Crisi del «modello Cuneo»? Bongioanni: «Polemica ridicola. Siamo la locomotiva economica»

Bongioanni: «Ogni giorno incontro imprese di successo, il sistema è sano. Ma occorre rilanciare il tema delle infrastrutture per un’Euroregione Cuneo-Imperia-Nizza»

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Un articolo apparso sul Corriere della Sera – Torino lo scorso 11 gennaio a firma di Christian Benna ha dato fuoco alle polveri su una presunta crisi del «modello Cuneo». Le polemiche sul Pandoro-gate di Chiara Ferragni che ha coinvolto la Balocco di Fossano, il processo per false comunicazioni sociali che vede contrapposte in tribunale le acque Eva e Sant’Anna, l’inchiesta della Procura di Asti sulla vicenda della multiservizi Egea di Alba hanno fatto parlare di «tramonto del vecchio Modello Cuneo», messo di fronte al bivio del salto dimensionale, alle prese con difficoltà ad attrarre talenti manageriali e, in ultimo, alle vicende giudiziarie.

Una lettura sulla quale interviene ora il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale Paolo Bongioanni.

«Polemica ridicola. Ogni giorno incontro imprese che producono, che hanno successo, che mi fanno scuola e sono d’ispirazione per il mio lavoro. Un lavoro continuo, tuttora in corso, grazie al quale ho incontrato centinaia e centinaia di imprenditori, ascoltato le loro storie di successo, toccato con mano la loro capacità di visione e di innovazione, raccolto le loro difficoltà e richieste che poi porto costantemente in Regione per progettare soluzioni e interventi attraverso il lavoro d’aula e il confronto con la Giunta. Il modello Cuneo è una locomotiva che traina non solo il Piemonte. E il sistema economico-produttivo della Granda penso sia il più sano in Italia e un faro in Europa».
«Il tessuto produttivo cuneese – prosegue Bongioanni – ha dentro di sé il Dna che gli ha consentito di superare la crisi Covid e di affrontare a testa bassa l’attuale, difficile congiuntura internazionale. Durante la crisi pandemica ebbi l’onore di essere chiamato dal presidente Cirio per aiutare a comporre quel disegno enorme di intervento a sostegno delle aziende che abbiamo battezzato il “Riparti Piemonte” e che ha fatto scuola in Italia. Dall’intero Piemonte arrivavano le richieste di aiuto, dalla provincia di Cuneo sono arrivate le soluzioni progettuali. E questa è la cartina di tornasole della capacità produttiva della provincia con la percentuale fra partite Iva e abitanti più alta d’Italia».
Il problema vero è che la Provincia Granda continua a pagare uno storico gap dal punto di vista infrastrutturale, ulteriormente penalizzato dalla chiusura del Tenda e dalla mai realizzata apertura verso la Francia del Sud e il Nizzardo con il Mercantour: «Il tema va riaperto all’interno di una visione di un’Euroregione commerciale e turistica Cuneo-Imperia-Nizza che potrebbe essere una delle aree transfrontaliere più sviluppate d’Europa per capacità di produzione di Pil. Su questo confido che, dalle elezioni del prossimo giugno, escano un Parlamento e una Commissione Europea con cui poter impostare su questo una riflessione nuova e di alto profilo».