«Sono molto soddisfatto del risultato delle elezioni perché segna una vittoria netta, con oltre 20 punti di distacco, e perché si tratta di una riconferma e in Piemonte non capitava da 20 anni. Essere confermati è sempre più difficile: quando vieni votato la prima volta è un voto per il cambiamento, ma quello della riconferma è un attestato di fiducia che premia il lavoro svolto e dà un mandato ancora più forte per continuare sul percorso iniziato». Il secondo mandato di Alberto Cirio come governatore del Piemonte è cominciato con un grande risultato elettorale.
Presidente, la spinta decisiva è arrivata ancora una volta dai suoi territori?
«Avevo sentito, in questi mesi, il clima positivo e l’affetto delle persone, ma sono abituato a non dare nulla per scontato e per questo abbiamo continuato a lavorare per il Piemonte, a stare in mezzo alla gente ad ascoltare e a provare a risolvere i problemi. Il Cuneese rappresenta, in questo quadro, una soddisfazione ancora più grande perché è la provincia dove il centrodestra ha ottenuto il risultato migliore: questa è la mia terra e mi sostiene da sempre e anche grazie alla lista civica, che qui è il primo partito, abbiamo saputo intercettare partecipazione e consenso che hanno reso ancora più forte la nostra coalizione, grazie all’apporto di tutte le sue componenti».
Il suo risultato stride con quello delle elezioni amministrative di Alba dove ha vinto Alberto Gatto (Pd).
«Il risultato delle regionali ha premiato il centrodestra e la nostra coalizione anche nella mia città. Per quanto riguarda il risultato delle amministrative, si tratta di elezioni diverse».
Quali sono i progetti e gli investimenti in programma per il Cuneese?
«Sanità e lavoro sono i punti prioritari del nostro programma elettorale su cui continueremo a dedicare già da subito le principali attenzioni. Per quanto riguarda la sanità, a ottobre finalmente scade l’appalto che in questi anni ha regolato il Cup: cambieremo il sistema, che si è rivelato la principale difficoltà nel piano di riduzione delle liste d’attesa. Sappiamo già come farlo perché l’abbiamo sperimentato con le vaccinazioni del Covid, con un sistema che ti prende in carico e restituisce ai piemontesi il pieno diritto alla salute. Proseguiremo poi con il piano di assunzioni concordato con i sindacati che prevede 2mila persone in più nella sanità del Piemonte entro dicembre, e con il piano di edilizia sanitaria: 11 nuovi ospedali, di cui due, quello di Savigliano e quello di Cuneo, in questo territorio, 4 ampliamenti, tra cui quelli degli ospedali di Alba e Bra e un centinaio tra case e ospedali di Comunità. Per quanto riguarda il lavoro, per anni il Piemonte è stato il fanalino di coda nel Nord Italia con il Pil che cresceva meno della media nazionale. Oggi non è più così: nel 2023 tutti gli indicatori sono stati positivi, a partire dall’export e dal tasso di occupazione, migliori della media nazionale come certifica Moody’s, che ha appena aumentato il rating del Piemonte, e come scrive il Financial Times».
Il turismo è trainante, ma quanto c’è ancora da fare?
«Cinque anni fa ci eravamo posti l’obiettivo di far arrivare il turismo al 10% del Pil e ci siamo riusciti. Nel 2023 gli arrivi e le presenze sono cresciuti del 9% rispetto al 2022 e il dato più significativo è quello che riguarda la presenza degli stranieri: il 52 per cento di chi ha scelto la nostra regione per le vacanze proveniva dall’estero. Non era mai successo e continueremo a lavorare per attirare visitatori nel nostro Piemonte, grazie a un’offerta variegata che va dalle città alle colline dei territori Unesco, dalle montagne ai laghi, passando per il turismo enogastronomico e quello religioso, senza dimenticare i grandi eventi che si sono rivelati uno straordinario volano di promozione. Basti pensare al Tour de France che ospiteremo tra pochi giorni: è il terzo evento sportivo più seguito al mondo e porterà sugli schermi di centinaia di migliaia di telespettatori la meraviglia dei nostri paesaggi attraversati da quella che è la tappa più lunga di tutto il Tour, da Piacenza a Torino passando per Alessandrino, Astigiano, Cuneese per poi arrivare nel capoluogo».
Molti Comuni chiedono più interventi per lo sport, soprattutto quello giovanile. Che cosa c’è in programma?
«In questi anni abbiamo voluto sostenere lo sport a tutti i livelli con oltre 130 milioni di euro, convinti che lo sport sia passione, inclusione, salute ma anche economia. Stiamo lavorando per confermare le Atp Finals anche oltre il 2025 e sono già avanzate le trattative per ospitare, il prossimo anno, la partenza della Vuelta. Vogliamo continuare a investire nel lavoro di ristrutturazione degli impianti sportivi e nella promozione dello sport di base, a scuola, con l’attivazione dei voucher per i ragazzi meritevoli e anche grazie al riconoscimento della figura del volontario nello sport».
Un’attesa lunga decenni quella dell’autostrada per Cuneo, ma ora riuscirà a inaugurarla.
«Quando ci siamo insediati era bloccata, con cantieri fermi, senza autorizzazioni e senza soldi. Siamo riusciti, anche grazie alla collaborazione con il governo nazionale, a sbloccare risorse e procedure e oggi vediamo la fine. Entro fine anno saranno infatti completati i lavori dell’ultimo lotto. È l’esempio di un Piemonte che era fermo e che è ripartito ed è la prova che quando si lavora tutti insieme, i problemi si risolvono. Penso all’Armo-Cantarana: per anni è stata solo un buco nella montagna e oggi invece ha finalmente risorse certe all’interno del contratto di programma tra ministero e Anas. Ci sono poi 70 milioni per la realizzazione dell’ultimo lotto della tangenziale di Mondovì e 85 per la variante di Demonte per la quale è stato anche nominato un commissario straordinario per velocizzare finalmente procedure e lavori».
Quali sono gli altri interventi per migliorare la viabilità del Cuneese, anche quella ferroviaria?
«Abbiamo lavorato per potenziare i servizi, partendo dalla riattivazione di quelli sospesi, come la linea ferroviaria Asti-Alba, ferma da 12 anni e riaperta grazie a un investimento di 3 milioni all’anno. Abbiamo prolungato le linee Sfm4 da Alba e Bra e Sfm7 da Fossano fino all’aeroporto di Torino: opportunità importante in termini di mobilità e per lo sviluppo del turismo. Oggi un turista sale su un aereo a Londra, atterra a Caselle, sale sul treno e dopo un’ora e mezza è nel cuore di Langhe, Monferrato e Roero, patrimonio Unesco. È un primo passo: a gennaio torneranno i treni sulla linea Cuneo-Saluzzo-Savigliano, e partiranno i lavori sulla Ceva-Ormea, per arrivare alla riapertura del 2028».