Sarà inaugurata sabato 13 aprile, alle 17 nel Castello di Govone, la mostra fotografica antologica dal titolo “Ritorno a Deir Mar Musa” di Ivo Saglietti, scomparso a Genova nello scorso mese di dicembre all’et àdi 75 anni.
La mostra racconta del “dialogo possibile” tra le religioni attraverso l’esperienza comunitaria nell’antico monastero Deir Mar Musa el-Habasci (San Mosè l’Abissino) in Siria, nella comunità fondata da Padre Paolo Dall’Oglio.
Quello tra il fotografo e il sacertote è stato un sodalizio molto profondo, a partire dall’esperienza avuta dal primo nel 1982: all’epoca del suo primo ritiro spirituale di soli dieci giorni in quei luoghi, nei quali prese forma il suo sogno di generare una comunità monastica in Medio Oriente. Il monastero divenne meta di pellegrini, viaggiatori, attirando migliaia di persone ogni anno. Ivo Saglietti vi fece visita più volte, anche dopo la morte di Dall’Oglio venuto a mancare nel 2013, partecipando alla vita della comunità. A dieci anni di distanza vi fece ritorno “simbolicamente” per riallacciare un dialogo bruscamente interrotto e rileggere quell’esperienza, insieme umana e fotografica, interrogandosi sul suo significato. Un incontro e un confronto tra due uomini diversi per origine, formazione ed esperienze, ma animati da un comune sentire e da un’amicizia tanto inaspettata quanto profonda, che non smette di farci emozionare e sperare nella possibilità di mutua conoscenza e rispetto.
Saglietti era nativo di Tolone, in Francia: fotografo e fotodocumentarista di fama internazionale (collaborò tra gli altri, con il New York Times. Der Spiegel e Time), vincitore nel 1992 del prestigioso World Press Photo per un reportage sull’epidemia di colera in Perù, fu autore anche del memorabile “Rumore delle sciabole”, progetto e libro sugli ultimi due anni della dittatura di Pinochet, realizzato tra il 1986 ed il 1988.