“La così detta “Legge Carlotto” sulla montagna compie trent’anni, eppure le sue sono disposizioni attuali di ampio respiro, che colgono in maniera ottimale le esigenze e le criticità delle Alte Terre, grande patrimonio della nostra Nazione”.
Il deputato piemontese di Fratelli d’Italia Monica Ciaburro – sindaco di Argentera, a 1.684 metri sul livello del mare – commenta così la legge 97, più conosciuta con il nome del senatore cebano Natale Carlotto.
“Permettere di “vivere il Monte” – prosegue l’onorevole Ciaburro – era la finalità della attuale legge per la montagna, che fin dall’Articolo 1 si dà come obiettivo le “insopprimibili esigenze di vita civile delle popolazioni residenti”. Purtroppo questa legge in buona parte non è stata volutamente attuata, proprio perché non era più funzionale alle linee programmatiche che si sono affermate negli anni seguenti alla sua promulgazione. Eppure il concetto che propone di guardare verso il Monte è la partenza ottimale per puntare sulla centralità dell’ambiente e quindi dell’uomo che l’ambiente alpino lo vive”.
Tra i tanti ed importanti punti proposti dalla Legge Carlotto, il deputato di Fratelli d’Italia ne ricorda uno, fondamentale, l’Articolo 16: “In questo articolo – sottolinea Monica Ciaburro – viene disposto che “Per i comuni montani … la determinazione del reddito d’impresa per attività commerciali e per i pubblici esercizi … può avvenire…sulla base di un concordato con gli uffici dell’amministrazione finanziaria”, da sempre si parla di fiscalità, direi di ripartire da qui, troviamo il percorso per attuare quanto disposto.
Tutte le questioni attinenti al “vivere il monte” sono affrontate dalla Carlotto, certo che “dopo trenta anni dalla sua promulgazione ovviamente si impone una rilettura ma perché non aggiornarla – conclude Ciaburro – e farla diventare un nuovo “testo unico per le Alte Terre” da attuare al più presto?”.