Si sente ormai con frequenza parlare di Autoconsumo Diffuso da fonti rinnovabili. Che cos’è e soprattutto quali sono i vantaggi per il consumatore che opta per questa soluzione che sta rivoluzionando il settore energetico? Lo abbiamo chiesto a Marco Fraquelli, Ceo e senior project manager di Nibo Engineering che ci accompagnerà in un viaggio per approfondire le normative e gli incentivi caratterizzati da una serie di disposizioni legislative e direttive europee.
«A partire dal Decreto Legislativo 199/21, che recepisce la Direttiva 2018/2001 (RED 2), e il Decreto Legislativo 210/21, che implementa la Direttiva 2019/944 (IEM), il quadro normativo ha subito successive evoluzioni. Fondamentale in tal senso, è il Testo Integrato Autoconsumo Diffuso che ha consolidato e ampliato le disposizioni relative all’autoconsumo di energia rinnovabile. E poi, con l’entrata in vigore del Decreto Ministeriale 414/2023 a gennaio 2024, seguito dalla revisione del Testo Integrato Autoconsumo Diffuso e dalla pubblicazione delle regole operative da parte del Gestore dei Servizi Energetici, si sono delineati ulteriori incentivi e procedure per gli operatori del settore».
Facciamo però un passo indietro, semplificatore. Il Testo Integrato Autoconsumo Diffuso fa riferimento, a quattro differenti configurazioni, giusto?
«Esatto. La prima sono le Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer), associazioni che si dedicano alla produzione e condivisione di energia rinnovabile, permettendo ai membri di generare e gestire autonomamente energia verde a costi competitivi. Si sottolinei che è possibile che facciano parte della configurazione uno o più produttori diversi dal cliente finale che può essere anche un solo consumatore.
La seconda riguarda i gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente. In questo caso il riferimento è a condomini o edifici che dispongono di impianti rinnovabili, consentendo la condivisione dell’energia prodotta tra i condomini o i proprietari, ma esclusivamente all’interno della stessa ubicazione in cui viene generata. La terza invece fa riferimento al caso di autoconsumatori individuali di energia rinnovabile “a distanza” con linea diretta ed infine ci sono gli autoconsumatori individuali di energia rinnovabile “a distanza” che utilizzano la rete di distribuzione. Queste due modalità si applicano quando l’energia è prodotta da un’impresa con un impianto situato in un luogo specifico, ma il consumo avviene altrove. Il punto di autoconsumo è quindi dislocato a distanza. Ogni cliente deve essere titolare di tutti i punti di connessione in prelievo della configurazione. È inoltre possibile che facciano parte della configurazione anche uno o più produttori diversi dal cliente finale».
È corretto sostenere che l’Autoconsumo Diffuso rappresenta un’opportunità?
«È indubbiamente vero. È da considerarsi un’occasione unica per facilitare l’accesso alla produzione di energia rinnovabile per un numero crescente di utenti ed è conveniente grazie alla cosiddetta “tariffa premio” composta da una componente fissa garantita per 20 anni e da una variabile soggetta alle oscillazioni del mercato dell’energia. Occorre ribadire che il Gestore dei Servizi Energetici riconosce un corrispettivo unitario per ogni kWh di energia elettrica autoconsumato: il contributo di valorizzazione definito su base annuale, ha tariffe che si attestano intorno ai 10,57 €/MWh (per l’anno 2024) a cui si aggiunge per i Gruppi di Autoconsumatori Collettivi (Auc) un contributo relativo alle tariffe di distribuzione do 0,65 €/MWh (per l’anno 2024)».
C’è poi il contributo Pnrr… di cosa si tratta?
«È un contributo a fondo perduto nella misura massima del 40% delle spese ammissibili, con un vincolo per alcune voci di spesa del 10% massimo. Ne possono beneficiare le Cer con i relativi membri e le Auc con il legale rappresentante del condominio o i membri del gruppo stesso. Questo contributo è cumulabile con la tariffa premio. Occorre non dimenticare che il Gestore dei Servizi Energetici ha aperto il portale per le richieste all’incentivo e che è aperto sino al 31 marzo 2025 o fino al raggiungimento dell’importo massimo di 2,2 miliardi di euro anche il portale per la presentazione delle richieste di accesso al contributo Pnrr».
Avviare le pratiche e chiedere informazioni è un’occasione da non perdere. E Nibo Engineering è il partner giusto per accompagnarvi nella scelta!