Il 1° febbraio 1918 mi presentai alla legione Carabinieri di Torino come Carabiniere ausiliario e il giorno 5 ci vestimmo…”.
Questa testimonianza semplice, diretta, è rintracciabile nel diario della memoria che racconta la storia della famiglia Sartore e che racchiude, pagina dopo pagina, i sogni di nonno Maurizio, un giovane uomo sensibile e al contempo caparbio, che iniziò ben 100 anni fa esercitando la sua opera di muratore, fortificato da tanta passione e grande volontà…
Una determinazione, ma anche un certo spirito critico, un desiderio di mettersi in gioco e gettare anima e corpo oltre l’ostacolo, che lo spinsero da mastro da muro, capostipite di una famiglia numerosa, ma sempre caratterialmente promotore di grande entusiasmo, a dar vita ad una propria impresa nel 1923 nella quale collaborarono, accanto a lui, anche i figli Mario e Giuseppe, conosciuto da tutti come Angelo.
Ebbe indubbiamente il merito di non abbandonare mai i suoi obiettivi, ma con umiltà e un pizzico di audacia trasmise ai suoi figli la passione e l’importanza di fare le cose fatte bene e soprattutto insegnò loro a considerare il proprio lavoro come una missione, un dovere, ma anche un grande piacere…
Così i due giovani figli Mario e Giuseppe si “rimboccarono”, non solo metaforicamente, le maniche nella consapevolezza, come dice Aristotele, che “l’intelligenza non consiste soltanto nella conoscenza, ma anche nella capacità di applicare la conoscenza alla pratica”.
E così nei ruggenti Anni ’60, segnati da una sferzata di novità e caratterizzati da un passaggio sociale di grande importanza, come l’evoluzione da un’economia rurale molto decentrata nelle campagne ad una prettamente industriale che portò le persone ad avvicinarsi ai grossi centri abitati per essere più vicini al posto di lavoro in fabbrica, anche la Fratelli Sartore si evolvette seguendo le nuove linee e tendenze costruttive che, anche per Alba e il suo territorio, non hanno fatto eccezioni.
In quegli anni, non si può non rimarcare, nasceva la Ferrero, industria dolciaria di primaria eccellenza, che assumeva oltre 5.000 addetti che avevano la necessità di spostarsi in città.
E così, il mondo dell’edilizia ancora una volta si adeguò alle richieste orientandosi verso la costruzione di grandi unità abitative caratterizzate dalla capacità di accogliere famiglie. Nascono in quegli anni i primi condomini e anche la Fratelli Sartore, sulla scia di queste nuove necessità, avviò la costruzione di numerosi fabbricati plurifamiliari nel capoluogo albese e nelle sue immediate vicinanze.
Le situazioni cambiano, il progresso incombe e la visione dell’azienda al passo con i tempi guarda al futuro, sul filo di un desiderio d’innovazione ancora pulsante oggi, mai passato e soprattutto mai affievolito…
Ed infatti, nel 1967 i fratelli Mario e Giuseppe acquistarono il Castello di Santa Vittoria che era di proprietà della Curia.
L’edificio era frequentato nel periodo estivo dai seminaristi che fuggivano dal clima umido della Capitale delle Langhe. Il castello possedeva grandi camerate, servizi igienici comuni, oltre 200 letti: era insomma il luogo prediletto per i campi estivi.
La Fratelli Sartore diede vita ad una prima ristrutturazione dell’immobile, occupandosi del rifacimento esterno dell’edificio e della torre che necessitava di maggiori attenzioni, in quanto una parte delle muratura era crollata a causa di infiltrazioni legate ad una vasca di raccolta acque posizionata in alto e di grande utilità perché assicurava il rifornimento idrico a tutta Santa Vittoria d’Alba. Per compiere questo rifacimento venne costruito un alto ponte che fu di indinspensabile utilità per smontare sino al primo piano tutta la costruzione che si decise di consolidare con trivellazioni e interventi strutturali di messa in sicurezza, anche in virtù dei danni legati ad un terremoto rotatorio verificatosi nel 1888. Questa operazione, che oggi si potrebbe definire “dentistica” fu completata anche dalla realizzazione di una scala interna che permise, e lo consente ancora oggi, di accedere agevolmente alle parti alte della struttura.
