Il profumo di legno che si respira percorrendo lo show-room e i locali tecnici di “Doc legno” ha tutto il sapore di oltre cent’anni di storia, dell’orgoglio di sentirsi parte di quei trascorsi, ma anche del senso di responsabilità di continuare a sviluppare quelle radici trasformandole in un albero sempre più rigoglioso. L’azienda ha sede a Barge in via Cardè 76 (tel. 0175-343141, www.doclegno.it) ed è altamente specializzata nella progettazione, produzione e installazione di serramenti quali porte e finestre in legno, alluminio, alluminio blindato, legno alluminio e pvc.
La storia è quella della famiglia Capellino, a partire da nonno Tomaso che nel 1920 avviò a Cardè una bottega artigiana di falegnameria in cui realizzava mobili su misura, serramenti, botti per il vino e scale; produzioni che ben presto divennero note per le loro qualità varcando i confini territoriali e raggiungendo il torinese, la Liguria e la Francia. Gli anni ’80 hanno segnato un punto di svolta con una nuova strutturazione degli assetti aziendali e il trasferimento a Barge, seguito dal progressivo inserimento in azienda di Gualtiero e Cristina, figli di Francesco, che con la loro dinamicità, ciascuno nella propria area di competenza, hanno creato il marchio “Doc legno” e favorito una forte specializzazione nella realizzazione di serramenti esterni di qualità e ad alta efficienza.
L’orgoglio e il senso di responsabilità sono quelli di questa terza generazione alla guida di un’azienda che resta familiare, anche per il clima e il senso di appartenenza che si respirano tra i suoi oltre trenta collaboratori, e contemporaneamente ha lo sguardo ben fisso sull’innovazione facendo leva su qualità artigiana, continua formazione e attenzione all’ambiente come ci spiegano Gualtiero e Cristina.
Spiccata sensibilità “green” e strategie Esg: come si coniugano questi due aspetti nella crescita aziendale?
«Negli ultimi anni abbiamo lavorato molto e ottenuto le certificazioni Iso su qualità, sicurezza e ambiente e la certificazione internazionale Fsc® che si dedica alla promozione della gestione responsabile delle foreste nel mondo, nel rispetto delle risorse animali e umane che ci abitano e ci lavorano, nell’intento di salvaguardare l’ambiente per le generazioni future. Questo percorso ha implicato anche cambi strutturali per rendere sempre più sostenibili i processi aziendali come l’innovazione dei macchinari, l’installazione di impianti fotovoltaici e di riscaldamento a pompe di calore. Soprattutto abbiamo lavorato su un cambio di mentalità complessivo che ha coinvolto anche tutti i collaboratori, orientato a un approccio sempre più sensibile all’ambiente in ogni aspetto della nostra attività».
Quanto conta il clima aziendale nei percorsi di innovazione?
«È un aspetto su cui puntiamo molto. Diamo grande valore ai ragazzi che lavorano con noi, non sono “numeri” ma persone con cui confrontarsi e collaborare per crescere tutti insieme. Lavoriamo per creare sinergia tra i reparti, per migliorare la comunicazione. Siamo una grande famiglia, perché ciascuno, anche gli artigiani posatori esterni che collaborano con noi su iniziative specifiche, si sentono coinvolti in un progetto di innovazione che non dimentica la tradizione».
Quali sono state le principali trasformazioni nel settore dei serramenti negli ultimi anni e come vi siete rapportati ad essi?
«Il legno continua a farla da padrone, ma si sta diffondendo anche il pvc. La vera e propria evoluzione tecnologica del serramento è quella degli infissi in legno con una cover in alluminio, poiché mantengono inalterate le caratteristiche del legno evitandone l’usura e riducendo a zero la manutenzione. Tra i prodotti di punta va citato anche il “serramento 8.0”, frutto dell’innovativo lavoro del nostro comparto tecnico, apprezzato per le sue qualità come il sempre maggior irraggiamento di luce nei locali, poiché tutto il serramento è nascosto nella parte murale e all’esterno si vede solo vetro. È una soluzione che dà un’idea di modernità e ben si abbina sia con le ville di nuova costruzione, sia con la ristrutturazione di vecchi casolari. Su questo prodotto abbiamo investito molto nella ricerca e nella realizzazione con l’acquisto di un nuovo pantografo a cinque assi e la finalizzazione di una linea completamente automatica che lavora con precisione centesimale. Inoltre sono un must i prodotti in bioarchitettura che necessitano di poca manutenzione pur essendo completamente in legno grazie a un processo di invecchiamento naturale e di termocottura: sono molto ricercati specie per le aree di montagna. Un ultimo aspetto, di assoluta rilevanza, è il rapporto con il cliente che non si limita al sopralluogo ma si esprime nel supporto tecnico ad architetti e professionisti che si occupano dei lavori e si completa con un accurato servizio post-vendita: abbiamo personale dedicato esclusivamente alle manutenzioni di infissi che abbiamo posato negli anni».
Ristrutturazioni, nuove costruzioni, edilizia residenziale e industriale vi coinvolgono quotidianamente. Quali sono i lavori più sfidanti?
«Quando nel lavoro si mette passione è difficile fare distinzioni, perché seguiamo con la stessa dedizione ogni progetto. Sicuramente ci consentono di esprimere appieno le nostre potenzialità i serramenti di edifici storici vincolati a precisi canoni stilistici e architettonici o di strutture collocate in aree sottoposte a norme particolarmente restrittive. Questo deriva dalla nostra tradizione artigiana che abbiamo mantenuto inalterata, valorizzandola con le possibilità che offrono le nuove tecnologie. Per esempio abbiamo collaborato alla ristrutturazione del castello Turcke, storica icona architettonica di Capo Santa Chiara a Genova, selezionato tra i cento migliori progetti d’Italia. In questa dimora abbiamo sostituito i serramenti senza impatti dal punto di vista estetico ma con grandi benefici in termini di isolamento. I nostri prodotti in bioedilizia sono parte della ristrutturazione della borgata Paraloup di Rittana. Lavoriamo spesso con le cantine per molte delle quali, oltre ai vincoli architettonici, occorre tener conto della esigenza di isolamento per mantenere le corrette temperature all’interno: le cantine “Pertinace” di Treiso, “Mascarello” di La Morra, “Rinaldi” di Barolo e il punto vendita di “Borgogno”, sempre a Barolo, “vestono” serramenti di “Doc legno”».
La vostra azienda ha numerose peculiarità, ma se doveste indicarne una come autentico valore aggiunto quale scegliereste?
«Per tante falegnamerie il serramento speciale è difficile da realizzare, per noi un alzante scorrevole, un bilico, un curvato sono lavori di routine che realizziamo quotidianamente rispondendo a esigenze specifiche e spesso molto peculiari. Siamo artigiani, per noi il prodotto speciale è uno standard!».