«Cuneo effervescente facciamo prevenzione dentro alle aziende»

Mario Palumbo, comandante provinciale della Guardia di Finanza, alle celebrazioni dei 250 anni: «Noi con gli onesti»

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Col. Mario Palumbo - Foto Guido Galleano

Mario Palumbo, 55 anni tra poco, è colonnello della Guar­­dia di Finanza e da due anni è comandante provinciale a Cuneo. L’altra settimana ha festeggiato con i suoi uomini i 250 anni della fondazione del Corpo: un traguardo importante che merita un bilancio. Con una premessa: «Nonostante il numero importante, per noi è sempre un punto di partenza che ci proietta verso il futuro, pronti a nuove sfide. Sempre al fianco dei cittadini e delle imprese oneste» dice.
Originario di Roma, laureato in Giurisprudenza e Scienze della Sicurezza economico finanziaria, Palumbo si è arruolato nel 1988, con l’ingresso all’Accademia di Ber­gamo. In carriera ha prestato servizio nei Nuclei di Polizia economico finanziaria di Milano, Trieste, Catanzaro, con esperienze anche in Puglia negli anni del contrabbando. Dopo altri incarichi al Comando regionale Lombar­dia, ha guidato per tre anni ciascuno i comandi provinciali di Vercelli e Trento. «Ogni zona ha un contesto economico e sociale diverso. I primi tempi ho innanzitutto messo a fuoco la realtà in cui mi trovavo. Ogni paese ha le sue peculiarità» sottolinea.

Quali sono le caratteristiche della provincia di Cuneo?
«È una realtà effervescente, c’è una ricchezza diffusa, l’economia è a livelli molto importanti. Il settore principale è l’agricoltura tra vino, frutta e allevamenti. Parliamo però di agricoltura che fa impresa, ben organizzata. Poi ci sono industria e terziario. La situazione è positiva, ma questa è una presa d’atto che non significa che non ci sia da lavorare, il nostro sforzo è di stare al fianco di chi si muove in modo legale, in maniera onesta. Questa provincia ha dati molto performanti, sotto certi aspetti superiori anche a Torino. L’isola felice, tuttavia, non esiste. Dove c’è benessere e un’economia fiorente, a volte può inserirsi il crimine organizzato che raramente oggi ha la pistola in mano. Lo fa in giacca e cravatta. Entra in un’azienda, acquisisce quote societarie e quando si verificano certe condizioni, la vecchia proprietà è defenestrata e subentrano capitali da riciclare, in arrivo da droga o altri canali illeciti. Su questo, l’attività di prevenzione è massima. Nel 2023 e nei primi cinque mesi del 2024 la Guardia di Finanza di Cuneo ha eseguito 750 interventi ispettivi e 183 indagini per contrastare gli illeciti economico-finanziari e le infiltrazioni della criminalità nell’economia».

Dopo la tragedia di Latina si è tornato a parlare di caporalato e lavoro nero nelle campagne. Una piaga che esiste anche nelle nostre zone?
«In misura certo ridotta rispetto ad altre realtà, ma esiste. Noi vigiliamo nei periodi di raccolta della frutta, durante la vendemmia ad esempio. Nel 2023 sono stati scoperti 241 lavoratori in nero. Non solo nelle campagne, anche in officine e attività commerciali. Le organizzazioni che li reclutano e poi provvedono a piazzarli si muovono a macchia di leopardo e arrivano dove c’è bisogno di manodopera».

Un aspetto molto importante della vostra attività è il controllo fiscale. Quali sono i numeri degli illeciti nel Cuneese?
«Noi siamo dipendenti dello Stato, lavoriamo per cercare di recuperare risorse che poi vengono redistribuite in for­ma di servizi alla comunità. Nel 2023 abbiamo individuato 90 evasori totali, ossia titolari di imprese o lavoratori autonomi completamente sconosciuti al Fisco. Le persone denunciate per reati tributari sono state 60, di cui uno tratto in arresto. Sono stati segnalati all’Agenzia delle Entrate crediti d’imposta inesistenti o ad elevato rischio fiscale (vedi bonus e superbonus), nonché sequestrati beni profitto dell’evasione e delle frodi fiscali, per un valore di 1 milione e 900mila euro».

Un altro campo delicato sono i finanziamenti pubblici, quali controlli nel Cuneese?

«In questo periodo vigiliamo soprattutto sulle risorse del­l’U­nione Europea e nazionali, per la realizzazione di interventi a sostegno di imprese e famiglie. Control­liamo i progetti e gli investimenti finanziati con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resi­lienza. Sono stati eseguiti 183 interventi per verificare la spettanza a cittadini e imprese di crediti d’imposta, di contributi e finanziamenti, oltreché la corretta esecuzione delle opere e servizi realizzati con appalti pubblici, per circa 20 milioni di euro. Sul fronte della spesa pubblica nazionale, nello stesso periodo, sono stati effettuati 111 interventi, di cui 109 per il reddito di cittadinanza e nuove misure di inclusione e di supporto per la formazione e il lavoro. In tema di appalti, sono state monitorate le procedure di affidamento e le modalità di esecuzione delle opere e dei servizi».