Venasca si è stretta nel ricordo dell’incendio nazifascista dell’11 agosto 1944

Ampia partecipazione della comunità locale e di tanti amministratori del territorio nella serata di domenica 11 agosto, per ricordare l’ottantesimo anniversario del tragico evento

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Nella serata di domenica 11 agosto la comunità di Venasca si è raccolta per commemorare l’ottantesimo anniversario dell’incendio nazifascista dell’11 agosto 1944, che portò alla distruzione di buona parte degli edifici del paese.

Alla celebrazione hanno preso parte non soltanto tantissimi venaschesi ma anche numerosi amministratori dei Comuni limitrofi, l’assessore della Regione Piemonte Marco Gallo, il presidente del comitato provinciale di Cuneo dell’ANPI Paolo Allemano, il già presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Cuneo Livio Berardo, tutte le associazioni del territorio e un folto gruppo di Alpini, che hanno aperto la fiaccolata che si è sviluppata nel concentrico del paese, dalla chiesa parrocchiale ai luoghi dove bruciarono alcuni edifici ottant’anni fa.

In diverse tappe, gli studenti dell’Istituto Comprensivo di Venasca, accompagnati dalla professoressa Simona Mariconda, hanno letto numerose testimonianze per ricostruire quanto avvenuto allora. Nel silenzio generale e con l’illuminazione pubblica spenta per lasciare che soltanto le fiaccole e i bracieri rischiarassero le vie, è stata tanta l’emozione per il ricordo, acuita ulteriormente quando è stato fatto ascoltare ai presenti il drammatico suono degli spari di mitragliatrice.

Nel suo discorso, il Sindaco Silvano Dovetta si è soffermato sull’importanza della memoria e della condivisione: «Sono trascorsi ottant’anni da quel terribile giorno in cui Venasca visse una delle pagine più tristi e drammatiche della sua storia, con l’incendio di più di cento case del nostro paese. Lo ricordiamo ogni dieci anni come se fosse un momento di passaggio da un decennio all’altro nel quale teniamo però il punto fermo della memoria. Da quel triste evento, Venasca ha saputo risollevarsi non soltanto ricostruendo gli edifici, ma anche ricostruendo lo spirito: è cambiata ed è cresciuta con la forza delle generazioni che dopo la Seconda guerra mondiale si sono rimboccate le maniche per ricostruire con la passione e il cuore, gli stessi che ogni giorno ognuno di noi impegna per rendere il nostro paese ogni giorno ancora più bello».

In conclusione, ha poi ringraziato i presenti: «Voglio ringraziare tutti coloro che si sono uniti a noi nel ricordo, i venaschesi e gli amministratori del territorio che ci fanno sempre sentire la loro vicinanza e partecipazione. La Venasca di domani sarà ciò che costruiremo noi oggi e nei giorni a venire, con la consapevolezza che la pace non è mai scontata e che dobbiamo lavorare ogni giorno per mantenerla e rafforzarla, non solo nella nostra comunità, ma anche oltre i nostri confini».