La nuova vita della protagonista Zara prende forma tra il verde e le colline di Cortemilia: non più vane apparenze, illusioni di benessere, una ricchezza smodata fine a sé stessa, ma amicizie genuine, relazioni profonde e una serenità mai provata prima. In una parola: la felicità. L’ultimo romanzo della collaboratrice di IDEA, scrittrice e giornalista enogastronomica Paola Gula “I mondi di Zara” (Golem edizioni, 15,50 euro, in vendita solo su Amazon) è ambientato al Monteoliveto di Cortemilia, in borgata La Pieve. Qui, nei giorni scorsi, l’autrice l’ha presentato con la coordinatrice dell’Ecomuseo dei Terrazzamenti (via Dante Alighieri 4 a Cortemilia) Donatella Murtas. Proprio dal primo incontro con quest’ultima, poco dopo la pandemia, è maturata l’idea di collocare la storia in paese. «Era la mia prima volta a Cortemilia, per presentare un altro mio libro – ripercorre Gula, di casa a Ceva, anche giudice de “La prova del cuoco” su Rai Uno – . I miei lavori precedenti raccontano storie di donne, che lavorano nel settore del cibo, e sono ambientati in piccoli paesi. Accogliendomi, il sindaco Roberto Bodrito mi ha detto che non poteva mancare il suo paese».
Ha accettato subito la proposta?
«Avevo la storia di Zara già ben chiara in mente. Mi restava solo da capire dove ambientarla. È vero che mi piacciono i piccoli paesi, ma devono avere qualcosa di unico e speciale per “ospitare” il romanzo. A margine della presentazione, Murtas mi ha accompagnata al Monteoliveto. Lì, travolta dalla meraviglia delle colline, ho capito che era la terra giusta».
Cosa l’ha colpita?
«Quel luogo, come molti posti del Cuneese, ha un fascino unico: il verde delle colline, la meraviglia dei terrazzamenti. C’è un panorama che toglie il fiato, perfetto per chi, come Zara, nella vita finisce per organizzare eventi. Mi sono subito immaginata una serie di feste ambientate lì e, nel giro di pochi giorni, ho iniziato a scrivere».
La protagonista Zara vive a Cuneo. È ricca, altezzosa, arrogante. Abita in una grande villa con il marito, dove spesso invita i suoi ospiti. Poi?
«Il romanzo inizia con l’immagine di una grande scritta “Vendesi” sulle pareti esterne della dimora di famiglia. Zara sta tornando da una giornata di shopping. All’improvviso, di tutto il lusso della sua vita, le restano solo gli ultimi acquisti. Appena torna a casa, infatti, scopre che il marito ha fatto perdere le sue tracce e ha messo in vendita la casa. Non sa a chi chiedere aiuto».
Anche perché, di fatto, è una persona sola.
«Esatto. Non se n’era mai accorta prima (o aveva fatto finta di non accorgersene), ma era circondata di persone che la frequentavano per il suo status, non perché erano sue amiche. Questa situazione imprevista, però, le dà l’occasione di ripartire da zero».
In che modo?
«La copertina disegnata dall’artista Christian Costa rende bene l’idea. Da un lato c’è un mondo in bianco e nero, fatto di tanti soldi, ma anche molta tristezza. Dall’altro è tutto colorato e le tinte sgargianti raccontano la nuova vita di Zara a Cortemilia: allaccia amicizie vere, scopre nuove passioni, inizia a lavorare come organizzatrice di eventi e ha grande successo».
C’è qualcosa di autobiografico in Zara?
«Non direi, ma ho una cara amica originaria di Cuneo, che ora vive in Versilia e fa proprio l’organizzatrice di eventi. Caratterialmente non è simile a Zara, ma ho ascoltato i suoi consigli per raccontare le feste che organizzava. Le ho fatto vedere il Monteoliveto e lei mi ha subito suggerito uno scenario da favola: tavoli nudi d’antiquariato sparsi in tutto il giardino, al tramonto, con molte lampade accese… È lo stesso allestimento di uno dei primi eventi organizzati da Zara».
La nuova vita della protagonista è fatta da più “sostanza” e meno apparenze. È questa, secondo lei, la ricetta della felicità?
«Potrebbe esserlo. Io cerco di vivere in questo modo e, quando riesco a farlo, mi accorgo di stare bene. Sono un’amante delle fiabe e mi piace molto l’idea di riaffermarsi, lasciandosi alle spalle i disastri della vita. Zara riesce a farlo e spero che questo sia di ispirazione e incoraggiamento per i lettori, come lo è stato per me mentre scrivevo».
Come cambia il suo approccio alla scrittura quando lavora a un romanzo, rispetto a un articolo di tema enogastronomico?
«Cambia poco. Alla fine, a me piace raccontare storie. Anche scrivendo di cibo, si raccontano storie: quello di chi lo produce, chi lo cucina, chi lo studia. Vere, verosimili o di fantasia, sempre di storie si tratta. Non mi piacciono le lungaggini: anche con i romanzi, voglio che si vada il prima possibile al “sodo”, proprio come si fa negli articoli di giornale».
Dopo Cortemilia, dove ambienterà la sua prossima storia?
«È già pronta. Sarà sempre in provincia di Cuneo, a Paroldo. Verrà pubblicata in autunno e non vedo l’ora di poterne parlare».
Articolo a cura di Luca Ronco