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«La rigenerazione renderà alba ancora più vivibile»

L’assessore ai lavori pubblici Massimo Reggio ci svela come sarà la città del futuro, progetto per progetto

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Recupero di servizi e infrastrutture con un’attenzione al territorio e alla so­stenibilità ambientale e sociale. Così una città può cambiare volto e accogliere il cambiamento, diventandone il motore.

Alba cambierà completamente volto, quale sarà il percorso?

«Si parla molto di rigenerazione urbana e di sviluppo sostenibile; è fondamentale recuperare le aree e gli immobili in degrado e in disuso e dare loro una nuova funzione mettendo al centro le persone che le vivono: rigenerare non vuol dire solo recuperare, ma soprattutto migliorare e questo permetterà alla comunità di riappropriarsi della città, della sua storia e di rivivere nuovamente gli spazi con evidenti miglioramenti nella qualità della vita e nella sfera sociale, economica e ambientale».

I fondi del Pnrr daranno un impulso fondamentale.

«Certamente, il Pnrr è una grande opportunità che Alba ha saputo cogliere proprio in tema di rigenerazione urbana e anche di miglioramento dei servizi. Le procedure sono molto complesse, sia tecniche che finanziarie, e i nostri Uffici le stanno conducendo con at­tenzione: è stata istituita una cabina di regia che si riunisce periodicamente controllando il corretto sviluppo delle varie fasi di realizzazione delle opere».

Partiamo dal recupero dell’Ex Casa Miroglio.
«Si tratta di un edificio iconico della città, la cui storia inizia nel Medioevo. Fu usato come opificio, dove si svolgeva l’attività manifatturiera-tessile. La famiglia Miroglio lo trasformò successivamente nella sede del­la nascente azienda di tessuti e fu ristrutturato innumerevoli volte nel corso degli anni. L’edificio venne poi acquistato nel 1977 dal Comune di Alba ma da decenni non ha una de­stinazione specifica, ed è caduto in uno stato di degrado».

Un progetto da quasi 2 milioni di euro.

«Sarà una ristrutturazione im­portante che porterà a un edificio completamente efficientato e rinnovato, nel rispetto storico dell’immobile, con un’importante valenza culturale. L’idea è quella di ampliare e ottimizzare gli spazi del Centro Studi di Letteratura, Storia, Arte e Cultura Beppe Fenoglio, con la possibilità di ampliare i servizi per le attività scolastiche e per il turismo».

Non tutto l’edificio è di proprietà del Comune.

«Il Comune possiede il piano terreno, quello interrato e il primo piano. Il secondo piano è invece proprietà di privati. Vi saranno ampi spazi espositivi dedicati principalmente a Bep­pe Fenoglio e Pinot Gallizio».

Altra trasformazione importante riguarda il Complesso della Maddalena.

«Anche qui cultura, identità ed eccellenza sono gli elementi cardine. A breve avremo una Maddalena completamente rinnovata e utilizzata dalle persone. Dopo il Museo del tartufo inaugurato a ottobre, andiamo a completare il recupero del complesso con la sede del Corso di laurea in Scienze Infermieristiche situata al pri­mo piano con affaccio su via Vittorio Emanuele II e ingresso dal cortile accanto alla Bi­blioteca. La scuola si estende su una superficie di circa 1.000 metri quadrati e comprende tre aule da 50 posti, due aule studio, un’aula informatica, una sala simulazione e altri locali».

Quali sono le tempistiche?

«Tutto è programmato in mo­do da poter iniziare il prossimo anno accademico nella nuova sede. Un passaggio cruciale an­che per liberare gli spazi temporaneamente utilizzati nell’ex ospedale San Lazzaro, dove dovrà essere realizzata la Casa di Comunità. Con questo intervento il Complesso della Maddalena sarà completamente riqualificato e utilizzato. Oggi è un vero e proprio polo cittadino, sede di musei, scuole, sale per eventi, biblioteca, dove a brevissimo partiranno degli interventi per ammodernare la sala Riolfo, anch’essi finanziati con fondi Pnrr per circa 400mila euro».

Finiamo con l’H Zone.
«Sarà un’area della città piena di attività e di trasformazione; oltre alla caserma dei vigili del fuoco che dovrà essere realizzata, è imminente l’inizio dei lavori per la nuova palestra al servizio degli istituti scolastici, in particolare il liceo scientifico “Leonardo Cocito” e il liceo artistico “Pinot Gallizio”, ma anche a servizio della comunità albese negli orari non scolastici. Un progetto da 2,6 milioni di euro realizzato dalla Provincia di Cu­neo e dal Comune di Alba, molto ambizioso che andrà a sostituire l’edificio degradato presente da moltissimo tempo nell’area».

Sorgerà anche un centro di accoglienza per bambini con disabilità.

«Si, è un’opera a cui l’amministrazione tiene molto; in primis per la funzione sociale che si avrà a beneficio di categorie fragili e anche perché costituisce un tassello fondamentale nel recupero dell’intera area. Il centro verrà terminato entro qualche mese nel fabbricato delle ex scuderie della Ca­serma Govone, in continuità alla porzione già adibita a Centro Giovani. Una scelta, che da un lato permetterà una fruibilità sicura per gli utenti, dall’altro consentirà di avere una risorsa a ridosso del centro storico, di facile accessibilità e con possibilità di parcheggiare».

BaNNER
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