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Nuova interpretazione sull’etichettatura del vino: «Una complicazione in più a pochi giorni dall’entrata in vigore della normativa comunitaria»

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A due settimane dall’entrata in vigore delle nuove disposizioni sull’etichettatura del vino che attuano il regolamento comunitario approvato a fine 2021, una nuova interpretazione della normativa cambia le carte in tavola. O, per essere precisi, le etichette sulle bottiglie.

Il regolamento Ue 2021/2017 stabilisce che per i vini e i prodotti vitivinicoli aromatizzati  realizzati a partire dall’8 dicembre 2023 sia obbligatorio riportare l’elenco degli ingredienti e la dichiarazione nutrizionale in etichetta. Tale obbligo può essere assolto anche digitalmente, attraverso un codice Qr che rimanda alla dichiarazione nutrizionale completa e all’elenco degli ingredienti. Molti produttori hanno optato per questa soluzione, ma le linee guida pubblicate dalla Commissione il 24 novembre contengono una nuova interpretazione del regolamento in cui si afferma che nel nuovo sistema di etichettatura dei vini andrà indicata la parola “ingredienti”, in modo da rendere comprensibile ai consumatori che il codice rimanda ad un e-label contenente la dichiarazione nutrizionale completa, comprensiva dell’elenco degli ingredienti, aggiungendo incertezza riguardo al regime linguistico da applicare.

In altre parole, tutte le etichette già stampate per ottemperare alle nuove disposizioni, quindi con il Qr ma senza la parola “ingredienti” – divenuta necessaria dopo questa nuova interpretazione –sono destinate al macero. La seconda implicazione è che il poco preavviso non consente di ristampare nuove etichette in linea con l’ultima interpretazione in tempo utile per l’8 dicembre. Di fronte a un tale rimescolamento delle carte le aziende del settore, che pure hanno compreso lo spirito del regolamento per fornire un modo adeguato a informare i consumatori e quindi si sono adeguati di buon grado, non possono non avanzare legittime rimostranze.

Anche Paola Lanzavecchia, presidente della sezione Vini e liquori di Confindustria Cuneo che rappresenta   49 aziende e oltre 1600 addetti, commenta con sconcerto la nuova interpretazione: «È l’ennesima decisione che complica una situazione già difficile, per una serie di congiunture di cui tutti siamo a conoscenza, dall’aumento dei costi delle materie prime ai rincari dell’energia – commenta Lanzavecchia –. Per giunta si tratta di una decisione a cui siamo tenuti ad adeguarci in tempi strettissimi. Francamente nessuno si aspettava che le linee guida potessero comportare un ulteriore aggravio di costi, uno spreco di risorse economiche con ripercussioni anche sulla sostenibilità ambientale, perché ristampare le etichette implica anche il dover smaltire quelle già stampate e perfettamente in linea con quanto previsto sino a pochi giorni fa. Confidiamo che si possa ottenere perlomeno una proroga, per dare modo a chi ha già stampato le etichette nel rispetto del Regolamento e di tutte le informazioni ufficiali disponibili di adeguarsi a quanto stabilito dalla nuova interpretazione della normativa comunitaria».

 

BaNNER
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