«Le mie foto in volo per i pesseggeri di tutto il mondo»

Si definisce “fotoamatore” ed è legatissimo al Gruppo Fotografico Albese. Un concorso ha premiato la sua passione. E ora, con le sue immagini, Enzo Massa allieta i viaggi di chi sale sugli aerei della British Airways

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Enzo Massa e la sua gigantesca passione per la fotografia. Un autentico foto­amatore. Legato, legatissimo al Gruppo Fotografico Albese. Abbiamo chiacchierato con lui per Rivista IDEA.

Massa, se le dico British Air­ways?
«Mi spiego. Sono un appassionato di fotografia da sempre. Sono partito a scattare nelle Langhe, dal 1981, quando mi sono comprato la prima re­flex con lo stipendio della Fer­re­ro. Dal 1990 al 2010 ho ricoperto la carica di presidente del Gruppo Fotografico Albese, che mi ha dato tantissimo. Oreste Cavallo, An­tonio Buccolo ed Enrico Ne­cade sono stati i miei maestri e porto con me ogni suggerimento o critica dei soci che ho conosciuto negli anni. Dal 2018, partecipo al concorso Pink Lady Food Pho­to­grapher of the Year con sede a Londra, per comporre video proiettati ai passeggeri imbarcati sui voli a lungo raggio della British Airways. Si tratta di cortometraggi, 343 immagini provenienti dalle selezioni degli ultimi 12 anni degli Awards e sono il lavoro di 267 fotografi. Ho partecipato, nello specifico, al trofeo Errazuriz Wine Photographer of the Year con sezioni per le immagini che riguardano il vino, dall’uva al prodotto finito, le persone coinvolte nella vinificazione e i luoghi della produzione del vino. Mi sentivo molto forte su questo ambito e ho pensato di lavorarci con grande impegno. Il fatto che i passeggeri di tutto il mondo possano ammirare anche le mie foto e le foto delle mie amate Langhe è senza dubbio qualcosa di entusiasmante. Ho scattato nelle nebbie con in primo piano la chiesetta di Santa Maria di La Morra; una cisterna in acciaio mentre il cantiniere toglie con un rastrello le vinacce che si sono depositate dopo il travaso del vino, in seguito alla fermentazione, nella cantina Castello di Neive».

Ci parli di lei.

«Sono nato ad Alba nel 1959 e vivo qui. Sono andato in pensione dalla Ferrero, dopo 40 anni di servizio. Mi definisco un fotoamatore. Con molto piacere ritorno sulla Rivista IDEA: avevate parlato di me dopo un concorso internazionale di foto sul vino che avevo vinto a Parigi. Mi sono immediatamente innamorato del mezzo di comunicazione che è la fotografia. All’inizio variavo su tanti generi, poi poco per volta mi sono settorizzato su paesaggi, cibo e vino. Le vigne, da ammirare e fotografare, mi hanno sempre colpito parecchio. A tal proposito, nel 2013 (edito da L’Artistica Editrice), era uscito un mio libro dal titolo “Il tempo del vigneto”. Si tratta di una scoperta delle atmosfere e dei paesaggi collinari delle Langhe, del Roero e del Monferrato. Narro l’incontro con un vignaiolo, assorto nella contemplazione di una vecchia vigna. Un racconto per immagini. Il protagonista principale è il vitigno, capace di sollecitare emozioni e raccontare le memorie e le storie degli uomini che, attraverso le proprie fatiche, vivono con autenticità e profondo legame il rapporto con la loro terra. Una pubblicazione che mi ha dato grandi soddisfazioni».

La sua fotografia.

«Racconto attraverso le im­ma­gini, attraverso quello che vedo nell’obiettivo della macchina fotografica. Questa è sempre stata la mia vera passione».

Non ha mai pensato di fare il fotografo di professione?

«Ho sempre preferito fotografare quello che mi piace! Pen­so anche che, diversamente, non sarei riuscito a fare quello che ho fatto fino ad oggi».

Il Gruppo Fotografico Albese è una sorta di “fucina di im­magini”?

«Certamente! Di lì sono passati i miei mentori. Enrico Necade, ad esempio, veniva al Gruppo come amatore, benché fosse un professionista».

Il Gruppo Fotografico Albese, oggi presieduto da Roberto Magliano (che abbiamo intervistato nelle scorse settimane) è un’associazione culturale che si occupa di fotografia, fondata nel 1965 nella capitale delle Langhe. Negli anni tante espressioni di luce, di colore, di sentimenti, di semplice modo di vedere e sentire le cose del mondo sono transitate e transitano nel Grup­po, costruendo una sequenza visiva di mondi. Quei mondi che ognuno ha nel proprio intimo e che la fotografia può esprimere.

Nel suo futuro di fotoamatore cosa c’è?

«Nei prossimi anni desidero concludere tre grossi progetti aperti e in corso. Ho in programma un’altra pubblicazione, questo glielo posso anticipare».

Oggi come descriverebbe la fotografia?

«Si discute e si parla molto di intelligenza artificiale. Dopo l’analogico e il digitale, adesso siamo di fronte a una nuova era. Penso sarà devastante nella fotografia, sarà difficile distinguere uno scatto autentico e uno costruito artificialmente. Comunque sarà interessante affrontare questo aspetto e vedere come sarà trasformata o valorizzata la fotografia».