Domani, venerdì 17 maggio, alle 18,30, presso la Sala Conferenze di Palazzo Banca d’Alba, in via Cavour 4, ad Alba, si terrà la presentazione dei “Progetti Lavoro”, iniziativa solidale realizzata con il sostegno della Frati minori Piemonte Onlus, che negli ultimi anni ha permesso ad oltre 100 giovani, in prevalenza stranieri, di trovare un’occupazione. Per conoscere meglio il progetto – le sue radici, i principali obiettivi che si pone e le prospettive future – Rivista IDEA ha intervistato Fra Mauro Battaglino, superiore del convento di Sant’Antonio di Torino, nato e cresciuto a Vezza d’Alba, consigliere della Frati minori Piemonte Onlus e ideatore della suddetta iniziativa».
Fra Mauro, circa sei anni fa ha dato vita ad un progetto per aiutare i giovani a trovare casa e lavoro. Com’è maturata, a suo tempo, l’idea?
«L’idea nasce da due poli. L’allora vescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, ci aveva chiesto come Frati minori di Torino di avere un’attenzione particolare sui giovani. Partendo da questo presupposto molti ragazzi, in prevalenza immigrati, hanno cominciato a frequentare il nostro centro d’ascolto. Confrontandoci con loro, si è subito evidenziato come una delle richieste più frequenti fosse quella di avere un lavoro».
È così dunque che ha preso poi il via la vostra iniziativa?
«Mi sono sentito di proporre ai Frati la possibilità di inserire alcuni ragazzi in un piano di lavoro sperimentale. Dal momento che prima di entrare in convento ero un dipendente della Nutkao di Canove di Govone, grazie alla disponibilità del signor Giuseppe Braida, che all’epoca ne era il titolare, ho cominciato questo progetto con loro. Per prima cosa abbiamo affidato ai ragazzi una casa nella zona vicina all’azienda in modo tale che potessero andare a lavorare in bicicletta o a piedi, senza troppi problemi. Da lì in poi noi Frati ci siamo impegnati a cercare altre aziende che collaborassero con noi per poter inserire altri giovani nel mondo del lavoro. Proseguendo su questo percorso, tutti i numeri sono aumentati».
Quanti sono, nello specifico, ad oggi, i ragazzi che hanno trovato la propria strada grazie al vostro progetto?
«Tra Alba e Torino, ad oggi sono centotrè. Il progetto nasce per dare dignità alle persone, attraverso il lavoro, ma anche per permettergli di passare da una condizione di assistenzialismo all’autonomia. Abbiamo citato dei numeri: tra questi i ragazzi andati in autonomia sono almeno una cinquantina, nove dei quali hanno preso casa con un mutuo. Trovando una collocazione, inoltre, questi ragazzi si allontanano dai pericoli della strada e dalla possibilità di una vita non troppo corretta, dalla malavita da cui potrebbero essere adescati».
Quali sono invece i principali settori in cui hanno trovato occupazione?
«Sono stati assunti da realtà imprenditoriali appartenenti a diversi settori: dall’impresa di pulizia alle aziende di produzione – come la Ferrero, che collabora con noi -, passando per il campo della manovalanza. Qualcuno dei ragazzi, poi, aveva già delle specificità perché aveva fatto dei corsi di preparazione come saldatore o come elettricista e ha trovato quindi collocazione in questi ambiti».
Il progetto intende far leva anche su una collaborazione con l’Apro di Alba per formare appunto i giovani professionisti.
«Sì, con loro sta iniziando una collaborazione, che però fattivamente non è ancora partita. Prima siamo in attesa di risolvere il problema degli affitti: al momento non abbiamo strutture a sufficienza per poter inserire i ragazzi. Da soli non ce la fanno a lavorare e studiare, per cui bisogna che qualcuno se ne occupi per permettergli di conciliare al meglio il tutto. Stiamo ragionando sulla modalità per inserirli, chiedendo anche delle donazioni specifiche per chi si sente di poter aiutare un ragazzo a formarsi per poter lavorare».
Il coinvolgimento delle aziende della zona di Alba testimonia ad ogni modo come in questa provincia operosità e generosità vadano spesso a braccetto. Non trova?
«Assolutamente sì, è un qualcosa che c’è e che funziona davvero bene. C’è molta disponibilità e generosità, bisogna soltanto superare un po’ di diffidenza nel concedere gli alloggi in affitto. In tutto ciò, il progetto cresce e la sua crescita è un bene per tutto il territorio».
Presso lo sportello di viale Vico della Frati minori Piemonte Onlus sono tantissime le iniziative assistenziali portate avanti. Per i progetti futuri quali sono le priorità?
«Sicuramente, per quanto riguarda il nostro ruolo, i futuri progetti riguardano il lato formativo. Come dicevo, l’idea è quella di avere una struttura che ci consenta la collocazione di ragazzi atti a frequentare l’Apro per essere formati al lavoro, creando con loro anche dei percorsi di desiderio lavorativo. È un passaggio che a livello di dignità umana è molto importante. I ragazzi oggi arrivano e sono chiamati ad “accontentarsi” di qualunque occupazione. Quello che vorremmo è creare appunto in loro il desiderio lavorativo, spingerli a realizzare un progetto e a vivere così in pienezza la loro vita».
Chiuderei con una domanda personale. Cosa significa per lei umanamente aiutare questi ragazzi a realizzarsi?
«Nel momento in cui vedo un ragazzo realizzarsi, vedo realizzata la mia vocazione di frate francescano. Sono un frate francescano, ho desiderato esserlo perché mi sono sentito chiamato a questo ed è ciò che sto portando avanti. Se un ragazzo si realizza, al tempo stesso è testimoniato il Vangelo che proclamo e quindi per me è molto importante».
Articolo a cura di Domenico Abbondandolo