La Giordano & C. ha festeggiato, presso la sede centrale di Boves, l’importante traguardo del secolo di storia, intensamente vissuta attraverso gli innumerevoli cambiamenti tecnologici. Alla guida dell’azienda famigliare Roberto Giordano affiancato dal figlio Luigi, dal 2016 in azienda ed oggi amministratore delegato. L’ambito odierno non è per nulla accostabile a quello del 1924, anno in cui il bisnonno di Luigi avviò l’attività come elettricista, impiantista di quartiere, rivenditore di ricambi. Nel dopoguerra la cavalcata sfruttando il boom industriale, segnato nel Cuneese dalle aperture di impianti iconici come quelli di Michelin e Buzzi, clienti sin dal primo insediamento. Una politica totalmente revisionata dall’ingresso in aziende di Roberto, padre di Luigi, sul finire degli Anni ’80. Una nuova impronta, rivolta alla differenziazione di settori e clienti, ampliando la base ma mantenendo forti legami con le multinazionali, seguendole anche nelle sedi al di fuori dei confini italiani. Il presente racconta di un fatturato consolidato di circa 55 milioni di euro, a cui si sommano 8 milioni provenienti dalle sedi estere. Il payoff aziendale recita ‘managing technologies’, impianti di qualsiasi tipo, automazione industriale, robotica, fornisce servizi di distribuzione energetica, linee di produzione, linee di distribuzione e molto altro, grazie al lavoro integrato di quattro divisioni specializzate: elettrotecnica, meccano-industriale, meccanico termofluidico e sviluppo software.
«Siamo alla quarta generazione e, come l’acqua, cambiamo forma ma rimaniamo fedeli a noi stessi – afferma Luigi Giordano, Ad Giordano & C. –. Ci siamo staccati dalla dinamica psicologica del mero cantiere e siamo maggiormente legati a una visione industriale. Ciò ci ha consentito di ridurre i difetti di organizzazione mantenendo il contatto operativo. Per questo abbiamo festeggiato un traguardo importante e affatto scontato grazie allo sviluppo, forti di un tessuto sociale in cui i lavoratori e le aziende brillano per capacità e valori. Abbiamo grandi qualità riposte nelle singole persone, il nostro vero capitale è quello umano. La nostra squadra».
Non casuali, dunque, le numerose le esperienze pluriennali nell’azienda: dei circa 180 collaboratori, una trentina quelli premiati durante la serata di festa dopo aver una storia compresa tra i 30 ed i 42 anni di Giordano. 30 anni – Federico Fechino ed Enrico Mandrile; 32 anni – Mauro Monge; 34 anni – Fabrizio Bodino, Paolo Cuniglio e Livio Massimino; 35 anni – Mauro Carletti, Corrado Dutto, Corrado Galfrè, Valter Lingua ed Elena Occelli; 36 anni – Germano Alberione; 37 anni – Silvana Pettiti; 38 anni – Emanuele Tragni; 40 anni – Silvio Dutto e Danilo Pastorino; 41 anni – Alfredo Dalmasso, Sergio Demaria, Ivano Giordano, Valter Luciano e Pierfranco Morello; 42 anni – Claudio Barbero, Pier Luigi Bono, Sergio Chesta, Marina Chionetti e Riccardo Galfrè.
L’età media sotto i 40 anni, con un giusto mix tra le parti. «Preferiamo avviare le nuove collaborazioni da zero, trasmettendo il know-how di quattro generazioni senza dover sostituire competenze acquisite in altre realtà. Siamo convinti che questo rafforzi il legame con i nostri collaboratori: un approccio trasparente che nel breve termine risulta dispendioso, ma che nel lungo periodo paga».
La specializzazione è cresciuta nel corso del tempo. Nel 2024, dopo un secolo di vita, la Giordano è cresciuta grazie a radici profonde ai piedi della Bisalta, ma ha portato i propri frutti in giro per il mondo, avviando nuovi mercati e creando sedi in Messico e Stati Uniti d’America. Questa scelta ha permesso all’azienda di espandersi globalmente e diventare un leader riconosciuto a livello internazionale, tagliando un traguardo che solo il 2,5% delle imprese famigliari può vantare: il secolo di storia. Tra queste c’è orgogliosamente la Giordano & C, pronta a maneggiare anche la tecnologia del prossimo futuro, sin da oggi, con la sua squadra.