Elena Gemello ha solo 25 anni ma già un’esperienza internazionale da far invidia a molti suoi coetanei. Originaria di Fossano, la ragazza si trova ora in Uruguay per un tirocinio in un istituto creativo di arte gestito da una Ong. Ma è stata anche in Repubblica Dominicana con il servizio civile e ha partecipato a diversi programmi Erasmus in giro per l’Europa e nel mondo. La raggiungiamo al telefono mentre si trova a Garçon, un paese di soli 170 abitanti in Uruguay, durante una pausa nella sua attività di allestimento e organizzazione dell’Art Fest, un festival internazionale che ospiterà per tre giorni artisti da tutto il mondo a fine dicembre.
L’esperienza in Uruguay è solo l’ultima di una serie, di che cosa si tratta?
«Mi occupo di arte, faccio tirocinio per questa fondazione per metà americana e metà uruguaiana. Garçon è un posto molto piccolo, ma davvero all’avanguardia per l’arte e il cibo. Molti artisti vengono qui a fare delle residenze artistiche. È un’esperienza molto interessante. Grazie al servizio civile poi ho imparato a conoscere l’America Latina e me ne sono innamorata».
Che esperienza è stata quella del servizio civile?
«Un’esperienza meravigliosa. Ho aderito al bando della Repubblica Dominicana per l’educazione come sfida per uno sviluppo sostenibile e sono partita. Ho vissuto per dieci mesi in una delle province più povere del paese, lavoravo in una scuola di suore salesiane, nell’isola di Hispaniola, con 600 alunni tra bambini e ragazzi dai 5 ai 15 anni. Vivevo poco distante dalla scuola con gli altri volontari. Era un quartiere di periferia, il Barahona, molto pericoloso. Per raggiungerlo c’erano solo strade sterrate. Non uscivamo mai soli, sempre in gruppo. Di notte si sentivano spesso spari accompagnati da note di musica latina. Contraddizioni che convivono, è stato come vivere un film. C’era molta violenza ma non mi sono mai sentita realmente in pericolo perché al tempo stesso la popolazione era molto accogliente e ho stretto rapporti bellissimi, che mi sono rimasti nel cuore. C’era musica ad ogni angolo, accompagnata da mille colori e odori molto forti. I bambini poi erano straordinari. Io ho partecipato ad un laboratorio ludico creativo con i piccoli di 5 anni e poi ho gestito un corso di pittura per bambini dai 6 agli 11 anni. Questi ragazzini vivono spesso esperienze tremende, in famiglia e in questo quartiere dove abitano, ma hanno un’energia incredibile. Vivono realtà crude, con problemi gravi, sono molti i bambini abbandonati, le mamme bambine. Hanno così poco questi ragazzini eppure sanno dare così tanto. Con il servizio civile sono riuscita ad abbinare l’arte, per quale ho studiato, all’impegno sociale. Esattamente quello che volevo».
Quali sono stati i suoi studi?
«Ho frequentato il liceo linguistico Ancina di Fossano, poi mi sono laureata in design a Bolzano. Già durante il liceo ho vissuto un’esperienza di studio negli Stati Uniti. Con l’Erasmus sono poi stata a Berlino e ho fatto un tirocinio a Bruxelles di design del prodotto. Quindi un’esperienza di un anno a Torino, con un tirocinio di design della comunicazione. Un’esperienza molto bella ma l’Italia ricominciava a starmi stretta e ho deciso di partire con il servizio civile».
Un periodo che è stato bellissimo e di grande formazione. Tanto che ha deciso, una volta rientrata, di raccontarlo ai suoi ex compagni del liceo di Fossano con la dirigente Alessandra Pasquale. Che esperienza è stata?
«Molto interessante e coinvolgente. Si è trattato di sei incontri organizzati dal dipartimento di religione dal titolo “Talenti da scoprire”. Ho raccontato il mio servizio volontario educativo e nei ragazzi mi sono resa conto di aver suscitato molto interesse raccontando la mia esperienza, il mio rendermi concretamente utile a chi ne ha bisogno, in Italia ma anche all’estero».
Il papà Fabio gestisce la libreria “Le nuvole” a Fossano, la mamma Maria Teresa è educatrice, mentre il fratello più piccolo Luca è portiere del Torino in serie A. La sua famiglia l’ha appoggiata nelle sue scelte di vivere e studiare all’estero?
«Assolutamente si, mi hanno insegnato fin da piccola ad essere libera ed inseguire i miei sogni. Certo ogni volta che parto mia mamma ha sempre un po’ paura ma è orgogliosa di me. Io comunque cerco sempre di gestire in modo autonomo le mie scelte. Così quest’estate, una volta rientrata in Italia dalla Repubblica Dominicana, ho fatto una serie di lavoretti per guadagnarmi il necessario per ripartire. Ho lavorato nella vendemmia e sono stata anche baby sitter e ragazza alla pari in Francia nel Rhone-Alpes, in una famiglia di amici».
Un breve rientro in Italia e poi la nuova partenza, questa volta destinazione Uruguay. Quale sarà la prossima?
«Per ora ho fatto un biglietto di sola andata – ride -, poi chissà. Come ho detto adoro l’America Latina, questa mescolanza di tradizioni, paesi e culture. Davvero un mix esplosivo che ti conquista. Non so ancora quando finirà questo tirocinio, ma vorrei provare a fermarmi qui per un po’».