Oggi, 19 dicembre, presso la Sede Vescovile di Saluzzo, Confartigianato Cuneo e Coldiretti Cuneo, nelle persone di Daniela Minetti, presidente zonale di Confartigianato, e di Mario Dotto, segretario zonale di Coldiretti, hanno consegnato al Vescovo di Saluzzo Mons. Cristiano Bodo la statuina per il Presepe 2023 raffigurante, attraverso un maestro imprenditore e il suo apprendista, il passaggio di competenze tra le generazioni.
L’iniziativa, inserita nel progetto pluriennale di Confartigianato nazionale, insieme a Coldiretti e a Symbola, intende valorizzare la tradizione del presepe con la consegna della statuina ai Vescovi delle Diocesi di tutto il Paese. Obiettivo è quello di aggiungere ogni anno al presepe figure che parlino del presente ma anche del futuro.
Il Presepe è una delle tradizioni che trasmette speranza e serenità anche nei momenti difficili che stiamo attraversando, è la “buona Novella” che diventa presente e significa rinascita, mettersi in cammino, stare vicini alle persone e al territorio, includere, è la famiglia.
Analoga statuina è stata anche donata a Papa Francesco, lo scorso 6 novembre, durante l’incontro “I bambini incontrano il Papa – Impariamo dai bambini e dalle bambine”, svoltosi nell’Aula Paolo VI, e il 21 novembre, in occasione dell’Assemblea di Confartigianato, al presidente della CEI Cardinal Matteo Zuppi.
Nel 2020 la statuina rappresentava un’infermiera, nel 2021 un imprenditore digitale, nel 2022 una florovivaista, quest’anno la statuina rappresenta attraverso un maestro imprenditore e il suo apprendista la trasmissione del saper fare attraverso le generazioni.
«Quest’anno – sottolinea Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Cuneo – abbiamo voluto evocare in una sola immagine, realizzata in cartapesta dal Maestro presepista Claudio Riso, aspetti fondamentali e costitutivi del “saper fare”: apprendistato, formazione, competenze, passaggio generazionale nell’impresa familiare, attrattività per i giovani. È un’immagine che, lungi dall’evocare soltanto saperi antichi, rappresenta il cuore della cultura artigiana e del lavoro italiano, la vicinanza al territorio e ai suoi prodotti, la trasmissione del sapere attraverso le generazioni. La figura del giovane, con i suoi sforzi e la sua concentrazione, vuole richiamare l’interesse di giovani ad apprendere e a preservare le tradizioni, innovandole. La figura del maestro rappresenta, al contempo, la difesa delle competenze e la responsabilità di orientare le scelte future delle nuove generazioni sulla strada dell’eccellenza italiana, del made in Italy, della valorizzazione del territorio e delle comunità».
Mons. Bodo ha espresso apprezzamento per questo gesto di devozione, volto a diffondere i valori del lavoro e della concreta operosità degli imprenditori, quale contributo per la rinascita di un’economia a misura d’uomo.