«Far crescere Alba una responsabilità che mi emoziona»

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Abbiamo intervistato Carlo Bo dopo la sua ricandidatura ad Alba.

Sindaco, da pochi giorni è ufficiale la sua ricandidatura. Quali emozioni prevalgono in questo momento?

«Sono felice che la coalizione abbia riconfermato la fiducia nei miei confronti, chiedendomi di proseguire per dare continuità al lavoro svolto. Ho trascorso cinque anni gratificanti e intensi: ora affronto questa ricandidatura con qualche capello bianco in più, ma con grande entusiasmo».

Tra le motivazioni che l’hanno spinta a scendere di nuovo in campo c’è sicuramente la volontà di completare il percorso intrapreso in questi cinque anni. Quanto ha pesato questo aspetto nella sua decisione?

«Sul tema delle infrastrutture e dei servizi, fulcro della nostra scorsa campagna elettorale, si è programmato un lavoro a lungo termine. Alcuni progetti che abbiamo avviato sono già finanziati, come il terzo ponte; altri, come la tangenziale est, sono instradati e i molti contatti già avvenuti mi confortano sul fatto che questi progetti possano vedere la luce. Per questo penso che la figura del Sindaco in continuità possa giovare; sento un forte senso di responsabilità nei confronti di Alba e del territorio di cui la nostra città è capofila».

Dal 2019 ad oggi la città ha già vissuto una crescita significativa. Come può migliorare ancora e soprattutto come immagina l’Alba del futuro?
«La nostra città ai tempi del Covid ha dimostrato di saper lanciare il cuore oltre l’ostacolo, dando un segnale di speranza in un momento di grandissima difficoltà collettiva. Di fronte alle complesse sfide che il 2020 ha comportato, ci siamo presi la responsabilità di lanciare la Fiera del Tartufo e di far correre il Palio degli Asini, garantendo condizioni di sicurezza e salute pubblica. È stato un segnale importante, così come importanti sono state le risorse messe in campo per sostenere le persone in difficoltà, perché nessuno restasse indietro. Abbiamo la fortuna di vivere in un territorio caratterizzato da un tessuto socioeconomico solido che ha fatto da traino, perché anche gli imprenditori non si sono tirati indietro. Guardando al sociale, abbiamo fatto la nostra parte: le risorse sono cresciute strutturalmente a bilancio per quanto riguarda l’assistenza all’autonomia, ad esempio, per far fronte all’incremento di richieste, così come per il finanziamento delle attività di Estate Ragazzi, in sinergia con il Consorzio socioassistenziale, che ha fatto un lavoro straordinario. La città è stata poi protagonista di una grande crescita – certificata dai numeri – sotto il profilo turistico, con un impegno corale che ha coinvolto l’Amministrazione, l’Ente Fiera e l’Atl. I dati sull’affluenza di turisti sulle nostre colline hanno raggiunto numeri importanti che certamente ci rendono orgogliosi della direzione intrapresa. Ma è pur vero che il successo non si misura soltanto in termini di numeri: ora la sfida è quella della sostenibilità, trovando un giusto equilibrio tra i tanti arrivi e una fruibilità rispettosa del territorio. Forse il simbolo di questo nuovo corso del turismo, coinciso con la ripartenza post Covid, è la riqualificazione della nuova piazza Michele Ferrero, lavorando a stretto contatto con la famiglia per dotare la cittadinanza di uno spazio di incontro dove, ad oggi, difficilmente è possibile camminare senza imbattersi in qualcuno che si scatti un selfie insieme ad Alba di Valerio Berruti. Nel futuro per questa città vedo infrastrutture a disposizione di un territorio che deve continuare a crescere. Con le opere che siamo riusciti a finanziare stiamo mettendo le basi per un salto di qualità in questa direzione. Ne sono un esempio i 40 milioni che finanzieranno il terzo ponte e gli studi di fattibilità avviati per la tangenziale est, a servizio della città. Entro l’anno saranno affidati i lavori della Casa della Salute – in soli due anni e mezzo andremo a gara – perché, con l’accelerazione della Regione Piemonte sull’apertura dell’Ospedale Pietro e Michele Ferrero di Verduno, siamo riusciti a liberare questi spazi e riprogettare la struttura. L’opera andrà a riqualificare il centro storico e continuerà a erogare gli attuali servizi al cittadino. Ultimo nodo su questo punto, che riguarda sia la crescita sia il futuro di Alba, è il ripristino della linea ferroviaria Alba-Asti. E anche sul servizio verso Torino ci sono ulteriori margini di miglioramento, in particolare lavorando sulle tempistiche di percorrenza».

