«Coesi, innovativi, digitali, sostenibili»: è questo il leit motiv che accompagnerà il lavoro del direttivo della Camera di Commercio di Cuneo per il prossimo anno. Le prospettive non sono rosee, come spiega il suo presidente Mauro Gola: «Gli istituti di previsione temono un 2024 abbastanza difficile a causa dell’effetto negativo dei tassi di interesse elevati sulle imprese e sulle famiglie, più prolungato di quanto immaginato, e a una dinamica meno favorevole del commercio internazionale, già in forte rallentamento nel secondo semestre di quest’anno mentre a partire dalla seconda metà del 2024 si prevede una moderata accelerazione determinata dalla ripresa del commercio internazionale e da un miglioramento del clima di fiducia per imprese e famiglie dovuto ai primi segnali di allentamento monetario da parte della Bce e a un calo dell’inflazione e a un progressivo recupero del reddito disponibile reale». Tutti speravano in un anno migliore: «Ed è difficile – ammette Gola – essere ottimisti in un simile contesto, ma i fondamentali dell’economia provinciale e la capacità di cittadini e imprese di reagire alle avversità mi portano a pensare che anche questa volta il sistema imprenditoriale cuneese saprà superare le difficoltà. Da parte nostra continueremo a essere coesi, innovativi, digitali e sostenibili, per aiutare il tessuto produttivo e imprenditoriale in questa fase congiunturale complicata e segnata dall’incertezza». Un aiuto che da quest’anno sarà anche strutturale: «Le Imprese saranno ancora più al centro. Nel nuovo spazio i funzionari della Camera di Commercio le raggiungeranno al pianoterra, nel salone del futuro, in base a quella che è la richiesta di consulenza o necessità. Molte richieste di assistenza e informazioni riguardano l’impresa digitale: «Un’innovazione importante per continuare ad essere competitivi» sottolinea Gola.
I dati riferiti all’ultimo decennio sono incoraggianti: il numero delle imprese digitali, pur rappresentando ancora una componente marginale rispetto al tessuto imprenditoriale complessivo, ha registrato un incremento costante, che non solo non si è interrotto nel periodo pandemico ma ha subito un’accelerazione, rilevata in ambito sia provinciale, sia regionale e nazionale. «L’analisi del nostro ufficio studi ci restituisce la fotografia di un comparto che continua a crescere senza soluzione di continuità in linea con quanto avviene nel resto del Paese – afferma Gola -. Nel corso del decennio la nostra provincia è stata quella che ha fatto segnare la maggiore crescita percentuale del numero di imprese digitali in Piemonte ed è interessante rilevare sia la prevedibile, fortissima presenza delle imprese giovanili sia quella significativa e più sorprendente delle imprese straniere».
A fine 2022 la classificazione delle imprese digitali per specializzazione settoriale nella provincia di Cuneo vede numericamente al primo posto le aziende che si occupano di produzione di software, consulenza informatica e attività connesse, con un’incidenza sulle imprese digitali complessive pari al 46,8 per cento, in calo rispetto al 50,8 per cento di dieci anni prima. I dati relativi alle imprese femminili sono disponibili dal 2014. In quell’anno, in provincia di Cuneo, rappresentavano il 16,5 per cento del totale delle imprese digitali, mentre oggi la percentuale è salita al 20,3 per cento, contro il 21,5 per cento del Piemonte e il 22,1 per cento nazionale. In linea col resto del Paese, anche a Cuneo, il settore che registra la maggior incidenza di imprese femminili è quello dell’elaborazione dati, hosting e attività connesse, in cui le imprese in rosa raggiungono il 35,1 per cento del totale di quello specifico comparto. È forte l’incidenza delle imprese giovanili, che a Cuneo raggiunge nel 2022 il 17,9 per cento, percentuale più elevata sia del Piemonte (14,8 per cento), sia dell’Italia (14,5 per cento). Ed è interessante osservare come l’incidenza delle imprese giovanili nel settore della digitalizzazione sia molto più significativa rispetto al totale dell’imprenditoria, dove le imprese giovanili rappresentano il 9,1 per cento in ambito provinciale, il 9 per cento in Piemonte e l’8,7 per cento su scala nazionale.
Dall’analisi dell’export degli ultimi dieci anni vengono fuori altri dati positivi. «Il sistema imprenditoriale cuneese, malgrado il cronico e pesante gap infrastrutturale rispetto ad altre aree produttive del Paese, dimostra di avere una fortissima capacità di penetrazione dei mercati internazionali – sottolinea Gola -. Lo testimonia il volume dell’export che, a fine 2022, rappresenta il 45,6 per cento del Pil provinciale, percentuale vicina a quella di Paesi a forte vocazione esportatrice come la Germania e di gran lunga più elevata rispetto a quella nazionale, che è di poco inferiore al 33 per cento, sebbene l’Italia sia il nono paese esportatore al mondo e il quarto in Europa, dopo Germania, Francia e Paesi Bassi. L’analisi dell’export cuneese nell’ultimo decennio 2013-2022 testimonia una crescita fortissima, rallentata soltanto dalla crisi pandemica Covid-19 che ha colpito indistintamente il mondo intero. Un commercio estero, quello cuneese, trainato dal settore manifatturiero, che incide sul totale delle esportazioni per il 95,2 per cento, e registra una crescita nel decennio 2013-2022 pari al 52,4 per cento». Il peso maggiore è rappresentato dai prodotti alimentari e dalle bevande, che con oltre 3,7 miliardi di euro di export sono di gran lunga la voce più importante, esattamente come lo erano 10 anni fa.
Le merci made in Cunneo in aumento pure nel 2023 con un +4,4% sul 2022
Nel periodo gennaio-novembre 2023, la crescita su base annua dell’export nazionale in valore (+1,0%) mostra marcate differenziazioni territoriali: l’aumento delle esportazioni è elevato per il Sud (+15,9%), più contenuto per il Nord-Ovest (+3,5%), modesto per il Nord-Est (+0,2%), mentre si rileva una flessione per il Centro (-1,6%) e una più decisa contrazione per le Isole (- 20,2%). Alla fine del III trimestre 2023 le vendite all’estero dei prodotti made in Cuneo hanno raggiunto i 7.828 milioni di euro, registrando un aumento del +4,4% rispetto allo stesso periodo del 2022. Cuneo si conferma al secondo posto in Piemonte, dopo Torino, per valore esportato, con il 16,5% delle vendite regionali fuori confine. La dinamica nel periodo gennaio-settembre 2023 è decisamente migliore rispetto a quella evidenziata a livello nazionale (+1,0%), ma inferiore rispetto a quella registrata a livello regionale (+9,2%). Il dato risulta comunque positivo, non soltanto rispetto al 2022 ma anche rispetto al 2019, ultimo anno pre-Covid. La crescita rispetto a quattro anni fa è addirittura del 26,6%.