Un 2023 lusinghiero e un 2024 con progetti ambiziosi per il presidente del Consorzio Mariacristina Castelletta: «Vogliamo aumentare il valore della denominazione».
Il 2023 che anno è stato per l’Alta Langa Docg?
«Il 2023 è stato un anno molto intenso e ricco di iniziative. Stiamo crescendo da tutti i punti di vista e le attività per promuovere la denominazione si intensificano. Abbiamo iniziato l’anno con la pubblicazione del bando per l’ampliamento del vigneto Alta Langa inserito in un programma triennale 2023/2025 che prevede l’aumento di nuovi impianti di 220 ettari che si andranno a sommare ai 378 ettari di vigneto di Pinot nero e Chardonnay già presenti nel 2022. È stata presa una decisione importante che non si limita solo a regolamentare la produzione e il mercato ma definisce concretamente il futuro della denominazione».
C’è stato anche tanto lavoro di promozione.
«A maggio è andata in scena la nostra quinta edizione de La Prima dell’Alta Langa che si è svolta alla Reggia di Venaria, con 60 produttori, 140 etichette e 2.000 visitatori professionisti presenti e interessati. L’evento ha preceduto di pochi giorni l’avvio di un format che abbiamo realizzato chiamato “Alta Langa docg: Anima di un territorio”, dove ristoratori, enotecari e stampa di settore sono stati invitati attorno a un’unica tavola per conoscere, assaggiare e scambiarsi opinioni sui vini Alta Langa in abbinamento a una proposta enogastronomica del territorio rappresentata dalla cucina delle trattorie storiche delle terre alte di Langa. In sei tappe – Torino, Milano, Genova, Roma, Napoli e Verona – il Consorzio ha promosso la denominazione e il territorio nel suo complesso».
Avete siglato pure una partnership con il Teatro Regio di Torino.
«Le bollicine di Alta Langa nel cuore della capitale sabauda, rendendole protagoniste della cena di gala per i 50 anni del nuovo Teatro, oltre ad accompagnare la cerimonia di apertura della stagione d’Opera e Balletto 2023-2024 e i brindisi alla “prima” di tutte le opere liriche fino a giugno 2024. A settembre, l’Alta Langa era presente a Cheese, la grande manifestazione braidese dedicata ai formaggi targata Slow Food. L’Alta Langa è stato il brindisi di buon auspicio al Capodanno del Tartufo Bianco d’Alba, al Castello dei Conti di Roero di Monticello per inaugurare con trifolao e tabui la stagione della cerca del Tartufo Bianco d’Alba, che ha preso il via ufficialmente alla mezzanotte del 21 settembre, dopo il fermo biologico. Di lì a poco, il 7 ottobre, si è tagliato il nastro della 93esima Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba di cui il Consorzio è stato Main Sponsor».
Gli eventi sono stati numerosissimi e c’è stato anche spazio per una pubblicazione.
«Nel 2023 abbiamo anche realizzato il volume “Alta Langa -Il racconto di una denominazione”, un’accurata raccolta di saggi che approfondiscono la denominazione a 360°: dal vigneto, alla storia, passando per la degustazione, gli abbinamenti, la conservazione fino a un’analisi dell’antropologia e delle potenzialità turistiche del territorio. Un’opera a cui il Consorzio era al lavoro da tempo, che sarà presto oggetto di una presentazione per tutti gli associati».
La Prima dell’Alta Langa resta la punta di diamante, quando si svolgerà l’edizione 2024?
«Si terrà lunedì 18 marzo, dalle 10 alle 17,30, al Teatro Regio di Torino, tra i più grandi d’Europa e una delle più celebri istituzioni lirico-sinfoniche del panorama internazionale, con cui il Consorzio Alta Langa ha stretto una partnership dalla scorsa estate. La grande degustazione dei vini Alta Langa attualmente presenti sul mercato è riservata a un pubblico di operatori professionali: buyer, enotecari, ristoratori, sommelier professionisti, distributori, barman, giornalisti. Per accedere all’evento è necessario registrarsi nell’area dedicata del sito del Consorzio www. altalangadocg.com».
Come si svolgerà?
«Più di sessanta produttori di Alta Langa saranno presenti alla grande degustazione a Teatro Regio, con oltre 150 etichette in assaggio; ogni banco sarà assistito da un sommelier dedicato; due masterclass (a numero chiuso, su prenotazione) accompagneranno il pubblico all’approfondimento del potenziale di invecchiamento delle Alte Bollicine Piemontesi. Sarà inoltre possibile visitare i dietro le quinte del Teatro accompagnati da una guida».
Su che numeri può contare il Consorzio attualmente?
«Oltre 70 Case spumantiere associate al Consorzio, 440,5 ettari di vigneto (215 in provincia di Cuneo, 178 in provincia di Asti, 47,5 in provincia di Alessandria). Il vigneto Alta Langa è coltivato per 2/3 Pinot nero e per 1/3 Chardonnay. Circa 3.200.000 di bottiglie prodotte dalla vendemmia 2023 con un mercato interno del 90% e un export del 10%».
Obiettivi futuri e qualcosa da migliorare?
«Abbiamo una parola d’ordine: qualità. Dei vini, degli eventi, di ogni dettaglio che ruota attorno alla denominazione. Tutto è sempre perfettibile e migliorabile ma per farlo molte volte bisogna mettere in campo anche un po’ di orgoglio piemontese, per uscire dalle strade convenzionali, forse più semplici e accomodanti. Noi pensiamo di essere un grande Consorzio, dal punto di vista del valore, dell’unicità e della qualità delle persone che sono coinvolte. Abbiamo la fortuna di avere persone veramente speciali, animate da una grande passione, impegnate a supportare e valorizzare l’unicità del metodo classico più antico d’Italia, nato in Piemonte verso la metà dell’Ottocento».
Qual è il segreto per i buoni risultati?
«Le Alte Bollicine Piemontesi portano avanti l’eredità storica del primo spumante metodo classico d’Italia, nato appunto in Piemonte grazie a persone ambiziose, viticoltori e produttori di bollicine uniti insieme da una visione lungimirante e da un forte orgoglio piemontese che ha portato a realizzare un vino spumante metodo classico millesimato di grande qualità. Questo gruppo è cresciuto, ma lo spirito di squadra fra viticoltori e produttori, coinvolti nello sviluppo di un vino, di una denominazione e di un territorio deve continuare a essere forte. Solo così si può vincere la sfida di continuare a crescere preservando l’alto valore della nostra denominazione».
Come lo vede il futuro dell’Alta Langa Docg e del suo territorio tra una decina di anni?
«Puntiamo al raddoppio della produzione, ma la nostra sfida non è sul numero di bottiglie che cresce, ma continuare a preservare e aumentare il valore della nostra amata denominazione. Abbiamo pianificato e concesso la possibilità di impiantare nuovi ettari di vigneti atti a produrre Alta Langa nel triennio 2023-2025 per poter soddisfare il grande interesse di conoscere questa speciale denominazione da parte del consumatore finale. Questo porterà la denominazione ad avere in tutto un’estensione di circa 600 ettari. Il fattore tempo è cruciale: merita un grande rispetto il pensiero che le uve Pinot nero o Chardonnay di una nuova vigna piantata oggi si trasformeranno in bollicine di Alta Langa da degustare in un calice non prima del 2030. Quando si riflette su questo dato c’è sempre un certo stupore».
Articolo a cura di Daniele Vaira