Il tempo passa e nella storia della Fratelli Sartore siamo già agli Anni ’80, quelli della speranza, del mondo che si era scrollato di dosso le brutture della guerra.
E nelle costruzioni? Anche nel mondo edile si respirava una voglia di espansione e la Fratelli Sartore con l’ingresso della nuova generazione in azienda era pronta alla sfida…
È proprio di quel periodo l’uscita dall’azienda di Giuseppe che cede il passo nell’impresa a Marco, figlio di Mario. Con lui nell’impresa si marginalizza la costruzione di civili abitazioni per iniziare l’attività di lavori per terzi, legata ad una forte espansione del mondo industriale ed alla crescente richiesta di fabbricati a loro dedicati. Così la Fratelli Sartore cambia ulteriormente concept e anche impronta, evolvendosi e rinnovandosi ancora, come attesta l’ingresso nel 1990 del secondo figlio del signor Mario, Stefano.
Con il loro ingresso si volta pagina e si guarda ai cambiamenti che hanno una solida base legata alla modernità, ma anche e sopratutto ad un termine che fa riferimento alla qualità che per l’azienda ieri, oggi e domani è imprescindibilmente associata a natura e sostenibilità.
Concetti “sbandierati”, ma non da tutti applicati completamente.
Per la Fratelli Sartore il cliente e i suoi bisogni rimangono al primo posto e questo rapporto speciale instaurato con ciascuno di loro ha permesso nel tempo, a questa solida realtà da cent’anni protagonsta nel settore delle costruzioni, di poter continuare ad immaginare scenari di edilizia abitativa, industriale, cantine, così come sapienti ristrutturazioni per un fedele numero di committenti.
Oggi l’azienda vive e si nutre dell’esperienza tramandata di generazione in generazione, della passione per l’edilizia fatta di nuova e di antica sapienza, nel rispetto delle regole della bioedilizia, una filosofia che da sempre è il motore del lavoro della Fratelli Sartore, instancabilmente studiata ed affinata da Marco. Una filosofia che ha permesso all’azienda di mettersi in gioco, di sognare, trovare nuove prospettive da proporre al committente. Un viaggio continuo di cui Cascina Pranda è il primo esempio, simbolo reale e tangibile della casa ecologica. Così come la Casa di paglia, realizzata nel 2005 che testimonia il valore del riutilizzo: gli infissi, le travature, i tavolati di legno e le tegole, sono di recupero, provenienti dalla vicina demolizione di un vecchio fabbricato esistente. La paglia, reperita in loco, è stata utilizzata per i tamponamenti esterni ed infine intonacata, sia internamente che esternamente, con la terra della vigna di proprietà dell’annessa azienda agricola.
Un filone nuovo, un nuovo corso che avvalora ancora una volta un progresso associato all’ingresso in azienda della quarta generazione: Pietro, Alberto e Mario, i tre figli di Marco, giovani leve di una storia e una tradizione che mira a segnare il passo, a lasciare un segno, una traccia indelebile. Perchè tutte le costruzioni della Fratelli Sartore sono ispirate ai principi di integrazione e valorizzazione del territorio circostante. Nelle loro opere è evidente il propositivo e costruttivo dialogo tra design e bellezza strutturale con la natura circostante, senza forzature a livello visivo.
La Fratelli Sartore ed in particolare le nuove leve hanno colto che la loro pagina professionale è solo all’inizio, ancora da scrivere, ma per poter immaginare e progettare un mondo migliore ci sarà bisogno per questa azienda del loro entusismo, dell’inventiva e di quella grande professionalità, associata ad una voglia di sperimentazione che sono sempre state le chiavi di lettura per questa grande azienda. Che è anche una grande famiglia, con valori in grado di andare al di là del semplice aspetto materiale ed economico, ma sempre alla ricerca di un continuo consolidamento del tessuto di relazioni umane intercorse in quei cento anni di storia tra passato, presente e futuro. La Fratelli Sartore ha davvero dato orgine a quell’humus vitale che ha permesso all’iniziale sogno di nonno Maurizio di attecchire e svilupparsi, sino ad arrivare ad essere motivo e solida realtà per ben tre generazioni.
Superfluo ricordare che la storia scritta è il frutto del progetto corale di clienti, professionisti, fornitori, collaboratori e maestranze che in questi anni sono state le solide radici con cui è cresciuto rigoglioso l’albero e i frutti della Fratelli Sartore.