«Outdoor significa guardare il mondo con occhi nuovi»

Alberto Dellacroce dopo il Terres Monviso Festival: «La sfida è destagionalizzare»

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«I turisti aumentano ogni anno e la domanda di nuo­vi servizi è in crescita: un’occasione importante per tutto il territorio, che pone sfide complesse. Vanno affrontate senza scendere a compromessi sulla sostenibilità e il rispetto del paesaggio».
La gestione dei rifugi è stata al centro della nuova edizione del Terres Monviso Outdoor Festival, che ha animato la città di Saluzzo da venerdì a domenica scorsi. Un programma ricco di eventi, conferenze, dibattiti e attività, per addetti ai lavori, appassionati e visitatori di passaggio, che ha puntato i riflettori sui territori del Monviso e del Cu­neese e lo sviluppo del turismo. «La vera sfida è la destagionalizzazione – introduce per gli organizzatori Alberto Dellacroce, direttore della Fondazione Bertoni -. Da un lato è una necessità: il clima che cambia fa venire meno molte delle certezze che, fino a pochi anni fa, non erano mai state messe in discussione. Dall’altro limita gli impatti sull’ambiente, tutelandolo da scenari che potrebbero metterlo in pericolo».
Quello su cui si ragiona non è solo il turismo di prossimità. «È e sarà sempre fondamentale. Ma, anche grazie agli investimenti del recente passato, siamo sempre più conosciuti anche a livello internazionale. Possiamo contare su presenze costanti dalla Ger­mania, dall’Olanda e anche dal Belgio. Ci scelgono per l’offerta differenziata che ca­ratterizza il nostro territorio».
In pochi chilometri, si passa dalle vette innevate alle colline, dalle eccellenze enogastronomiche ai sentieri im­mersi nel verde, dai percorsi alpini più impegnativi alle soluzioni adatte anche ai neofiti e alle famiglie. «Le manifestazioni e gli eventi, compreso il nostro, ricoprono un ruolo cruciale nella destagionalizzazione – prosegue Del­lacroce -. Sportivi, enogastronomici, culturali, legati alle tradizioni occitane: il territorio ne propone molti, che sono diventati degli appuntamenti attesi, ciascuno con un proprio bacino di utenti».
Le strutture ricettive sono attrezzate per accogliere flussi maggiori agli attuali? «Non puntiamo ai grandi numeri. L’obiettivo è creare le condizioni perché le strutture lavorino 365 giorni all’anno. Lo sforzo che stiamo facendo non va in quella direzione. Stiamo lavorando per creare flussi sempre più di qualità: consapevoli, attenti all’ambiente e al territorio, che non seguano il modello “mordi e fuggi”. In questo, anche i rifugi hanno un ruolo importante».
Quali sono le principali sfide che li attendono in futuro? «Stiamo riflettendo soprattutto sul tema della sostenibilità ambientale – entra nel merito il direttore -. Alcune strutture sono molto energivore. Ef­ficientarle può essere molto costoso, spesso complesso, soprattutto per quelle ad altitudini maggiori».
C’è anche un tema culturale, su cui educare chi le frequenta. «Per citare solo un esempio: non si può pensare di gestire l’immondizia nei rifugi come si è abituati a fare a casa. Va riportata a valle, ordinandola in modo corretto nei propri zaini. Chi frequenta i territori, deve esserne consapevole. Oggi molti lo sono. In futuro dovremo trovare an­che nuove strategie per le attrezzature, i rifornimenti… Tutto in chiave più sostenibile possibile».
Quanto all’outdoor, anche lo sci e il turismo della neve continuano a ricoprire un ruolo strategico e cruciale. «Diffe­renziare e destagionalizzare non significa archiviare le attività bianche. Bisogna portarle avanti consapevoli delle sfide del futuro, soprattutto legate ai cambiamenti climatici. Le abbondanti nevicate di marzo, quest’anno, garantiscono una stagione lunga. Ma non è stato così gli anni scorsi e non si sa come sarà il futuro».
Durante il festival, piazza Cavour a Saluzzo ha anche ospitato una parete di arrampicata, con una gara che ha coinvolto oltre 250 iscritti. «Prima dell’inaugurazione, avevamo già raccolto quasi mille adesioni di bambini e ragazzi per le attività dedicate a loro – conta Dellacroce -. Si tratta di un risultato che ci inorgoglisce e conferma quanto è riuscita a radicarsi questa manifestazione nel territorio. È un appuntamento atteso e apprezzato, che ogni anno pone le basi per nuove riflessioni che proseguono anche nei mesi successivi al festival».

Articolo a cura di Luca Ronco