Ovunque vada, sa sempre come attrarre l’attenzione del pubblico. Raccontando con la giusta partecipazione emotiva, abbinata all’indubbia conoscenza della materia, gli episodi della storia. Alessandro Barbero è un professore universitario che in questi anni si è costruito una pleatea molto più numerosa di quella dei suoi studenti: un pubblico sterminato lo segue nelle sue apparizioni televisive, online e via social. È diventato popolarissimo. Martedì della scorsa settimana ne ha nuovamente dato prova per un’occasione inedita. Nell’auditorium del grattacielo Intesa Sanpaolo a Torino, ha registrato una puntata in diretta del suo già seguitissimo podcast “Chiedilo a Barbero”. Una formula semplice ed efficace che prevede le risposte dettagliate e come al solito coloritissime del Professore alle domande di chi lo segue. In questo caso, si trattava di spettatori presenti in sala e collegati online, tutti in tempo reale per seguire un appuntamento speciale, ribattezzato per l’occasione “Pane, amore e meraviglia”. Un titolo ispirato chiaramente al film del 1953 diretto da Luigi Comencini, con protagonisti Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida e intitolato “Pane, amore e fantasia”. Dove la parola “fantasia” è stata sostituita con “meraviglia” perché, ha spiegato Barbero, «domande sulla fantasia non ne sono arrivate. A quanto pare la fantasia non interessa a nessuno, mentre ce n’erano tante sulla meraviglia». Il co-autore Domenico Savelli ha raccolto qualcosa come mille domande arrivata alla newsletter di Intesa Sanpaolo.
A proposito dell’amore, il Professore spiega di essersene occupato studiando Dante Alighieri, uno di quei poeti che sul tema ha ragionato tantissimo. L’esempio del sommo poeta è servito per spiegare la diversa concezione di amore nei secoli. O meglio, di ciò che sta intorno a quell’idea. Del resto, lo stesso Dante era rimasto folgorato da Beatrice. L’aveva vista quando era poco più che adolescente, la rivede molti anni più tardi e lei le rivolge un saluto. «Allora Dante corre a casa, si rinchiude nella sua stanza e di notte sogna Beatrice. Che però è nelle braccia di un mostro spaventoso. Ecco, quel mostro è l’amore», ha detto Barbero per far capire quanto l’amore già nel medioevo fosse fonte di irrazionali sentimenti, qualcosa che finiva per destabilizzare la vita di tutti i giorni. Un mostro. In quell’epoca, un conto era innamorarsi e un altro metter su famiglia. «Se ci si innamorava perdutamente di una ragazza o di un ragazzo, i genitori spiegavano ai figli che quella era una cosa appunto da giovani. Irrazionale e senza senso. Ben diversa la questione del matrimonio. Quello andava organizzato, gestito, concordato, era una cosa seria che non poteva essere certo paragonata a un innamoramento». Ecco perché «innamorarsi è sempre stata la stessa cosa, in qualsiasi epoca: vedi una persona e chissà perché continua a piacerti, non riesci più a smettere di pensarla. Tutto ciò che vuoi costruirci intorno, ecco: quello cambia da un’epoca all’altra».
Un siparietto Barbero lo ha dedicato alle scoperte archeologiche che cambiano continuamente datazioni e certezze. In questo caso a proposito del pane: «Sono state trovate briciole di pane nel deserto della Giordania che sono state datate a circa 11mila-14mila e seicento anni fa, mettendo in crisi l’idea che in quel periodo l’uomo fosse solo cacciatore. Lo era, ma lavorava anche l’orzo selvatico e il frumento selvatico, per farne del pane. Che poi ci sarebbe anche notizia di una scoperta che in Australia ha riferito a 30mila anni fa due pietre da macinazione rinvenute dai ricercatori. Ma qui resta il dubbio se servissero effettivamente per la lavorazione del pane. La data più sicura per quanto riguarda il pane come l’intendiamo oggi, come cibo, resta quella di una scoperta di 5-6mila anni fa, in Egitto».
Anche semplicemente esponendo questi dati, Barbero cattura l’attenzione generale. E la meraviglia. Ecco l’ultimo tema, che trae spunto da un personaggio conosciuto come qualcuno capace di destare appunto meraviglia, ovvero Federico II, conosciuto addirittura come “Stupor mundi”, meraviglia del mondo. Barbero destruttura il mito: «Stupor lo intendiamo in senso positivo ma in realtà in latino classico questa parola ha la stessa radice di stupidus. Fu Matthew Paris (Matteo di Parigi) un monaco benedettino inglese a coniare questa espressione completata da “et immutator mirabilis”, cioè un “cambiatore”, che cambiava le cose. Solo questo cronista usa l’espressione che diventerà poi unanimemente condivisa. Perché al suo tempo Federico, erede dell’Impero e del “regno” (ovvero il sud Italia) era conosciuto in tutta Europa come “puer apuliae” cioè esattamente “il ragazzo del sud”, perché per Apulia si intendeva il meridione».
Studioso di storia medioevale e militare, protagonista su web
Alessandro Barbero (nato a Torino nel 1959) è professore ordinario all’Università del Piemonte Orientale a Vercelli. Ha acquisito grande popolarità su Internet tramite video e podcast di suoi interventi a conferenze, festival e università, registrati e caricati su varie piattaforme. Oltre al medioevo, ambito in cui è specializzato, ha anche approfondito storia greca e romana, guerre napoleoniche, Risorgimento, prima e seconda guerra mondiale e fascismo. Studioso di storia medievale e di storia militare, ha pubblicato fra l’altro per l’editore Laterza libri su Carlo Magno, sulle invasioni barbariche, sulla battaglia di Waterloo, fino a “Lepanto. La battaglia dei tre imperi” (2010). È autore di diversi romanzi storici, tra cui: “Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo” (Premio Strega 1996), “Gli occhi di Venezia” (2011) e “Le ateniesi” (2015), editi da Mondadori. Per Sellerio ha pubblicato “Federico il Grande” (2007, 2017), “Il divano di Istanbul” (2011, 2015) e “Alabama” (2021).
Nei giorni scorsi ha battezzato “La Torre di Babele”, la prima puntata del nuovo programma condotto da Corrado Augias dopo il suo passaggio su La7 in uscita dai canali Rai: una chiacchierata molto interessante sui diversi agganci tra l’attualità e i precedenti storici. Fino al confronto sull’ipotesi di una Terza guerra mondiale attualmente in corso: Barbero ha spiegato come le guerre attuali – dall’Ucraina a Gaza – siano in realtà slegate tra loro, al contrario della tesi sostenuta da Augias.
Pillole di storia in presa diretta: è Barbero show
Il Professore al grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino per una puntata “live” del suo podcast: per lui migliaia di domande online e dalla platea