“Vorrei poter mangiare le lenticchie di Suort l’Amant che raccoglievo da bambina con i miei genitori e i miei fratelli. Dolci ricordi.”
Un tempo non così lontano, la coltivazione delle lenticchie, come quella della segale, delle patate e della canapa, era tipica del versante adrech, il solatio, della Valle Stura. Oggi questi campi sono utilizzati principalmente per la fienagione o il pascolo. Ma rimane vivo nella memoria il tempo in cui si gustavano le lenticchie di montagna, proprio come ha raccontato una signora di Pontebernardo. Animati dalla volontà di piantare, non solo metaforicamente, semi del cambiamento, l’Ecomuseo della Pastorizia, insieme all’Associazione giovanile YEPP Valle Stura, alla Cooperativa Agricola di Comunità “Germinale” e con la speciale partecipazione del gruppo “I Ragazzi della III età”, organizzano il pomeriggio CHE SEMENZA dedicato alla memoria dei semi per celebrare l’arrivo della primavera, per condividere storie e racconti, tra passato, presente e futuro, nel tentativo di tramandare, scambiare, diffondere conoscenze e soprattutto biodiversità agricola, e chissà.. recuperare qualche antica semenza montana e provare insieme a ri-coltivarla.
Appuntamento quindi alle ore 15 di sabato 20 aprile a Pontebernardo, negli spazi dell’Ecomuseo della Pastorizia, dove, dopo un breve momento introduttivo, si parlerà di “memoria dei semi”, attraverso racconti di ieri, di oggi e di quel che verrà. Alle ore 17, lo spettacolo teatrale “SEMIs. Storie di un potere invisibile”, uno spettacolo intimo e comunitario, capace di connettere le persone del pubblico, di e con Giulia Bocciero e Davide Simonetti, una produzione indipendente italo-francese Nouvelle Plague & Maison des Semences Paysannes Maralpines. Attraverso il linguaggio teatrale – creando una serie di canti, narrazioni, immagini e partiture fisiche legate ai temi della sparizione della biodiversità, dell’industria semenziera (la nascita e l’evoluzione dei cosiddetti ibridi F1), del legame profondo fra coltura e cultura – verrà raccontata la meravigliosa complessità che sta dietro a ciò che mangiamo: semi, persone e storie. Cinque scope piantate in fiaschi di sabbia, un teatrino di legno pieno di disegni, un vecchio, due giocatori di scacchi e una figura femminile immensa e misteriosa popolano la scena: un tappeto volante che sorvola con leggerezza la miseria e la follia dell’essere umano, la stanchezza e la gioia della terra. Nouvelle Plague è una piccola compagnia indipendente. Nasce a Torino, nel 2017, da un’idea di Giulia Bocciero e Davide Simonetti: far incontrare le arti performative e le scienze sociali. Con le parole di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, un “teatro d’evocazione” che con il corpo e con la voce riporta in scena fantasmi del passato, storie dimenticate e pensieri rimossi. Nouvelle Plague si occupa di creazione, performance e ricerca. Nucleo nomade di ricerca e creazione, NP è attiva su tutto il territorio nazionale italiano e all’estero. Collabora con diverse realtà fra cui il Centro Teatrale Universitario Cesare Questa di Urbino per la formazione teatrale nelle scuole e in luoghi in cui il teatro non c’è.
A seguire, un aperitivo sostenibile (a offerta libera) presso la Locanda La Pecora Nera.
Durante il pomeriggio verrà inoltre allestito uno spazio per lo scambio di abiti, oggetti usati e semi, e uno spazio laboratoriale per i più piccoli.
cs