La quotidianità ci ha abituati a sentir parlare di grossi personaggi che varcano le porte del Salone del Libro di Torino e ne siamo attratti dal nome altisonante che per estrazione sociale o posizione paiono essere distanti da noi e dal nostro pensiero.
Diametralmente opposta è la persona di Mauro Rivetti, albese, classe 1971 che ha trasformato la sua passione per la scrittura in un’esigenza di vita. Per chi non lo conoscesse ancora, possiamo dire che è uno scrittore dal taglio giallo-noir che, grazie al primo romanzo dal titolo “Alba di un delitto”, nel giro di pochi anni si è imposto sul mercato editoriale italiano, con libri che raccontano in modo inedito e veritiero la realtà dei luoghi delle Langhe, del Monferrato e del Roero, “Tartufi e delitti” e “Colline rosso sangue” sono un esempio della tematica trattata nei sui romanzi. Le sue storie, nella sottotraccia del giallo, raccontano tematiche della nostra contemporaneità: dai problemi sociali, quali il diritto allo studio e al lavoro, andando a toccare delicati temi come la violenza sulle donne o il problema dell’emigrazione, permettendogli di inserire l’operato di artisti come il Giorgione, il Macrino o il Gallizio, tanto per citarne alcuni, così come parlare di tecnologia digitale o di saggezza contadina.
Insomma, i suoi gialli si svolgono e raccontano il mondo contemporaneo. Ne è un esempio il racconto “Il mistero del manoscritto” edito da Golem Edizioni, presentato dalla dottoressa architetto Enrica Vaschetti delle “Terre dei Savoia”, ad un evento presente alla 36° edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, scritto per celebrare il paese di Castagnole delle Lanze, paese d’origine della moglie dell’autore, recentemente inserito nel circuito “I borghi più belli d’Italia”.
Mauro Rivetti, con l’intento di far scoprire al lettore la bellezza del borgo storico del paese posto sulle colline astigiane, confinante con il territorio delle Langhe, ha inserito nella citazione degli antichi palazzi, delle chiese, della torre del conte di Saint Robert, in esso ubicati, indizi mistici e mitici per scoprire l’assassino del professor Ferruccio Acanfora, cattedratico di storia antica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, stabilitosi nel paese di Castagnole delle Lanze per approfondire i suoi studi in merito alla ricerca della “Lancia di Longino”.
Questa edizione del salone definita “Vita immaginaria”, pare abbracciare il pensiero dello scrittore albese che, come è noto, durante la stesura di alcuni suoi romanzi, per esigenza di trama, ideò alcuni dolci. Ne sono la testimonianza il “dolce RoLa” e il “BiscoLanze”, oggi diventati prelibate realtà gastronomiche. La sua immaginazione di scrivere e realizzare quello che non esiste si è concretizzata nel recente “Alba noir festival”, che ha coinvolto scrittrici di caratura nazionale come Elisabetta Cametti e Rosa Teruzzi, seguite da un trio di scrittori: Gino Marchitelli, Massimo Tallone e Bruno Vallepiano. Scrittrici e scrittori differenti per stile e personalità ma uniti dalla passione per la scrittura giallo noir, raccontati da due giornalisti che amano il territorio delle Langhe e che rispondono al nome di Paola Gula e Marcello Pasquero. Non è da escludere che proprio in queste ore Mauro stia studiando un nuovo dolce, che sarà svelato nel prossimo romanzo dall’enigmatico titolo “Di nocciole e sangue”.