«L’eredità del Tour per il turismo e la nostra immagine»

Abbiamo intervistato Daniele Sobrero, coordinatore della tappa cuneese e responsabile del Comitato che presiede gli eventi collaterali legati alla Grande Boucle: «Ci stiamo preparando al meglio per vivere un momento storico»

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Daniele Sobrero (consigliere comunale di maggioranza, ad Alba, con delega allo Sport)

La tappa del Tour de France che il prossimo 1° luglio attraverserà i territori Unesco Monferrato, Langhe e Roero rappresenta per l’intera provincia di Cuneo una vetrina internazionale di as­soluto rilievo sotto molteplici punti di vista. La portata storica dell’appuntamento è pertanto destinata a lasciare un segno tangibile nel cuore della Granda. Di questo e di tanto altro abbiamo parlato con Daniele Sobrero, coordinatore della tappa cuneese e responsabile del Comitato che presiede gli eventi collaterali legati al passaggio del Tour.

Daniele Sobrero, si avvicina l’atteso arrivo in provincia della più importante corsa ciclistica al mondo. Quali emozioni sta provando in questo momento?
«È un momento per noi storico e, come per tutte le prime volte, l’emozione è tanta. Conoscia­mo la caratura dell’evento, il terzo al mondo a livello di popolarità, per cui sicuramente stiamo vivendo l’attesa nel modo giusto e ci stiamo preparando per affrontarlo al meglio».

Quando e come è nato il progetto di accogliere la Grande Boucle nella Granda?

«Tutto è nato quasi cinque anni fa, nel corso di una tavola rotonda nella redazione di Tuttosport, nella quale il governatore Cirio svelò i nostri sogni nel cassetto: le Atp Finals di tennis e il passaggio del Tour. Un’altra tappa importante c’è stata nel dicembre 2021 con l’ispezione dei delegati della corsa francese».

Cosa è successo poi in seguito?

«Nel dicembre 2022, mentre ero impegnato in un’iniziativa benefica, il Governatore mi chiamò per avvisarmi dell’arrivo dei referenti del Tour, che stavano provando la tappa. Da lì poi hanno fatto seguito l’ufficialità, la consegna del Tartufo dell’anno al direttore generale del Tour, Cristian Prudhomme e la mia nomina a coordinatore della tappa per la provincia di Cuneo».

Lo storico accordo è legato anche ad un curioso aneddoto che vede coinvolti proprio il presidente Cirio e il direttore Prudhomme.
«Il nostro Governatore si era recato in viaggio a Parigi per cercare di concordare il passaggio della tappa in Pie­monte. Durante un pranzo il Presidente riuscì a strappare l’accordo e, vista l’assenza di carta, si fece portare un tovagliolo da una cameriera per siglare l’intesa nero su bianco. L’aneddoto è stato svelato anche da Prudhomme nel corso della presentazione uf­ficiale, tenutasi il 23 dicembre 2022 a Palazzo Madama a Torino».

Lei è anche il responsabile degli eventi collaterali legati al Tour. Nelle scorse settimane il percorso di avvicinamento è stato animato da “Alba 230.5”. Che appuntamento è stato?
«Innanzitutto è stato un appuntamento straordinario, dal successo incredibile. Ab­biamo voluto onorare non solo la corsa, ma la sua tappa più lunga, visto che – in virtù di una deroga – la Piacenza-Torino sarà appunto di 230,5 chilometri. I chilometri sono stati convertiti in altrettante ore di pedalata su cyclette per un evento da record».

Continui.

«Abbiamo allestito in piazza Michele Ferrero delle cyclette di ultima generazione, dotate di un’app e collegate tramite intelligenza artificiale allo studio di un notaio, in modo da poter registrare il record. Mentre dieci cyclette erano dedicate ai ciclisti, così da garantire l’alternanza tra i due team da cinque, senza mai interrompere la pedalata, le restanti due erano invece destinate ai vip che ci hanno fatto visita in quei giorni. In totale, nell’arco dei dieci giorni abbiamo superato i 2.500 pedalatori».

La pedalata è servita anche a produrre energia.

«L’energia prodotta verrà ulteriormente valorizzata. Nel frattempo una parte è servita per alimentare le nostre strutture e, grazie ad una colonnina elettrica, è stata utilizzata per caricare la batteria di due Fiat Topolino, servite per portare i turisti in giro per le strade della nostra città. La manifestazione ha potuto contare sul sostegno di numerosi partner ed è stata trasmessa in streaming da Tuttosport. A proposito, proprio in collaborazione con il quotidiano, abbiamo realizzato una mostra con dodici prime pagine storiche dedicate ai campioni italiani che si sono distinti al Tour. Il numero non è casuale, si è trattato di un omaggio ai dodici comuni del Comitato, gli undici cuneesi più Castagnole delle Lanze, in provincia di Asti, che ha chiesto alla Regione di essere aggregato e ha ricevuto l’autorizzazione».

Quanto aggiungono questi eventi allo spettacolo e alla portata storica del passaggio del Tour?
«Tutti i comuni coinvolti hanno contributo a creare eventi, alcuni dei quali sono ancora in corso. Penso che “Alba 230.5” sia stato quello principale, per l’incredibile successo avuto, per la sua natura solidale e sostenibile ma anche per lo straordinario coinvolgimento generato. Al mattino abbiamo dato spazio alle scuole, ma vi hanno preso parte anche famiglie e amici. Abbiamo avuto ospiti da ogni parte d’Italia e del mondo, come un produttore di micro frutti del Trentino che, trovatosi ad Alba per lavoro e informatosi sulla natura dell’evento, ha scelto di venire a pedalare con il suo team».

Quali saranno le eredità per il territorio cuneese?
«Le eredità sono e saranno tante. Basti pensare che, sin dal giorno successivo all’annuncio, tutti gli alberghi della zona erano finiti subito sold-out. Ne gioverà quindi il comparto turistico, ma non solo. Il Tour lascerà un ricordo stupendo e restituirà una splendida immagine della nostra provincia. Per la tappa, poi, in collaborazione con “Estate ragazzi”, stiamo lavorando ad una bellissima coreografia. Arricchirà ulteriormente la magia della storica giornata, che speriamo possa dare il “la” a qualcosa di strutturale».

A proposito della gara, invece, qual è secondo lei il favorito per la vittoria finale della maglia gialla?

«Credo che lo sloveno Tadej Pogacar in questo momento sia quasi inarrestabile. Na­tural­mente però facciamo il tifo per gli italiani e per il “nostro” Matteo Sobrero, con cui condivido il cognome».

Articolo a cura di Domenico Abbondandolo