Il tribunale di Alba aveva le maggiori ragioni di sopravvivenza in Granda

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Vittorio Bassino, avvocato monregalese: “Più titolato rispetto ai tribunali di Mondovì e Saluzzo”

Sabato 20 settembre 2014 – 11.00

La battaglia non si ferma, ma, almeno per il momento, per il Tribunale di Alba la situazione non pare destinata a sbloccarsi. All’avvocato monregalese Vittorio Bassino “IDEA” ha chiesto un’opinione sulla riforma della geografia giudiziaria che in provincia di Cuneo ha fatto, come vittima immediata senza la concessione di alcuna proroga, proprio il foro albese.

In relazione alla riforma delle circoscrizioni giudiziarie, demagogico era ed è sostenere che la soppressione dei cosiddetti “tribunali minori” possa portare risparmio ed efficienza, cosa che invece si può e si deve verificare con la soppressione delle sezioni minori dei Giudici di pace. Condivido appieno la battaglia perché il Tribunale rimanga ad Alba, avuto riguardo al suo bacino di utenza (che comprende anche Carmagnola e la zona limitrofa) e che, come carico di lavoro, efficienza e funzionalità, era più titolato a rimanere in vita rispetto ai Tribunali di Mondovì e di Saluzzo. […] Le proteste contro l’accorpamento per i “tribunali minori” sono spesso state frutto della sindrome “Nimby” (“Not in my back yard”, “Non nel mio cortile”, ndr) e così si sono spesso manifestate al di là di ogni analisi razionale.

 

Se, infatti, è evidente il fatto che la riforma non serve a mol to e, per il momento, ha procurato solamente costi e disfunzioni, adesso è opportuno procedere oltre e cercare di razionalizzare il tutto, cominciando, ad esempio, a chiudere definitivamente le sedi di Mondovì e Saluzzo che rappresentano una mera disfunzione. Ho vissuto e subìto la soppressione delle Preture, la chiusura delle carceri e l’istituzione dei Giudici di pace e ancora una volta penso che tutte queste misure non servano a risolvere i problemi per i quali sono state adottate e che, anzi, li complicheranno, sicuramente nel periodo di “rodaggio”.

 

L’avvocato monregalese conclude: “Confido comunque che la nuova geografia giudiziaria italiana, che supera quella “a misura di calesse”, la riforma dell’attività giudiziale civile e penale, il processo telematico e l’istituzione dei tribunali specializzati possa fornirci una giustizia degna di questo nome. Ma ciò di certo non avverrà non nel prossimo futuro: per ora, con gli accorpamenti, Cuneo perderà la palma come giustizia penale tra le più veloci d’Italia. Dal punto di vista logistico e del personale, è palese il peggioramento con la penuria di locali e di personale, il che non può che portare a un netto peggioramento dei servizi“.

 

(Rivista IDEA n°34 – 18 settembre 2014)