Incuranti del freddo e per nulla superstiziosi Giuseppe, Cristiano, Carmine, Sergio e Paolo, cinque amici del Borgo San Lorenzo, si diedero appuntamento in piazza venerdì 17 febbraio 1984. L’entusiasmo era più forte delle ristrettezze e le bandiere improvvisate con lenzuola e manici di scopa sembravano volare sospinte dalla passione di quei giovani difficili della periferia albese arrivati in centro per sognare un futuro migliore.

Nacque da quei primi vessilli improvvisati, tenuti insieme dalla tenacia e dall’ardore, il Gruppo Sbandieratori e Musici del Borgo San Lorenzo il più antico e nobile rione della città, rinato quattro anni prima, nel 1980, sotto la spinta di una nuova e tenace presidente, Ines Manissero, e di un piccolo gruppo di affiatati borghigiani, dopo che lo storico comitato, a causa di lotte interne, aveva giurato di chiudere per sempre.

Una ricorrenza che verrà celebrata con due giorni di festeggiamenti. Si partirà sabato 22 giugno, in piazza Vittorio Veneto, di fronte al Teatro sociale “G.Busca” di Alba con una cena sotto le stelle in rigoroso dress code bianco e blu che culminerà alle 22, con una grande festa per tutti con l’ Energy Show di Leo Live e la sua band per cantare, ballare e brindare fino a tarda sera.

Domenica 23 giugno, alle 10.30, la cattedrale dedicata al santo patrono di Alba, San Lorenzo ospiterà la messa solenne e la benedizione delle bandiere. A seguire, nella medioevale piazza Risorgimento (Piazza del Duomo) spazio alle esibizioni dei padroni di casa e di tutti i gruppi ospiti, poi il grande corteo con centinaia di musici e sbandieratori, sfilerà per le vie del centro, fino a Piazza Vittorio Veneto per i saluti finali.

«Preparavamo una grande festa nel 2020, per i 40 anni del Borgo San Lorenzo, quando il Covid ci impose uno stop», spiega la presidente Ines Manissero che ricorda come la pandemia fermò i festeggiamenti, ma non la passione e lo spirito che da sempre animano i borghigiani: «Pensammo a come renderci utili per sostenere chi in quel momento stava salvando vite rischiando la propria e iniziammo a preparare torte dolci e salate per i medici e gli infermieri dell’ospedale di Alba, prima e di Verduno poi. Ne sfornammo quasi un migliaio, questo fu il nostro modo per restare uniti e dire grazie ai sanitari che si stavano battendo contro quel virus terribile. Il destino volle che, anche senza festa, il nostro regalo di anniversario arrivasse comunque perché, proprio nel 2020, tornammo a vincere il Palio degli asini a distanza di tre decenni dal precedente!».

Festeggiamenti solamente posticipati quindi, ora il gruppo è prontissimo a riscaldare la città di Alba per celebrare un’altra ricorrenza importante, nel segno dell’amicizia e della riconoscenza: «Il primo grazie non può che andare a Don Valentino Vaccaneo che per anni conservò lo stendardo del borgo nella speranza di una rinascita e si fece promotore di una raccolta di offerte che donò al nuovo comitato per avviare le attività. Dopo quattro anni, ci accorgemmo che mancava qualcosa: un gruppo di sbandieratori e musici con i vessilli bianco e blu. Non c’erano soldi, ma la passione superava tutto e il piccolo nucleo di cinque amici scalmanati in pochi anni crebbe arrivando fino agli oltre cinquanta sbandieratori e musici della formazione odierna», precisa Ines Manissero.

Il gruppo è continuamente cresciuto trovando nuova linfa dall’ingresso delle ragazze che oggi rappresentano l’ossatura del borgo e del gruppo sbandieratori e musici e, infine, dei bambini, a partire dagli otto anni.

Dai manici di scopa alle aste in fibra di carbonio ultraleggere, da un allenamento a settimana agli attuali due o tre, dalle prime sbandierate nei paesini di Langhe e Roero ad essere uno dei fiori all’occhiello di una delle più importanti agenzie di spettacolo italiane, la “International Show Parade” di Roma, grazie alla quale i colori bianco e blu sono arrivati in tutto il mondo per animare persino l’American Cup di Jeddah nel 2023, passando per l’Expo 2019 di Pechino in Cina e innumerevoli tournée europee.

Quella del Borgo San Lorenzo è una famiglia allargata passata attraverso tre generazioni: «Alba è una città unica anche grazie all’impegno di tutti i volontari dei nove borghi, della Giostra delle cento Torri, e del Gruppo Storico. Migliaia di persone che dedicano il proprio tempo per colorare la città, per preparare i costumi, per arrivare pronti agli eventi del folklore, per tenere vive le tradizioni e creare comunità. Senza i borghi Alba non sarebbe la Alba che conosciamo, mi piacerebbe che della vita dei borghi si parlasse anche nelle scuole della città», sottolinea la presidente.

E non sarebbe vera festa senza la solidarietà, perché i barghigiani sono innanzitutto volontari che operano nella gioia della condivisione. Per l’occasione saranno messe in vendita oltre 500 bottiglie donate al borgo da amici e sostenitori, i cui proventi saranno destinati a Dynamo Camp, l’Ets che offre gratuitamente specifici programmi di Terapia Ricreativa a minori affetti da patologie gravi o croniche, disturbi del neurosviluppo o condizioni di disabilità, in terapia o nel periodo di post ospedalizzazione, ai fratelli sani e alle loro famiglie.

E allora via alla festa con le istituzioni cittadine, i sostenitori, fotografi, giornalisti e l’arrivo in città degli amici di sempre: il comitato organizzativo del Palio dei Castelli di Castiglione Olona (Varese), il direttivo dell’Association International de Saint Roch della città francese di Montpellier, i gruppi di sbandieratori e musici “Città di Alba”, di  Lachiarella in provincia di Milano, del Rione Cattedrale di Asti e, ultimi, ma non meno importanti gli sbandieratori e musici di Gallicano, in Garfagnana, compagni di tanti campionati italiani “LIS” che festeggiano i 50 anni di attività.

L’artista albese Barbara Fragale, in arte Bibì, ha realizzato per l’occasione un’illustrazione con i versi “Ma il cielo è sempre più blu”, dall’omonima canzone di Rino Gaetano, particolarmente amata dai ragazzi del borgo, che l’hanno scelta come inno della loro amicizia e gioia di stare e fare insieme. Un invito ad alzare lo sguardo verso il cielo, un cielo che, ogni volta lo si guarda, diventa sempre più blu. Un gesto semplice, quanto potente, che ci aiuta a comprendere che siamo parte di qualcosa di molto più grande di noi. Un invito a rinascere ogni giorno, a superare le difficoltà, a cantare la vita e l’universo, senza perdere fiducia nel mondo e nel futuro. Un cielo sotto il quale siamo tutti uguali: ugualmente meravigliati e impotenti davanti alla sua immensità