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«Le risorse statali bene da difendere per i servizi pubblici»

La Guardia di Finanza vista dal comandante provinciale di Cuneo, Mario Palumbo: «Vicini a cittadini e imprese»

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In un territorio come la provincia di Cuneo, dove l’economia fa registrare numeri particolarmente significativi, tra le realtà maggiormente sollecitate, in termini di controllo, repressione e prevenzione, c’è sicuramente la Guardia di Finanza. È di questo che abbiamo parlato con il comandante provinciale, il colonnello Mario Palumbo.

Colonnello Palumbo, come possiamo sintetizzare l’attività svolta in Granda nel 2023 dalla Guardia di Finanza?
«Anche in provincia di Cuneo, la Guardia di Finanza ha operato con l’obiettivo di raggiungere quelle che sono le mission istituzionali. La prima di queste è legata alla lotta all’evasione, all’elusione e alla frode di carattere fiscale. L’evasione fiscale, ad esempio, distorce la concorrenza, compromette il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato. In generale, crea delle iniquità perché, di fatto, sottrae delle risorse che, invece, dovrebbero essere impiegate, sotto forma di servizi, a favore della collettività e, magari, delle fasce sociali più deboli. Si capisce bene, quindi, come il nostro sia a tutti gli effetti un servizio di pubblica utilità».

In ambito aziendale, quali azioni mettete in atto?
«La lotta all’evasione rappresenta un importante elemento di garanzia anche nei confronti di tutte quelle imprese che operano onestamente. Con le nostre azioni, queste realtà vengono tutelate da chi esercita attività di impresa analoghe ma in maniera illecita».

Per il contrasto all’evasione, c’è un’attività che vi ha impegnato maggiormente?

«Ci hanno impegnato parecchio le attività riguardanti le indebite compensazioni dei crediti di imposta. Durante alcune operazioni di servizio, abbiamo rilevato delle irregolarità specifiche: si tratta di vere e proprie frodi ai danni dell’Erario che vengono compiute, nella maggior parte dei casi in campo edilizio, attraverso cessioni di crediti di imposta fittizi».

Come sono architettati questi raggiri?
«Diversi soggetti disonesti han­no emesso una serie di fatture false proprio con l’obiettivo di creare, in modo fittizio, dei crediti di imposta da impiegare, poi, per compensare debiti di imposta. Un modo, in sostanza, per sottrarre risorse allo Stato. Ci tengo però a precisare che, in molti dei casi da noi gestiti, i soggetti che hanno operato tali attività illecite non erano cuneesi, bensì degli esterni che, per rendere più articolato il raggiro, facevano risultare fittiziamente le sedi legali delle loro società nella provincia Granda».

Del resto, il territorio cuneese è molto appetibile…
«L’economia qui è fiorente e, in generale, i contribuenti, che siano privati piuttosto che imprese, si comportano decisamente bene. Chi vuole compiere delle azioni illegali pensa probabilmente che il quadro positivo porti le autorità competenti ad abbassare la guardia. Ma questi soggetti si sbagliano di grosso, perché l’attenzione è massima. Le attività realizzate per contrastare le indebite compensazioni ne sono un esempio: si è trattato di operazioni complesse, che hanno determinato an­che degli arresti».

In quali altri modi avete combattuto l’evasione fiscale?

«Lo abbiamo fatto pure attraverso il contrasto all’economia som­mersa. Mi riferisco, in particolare, al sommerso d’azienda, ovvero la creazione di finte sedi legali di attività di impresa, e al sommerso da lavoro, ossia il lavoro nero. Su questo secondo fronte, abbiamo gestito diversi casi, specie in ambito agricolo, ma non si tratta comunque di una situazione allarmante».

Avete dovuto gestire anche alcuni rincari di prezzi particolarmente significativi…
«Il conflitto in Ucraina ha determinato un incremento dei costi energetici sia a carico degli enti pubblici che di quelli privati. E chi è stato interessato da tale situazione ha fatto poi ricadere gli oneri sul mercato. In questo contesto, siamo stati principalmente impegnati in un’attività: la verifica della corretta esposizione dei prezzi di vendita dei carburanti presso i relativi distributori. L’obiettivo è stato quello di scongiurare eventuali manovre speculative».

Quali altri filoni hanno caratterizzato il vostro operato?

«In parallelo alle attività descritte prima, abbiamo operato per contrastare gli illeciti in materia di spesa pubblica. Anche perché la Guardia di Finanza è parte integrante del sistema di governance e controllo attivo, ad esempio, nell’ambito dei finanziamenti del Pnrr. Nello specifico, siamo chiamati a svolgere un’attività di controllo capace di prevenire comportamenti che potrebbero determinare un utilizzo scorretto delle risorse pubbliche. E agiamo a 360 gradi, prendendo in esame sia le finanze dei piccoli Comuni sia, ap­punto, i fondi legati al Pnrr. Dall’inizio dell’anno, in Granda, abbiamo effettuato oltre 150 con­trolli. E per svolgere le verifiche sono tornate molto utili le informazioni a cui siamo potuti accedere grazie al protocollo d’intesa siglato con la Provincia di Cuneo».

Anche qui, insomma, un servizio di pubblica utilità.

«Assolutamente. Proprio come per l’evasione fiscale il fine è lo stesso: far sì che non vada perso denaro pubblico ed evitare quindi che lo Stato venga privato di risorse preziose, utili a rendere i servizi ai cittadini efficienti e capillari. In sostanza, lavoriamo sempre in favore della popolazione. Lo dimostriamo in tutti i nostri servizi, compresi quelli assicurati dal nostro personale del Soccorso Alpino».

Chiudiamo guardando al futuro: con che parole vuole dare il benvenuto al 2024?
«Desidero che i cittadini percepiscano sempre più la Guardia di Finanza come un’istituzione vicina a tutte le persone, comprese le più fragili, e alle imprese. Il traguardo più importante è il benessere della collettività».

BaNNER
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