Ha un nome gentile, Popilia Japonica. Anche l’aspetto è grazioso: un piccolo maggiolino puntinato. E invece è un micidiale killer di piante che ha preso di mira e devasta soprattutto la produzione florovivaicola che ha in Piemonte un distretto di eccellenza assoluta. La Popilia è arrivata dal Giappone, come suggerisce il nome, sei o sette anni fa su qualche aereo sbarcato a Malpensa. E di lì si è diffusa oltre Ticino specialmente nel Piemonte Orientale, risalendo il Lago Maggiore fino alla Svizzera e attaccando progressivamente altre zone.
Il danno più grave è che la Popilia Japonica, oltre a nutrirsi di radici, foglie e fiori, depone le uova nel terreno dei vivaicostringendo le aziende a sottoporre le piante destinate alla vendita a trattamenti booster di fitofarmaci per poter rendere commerciabile il prodotto senza spiacevoli sorprese per l’acquirente. In Giappone sono riusciti a contrastarlo con antagonisti biologici quali funghi e nematodi: lo hanno reso innocuo e promosso a insetto portafortuna nella loro cultura. Ma in Italia, nonostante i tentativi esperiti in anni passati, questo si è rivelato impossibile per le profonde differenze di climi e biomi e per la pessima abitudine di deporre le uova ovunque, anche in pieno campo.
Per contrastare questa minaccia l’unico metodo efficace sono le reti di protezione. La Giunta Regionale del Piemonte, su proposta dell’Assessore al Commercio, Agricoltura, Cibo e Parchi Paolo Bongioanni, ha così approvato nella seduta di venerdì 12 luglio una delibera che dà il via a un bando da 2 milioni di europer sostenere le aziende agricole piemontesi nell’acquisto di reti e altre strutture protettive idonee a sconfiggere questa minaccia e i danni economici che infligge alla produzione florovivaistica.
«Il bando – illustra Bongioanni – si rivolge principalmente al settore florovivaistico perché è il più vulnerabile. Grazie ad esso le sue aziende potranno installare reti di protezione che eliminano totalmente il contatto con il predatore senza essere costretti a ricorrere a trattamenti intensivi sulle piante destinate al mercato. Uno stanziamento importante per difendere questo settore. Ogni imprenditore potrà vedere finanziato a fondo perduto l’80% del costo del proprio progetto con un investimento compreso fra i 1.000 e i 150.000 euro. Dobbiamo contrastare con decisione l’avanzare della malattia perché per la nostra economia è cruciale poter continuare a movimentare in modo competitivo i prodotti d’eccellenza della nostra produzione florovivaistica».
Le reti di protezione difendono dall’aggressione non solo della Popilia Japonica ma anche di altri insetti come la cimice asiaticae la drosophila. Il bando resta aperto fino a settembre. Prevede punteggi aggiuntivi per le zone maggiormente colpite e per le aziende florovivaistiche, ma non esclude altri settori come quello ortofrutticolo o viticolo che tuttavia ricorrono – di norma – a meccanismi elettivi di contrasto di altro tipo.