Un ruolo di primo piano toccherà alla cultura. Da questo punto di vista, per lei che ha guidato il progetto in veste di Presi­dente, coltivare l’eredità della candidatura a Capitale della Cultura 2026 può essere un passaggio decisivo?

«Innanzitutto vorrei dire “grazie” al Comitato e a tutti gli attori privati e pubblici per il grande lavoro svolto per la preparazione del dossier, con la più grande candidatura mai progettata in Italia, che ha messo insieme 88 Comuni. Il nostro territorio è già da tempo abituato a lavorare in sinergia, al di là delle appartenenze politiche: a volte tendiamo a dare per scontato qualcosa che non lo è. Condividiamo la storia, le tradizioni, le tipicità di questa terra che negli ultimi 50 anni ha fatto cose davvero importanti, grazie a uomini e donne che hanno lavorato duramente e a grandi imprenditori visionari, come i Ferrero, i Miroglio, Giacomo Morra, Giacomo Oddero. Ad ogni modo, svilupperemo il progetto: rilanciamo la sfida che è quella di creare un nuovo modello, pensando a creare imprese culturali. Perché sostanzialmente noi oggi siamo fruitori di cultura, grazie alle proposte dei privati, ma dobbiamo diventare sempre più produttori, ed è un percorso che abbiamo appena intrapreso».

Facciamo un passo indietro. Nel corso del suo mandato quali sono stati, da un punto di vista personale, il momento più soddisfacente e quello più complicato?

«L’incontro con Liliana Segre è stato davvero emozionante: ero sindaco da pochissimo e porterò sempre il ricordo di una donna straordinaria, dallo spessore umano eccezionale. Poi l’onore di poter ricevere il presidente della Repubblica nella nostra città, con la fascia tricolore, è stato un momento estremamente gratificante. Ma ogni giorno, quando riesci a risolvere un problema a una persona in difficoltà, è per me motivo di soddisfazione. Perché per quanto Alba sia una città in salute, qualcuno che vive un momento di difficoltà dal punto di vista umano, familiare, lavorativo, c’è sempre… Ed essere al servizio delle persone è il cuore del fare politica. Guardando ai momenti complicati, ne cito due. Il primo risale al 2020, un periodo emotivamente non semplice, per la situazione legata alla pandemia. E non nascondo la difficoltà legata alle problematiche interne con la mia maggioranza, che abbiamo però superato, arrivando alla fine della consiliatura e gettando le basi per cercare di vincere insieme le prossime elezioni. In ogni caso, rivendico il fatto di non nascondere le mie emozioni. Non ho intenzione di snaturarmi: è una promessa che ho fatto alla mia famiglia».

Guardando più prettamente al lato politico-amministrativo, qual è il suo bilancio?

«Non abbiamo mai dato un taglio politico al nostro operato, concentrandoci su quello amministrativo. E credo che sotto questo profilo siamo riusciti a fare un buon lavoro. Dei progetti che abbiamo imbastito tanti saranno ultimati anche oltre giugno, indipendentemente da chi governerà. Non ho mai ragionato su questa materia in funzione elettorale.
Entrando nel merito, abbiamo mantenuto inalterata la pressione fiscale: in cinque anni non abbiamo alzato le tasse per i cittadini albesi, anche perché il nostro è un Comune sano, che ha risorse da spendere. Trovo sia giusto continuare a investire soprattutto sulle infrastrutture e sui servizi. Così abbiamo fatto da principio, e ne sono una prova gli oltre 4 milioni di euro spesi per il piano asfaltature in città. Altra bella soddisfazione deriva dalle opportunità di intrattenimento che abbiamo portato in città. Collisioni, grande evento che intercetta i gusti dei giovani, è approdato ad Alba, anche con un indotto importante».

In questi anni ha giocato numerose partite importanti. Tra queste anche quella per la presidenza della Fondazione Crc, dove Alba ha rivestito un ruolo cruciale. Che partita è stata?
«Gli enti hanno designato profili di qualità, sulla base dei curricula ricevuti: ora l’8 aprile si riunirà la Commissione per le nomine, quindi il 15 aprile sarà la volta del Consiglio Generale, con la nomina dei nuovi componenti. Ai primi di maggio arriverà la nomina del CdA. Il Comune di Alba ha indicato il vicepresidente vicario uscente: tra i 6 curricula arrivati, il criterio che ho scelto di seguire è stato quello della continuità. La Fondazione Crc ha un valore straordinario per tutta la nostra Provincia, dove ogni anno eroga circa 40 milioni di euro, una cifra considerevole che obbliga tutti i soggetti coinvolti a una grande responsabilità».